Sono un po’ di corsa, come una Opel incidentata, schiacciato cioè tra il guard rail che scorre per chilometri e chilometri e la partita di Coppa Italia Roma-Juve, la sveglia presto, la doccia e la barba. La fretta, si sa, è una cattiva consigliera, e penso a quanto siano consigliati male, per esempio, gli eiaculatori precoci sempre così di fretta, come del resto anche chi ha avuto troppo fretta di cambiare progetto e si è ritrovato con Barbara Berlusconi ad alzare l’asticella di Seedorf. Si, insomma la concitazione non aiuta, e probabilmente l’editoriale non sarà lucido come invece lo è il pavimento di questo bordello grazie al fatto che chi ci sputa poi ci si specchia. C’è confusione nella mia mente, come in quella di certi arbitri che fischiano il fallo di confusione e non fischiano il fallaccio di Spolli, e loro non sono schiacciati tra il guard rail. Magari! Confusione che si evidenzia anche nella trattativa che avrebbe dovuto partorire lo scambio Guarin-Vucinic e che invece ha partorito un topolino di nome Thohir. Adesso il topolino indonesiano, dopo aver bloccato in tempo la mossa sbagliata, per calmare i tifosi imbufaliti regalerà la Moss giusta. Forse. E così potremo dire che il topolino avrà partorito una coniglietta. Quello di cui sono certo è che quando si è confusi sulle scelte da prendere è sempre bene affidarsi alla saggezza popolare, una sicurezza, un po’ come dare la palla a Borja Valero, una cosa che tengo molto a raccontare perché me l’ha insegnata il povero zio Franco. Lui affidava la sua vita alla saggezza popolare dei proverbi. Anche se qualche volta faceva confusione. Ricordo che una volta zia Clelia lo cercò per una settimana arrivando fino a Tavarnuzze, poi lo trovò che aveva trascorso tutto quel tempo sulla riva dell’Arno vicino alla pescaia di Santa Rosa, aspettando inutilmente che passasse il cadavere di una gatta frettolosa. Sto partendo, ma prima di farlo ci tengo a precisare che la confusione colpisce tutti gli strati sociali, non solo lo zio Franco o Montolivo, non solo è presente in certi commenti sulla via Emilia, viziati da relazioni di stagiste che leggono analisi elvetiche tratte da alcune considerazioni a voce alta, e rauca, di Serse Cosmi. Penso soprattutto al mio direttore di banca di via dei Serragli, un episodio che quando è successo mi ha fatto pensare alla scarsa fiducia che gli istituti di credito hanno nei confronti dei loro clienti in periodi di crisi come questo, pensavo cioè che non concedessero volentieri le solite agevolazioni. E invece era solo confuso. Me ne accorsi quando gli chiesi un Fido e lui per tutta risposta mi ha regalato un cane. Un animale che mi consegnò insieme al libretto delle vaccinazioni invece che a quello degli assegni, poi si raccomandò di portarlo fuori spesso e di togliergli l’ipoteca.