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mercoledì 15 gennaio 2014

La grande bellezza del mercato di riparazione

 
Matri ha la faccia d’angelo del fango tipica, Iakovenko no, lui dopo che la sfortuna torrenziale si è abbattuta sulla nostra linea d’attacco ha dimostrato di non avere i requisiti minimi dell’idrorepellenza richiesta durante questo tipo d’emergenze, incapace anche di spalare il semplice fango dei suoi detrattori. E sta davvero piovendo troppo, nell’Arno infatti galleggiano centinaia di pesci Rossi morti. Annegati. Il povero Iakovenko sprovvisto dei fondamentali indispensabili ad un’Arca che si rispetti, non avrebbe mai salvato la specie degli attaccanti esterni, lasciando la Fiorentina in balia dei falsi nueve. So che il passatempo preferito di noi tifosi è dire quello che avremmo fatto per cercare di salvare la Fiorentina dal diluvio, è legittimo e anche molto altruista, così vi racconto il mio primo passatempo perché è un’esperienza rivelatrice di come si possa ovviare alle difficoltà contingenti di una squadra alla frutta, con fantasia, decisione e un sano spirito imprenditoriale. Naturalmente parlo della meglio gioventù di San Frediano, di quando da bambini, d’estate, quando ancora la “passera” era meno importante della merenda, uno dei passatempi più diffusi tra i miei amici era quello di andare a rubare la frutta. Mi ricordo però che i nostri genitori ci proibivano di arrampicarci sugli alberi perché poteva essere pericoloso. La frutta fa bene ma la forza di gravità no, questa era la saggezza di una generazione uscita con forza dalla gravità della guerra. Allora noi, ogni notte, andavamo a scassinare direttamente i negozi di frutta e verdura. Matri è l’idea giusta per scassinare le difese avversarie dopo che la sfortuna, e non i genitori, ci ha proibito di cogliere il frutto direttamente dalla campagna, anche se nel nostro caso si parla di quella “acquisti” di una calda estate. Non so più se dopo questi nomi devo tornare a sognare, non so più se è realtà o finzione, se c’è illusione dentro di me o se davvero ci sono i requisiti per continuare a puntare l’obiettivo Champion, la vittoria in Coppa Italia e quella in Europa League. Non vorrei essere illuso dagli effetti speciali della campagna acquisti di gennaio come mi succede nei cinema multisala dalle poltrone comodissime, che rendono la finzione troppo reale. E poi, tra dolby surround e altre diavolerie, gli effetti sono così realistici che sembra davvero di essere dentro al film, come se invece di Iakovenko, Montella avesse messo dentro Rebic a Torino, probabilmente avrebbe vinto il Golden Globe con un cast d’attacco che la giuria avrebbe definito come “La grande bellezza” pur non avendo Sorrentino in regia ma solo Neto in porta. Essere in questo grande multisala dei sogni ha dei pro e dei contro, tutto sembra vero come i 37 punti in classifica, e non sarebbe niente se uno s’immedesima così tanto da trasformare certi sogni in realtà. Per esempio, l’ultima volta, durante la proiezione di un film di vampiri, il mio vicino di poltrona mi ha morsicato due volte. Questo è il bello del calcio, poi c’è anche quello che allontana la gente dagli stadi perché la gente odia assistere allo spettacolo indecoroso di persone che si insultano, che si picchiano selvaggiamente, che danno sfogo ai loro istinti più selvaggi. Per non parlare di quello che avviene tra il pubblico. Intanto la Bice mi segnala uno sfruttamento della manodopera minorile da parte del Chiari, e dalle immagini mi sembra parecchio minorile, che per riutilizzare l’uvetta dei panettoni avanzati, la fa ripristinare per poi farci il Pigato.