Dalla neve della Valle Gesso sono arrivato a casa giusto in termpo per vedere il nuovo Mourinho rimanere di gesso a valle di una gran figura di merda. Scuro in volto già di suo. Una condizione comunque accentuata proprio da quel rimaner di gesso pur essendo nero come Lavagna da dove sono passato strada facendo, insomma, come direbbe Claudio Baglioni che poi è il nuovo Elvis Presley. Il benvenuto nel mondo della panchina gliel’ha dato un vecchio marpione come Guidolin, ma visto che noi ce l’abbiamo in casa il maestro cerimoniere, bisognerebbe che un salutino glielo desse anche l’onnipresente Renzi con il suo più classico “Seedorf chi?”, e così il nuovo Clarens potrebbe ripensare già da subito a un suo futuro più caldo e tornare al Botafogo. Dimettersi pure lui dopo Fassina e Cuperlo. Si, dopo che li ha resi interrogativi Renzi si dimettono tutti. Anche Bersani è stato dimesso. Non ho invece nessuna notizia sulla Fiorentina, il Piemonte mi ha sottratto un monte di energie preziose, il tartufo di Alba mi ha rapito più di uno stop di Borja Valero, spero solo che Renzi non abbia usato punti interrogatvi anche sulla targa della macchina di Montella o sul retronebbia, Montella che ha confessato di aver parlato con Matteo di una passione comune come quella per Che Guevara, che per Renzi è naturalmente Chi Gevara? Stasera tocca a noi mentre ci si è aperta una voragine verso la finale, grande quanto il debito pubblico, grande come l’ambizione di Montolivo. E sotto la famosa asticella intanto transita Thohir mentre scrive sms ad Agnelli, e ci si schianta con la fronte, un po’ perché è basso e un po’ perché Montolivo non è riuscito ad alzarla come invece avrebbe voluto. Marotta si lamenta del comportamento dell’Inter definendo incresciosa la vicenda del mancato scambio con il peracottaro indonesiano, dimenticandosi l’increscioso sms inviato in volo a Berbatov. Thohir intanto è il nuovo procuratore di Berbatov. A proposito di situazioni incresciose, il vero disagio lo subisce sempre e solo il tifoso, altro che discorsi o sms, ricordo che il Salucci, figlio dell’allora presidente del Viola Club Porta Romana, smise di venire allo stadio perché negli stadi c’era troppa violenza, rimase schifato e non volle più vedere una partita di calcio da quella volta che venne prima assalito sulle gradinate e poi picchiato selvaggiamente dall’arbitro e dai guardalinee. Situazioni logistiche, impegni inderogabili e pressanti come solo Beppe Iachini riusciva ad essere, insomma, ieri tardi e oggi presto, sono un po’ incasinato, situazione che ancora una volta da ragione a chi definisce questo blog un bordello incasinato, quindi in mancanza di tempo e di argomenti validi, vorrei chiudere questo editoriale con parole forti, per provocare in voi una scossa, una reazione, per dimostrare cioè che io riesco nel miracolo là dove non sembra riuscire a Seederf con quei morti del Milan. Salvare quindi il blog che sta morendo a suon di record. Lascio le chiavi sotto l’asticella di Montolivo. Oggi quindi vi vado nel culo. E adesso querelatemi.