Oggi è giornata di riflessioni, che a differenza di più sudaticce flessioni, allenano lo spirito invece di scolpire solo il fisico, oltre che giornata dal sapore di “brodetto” visto che sarò ad Ancona. Preso atto che le notizie dall’infermeria questa volta non evidenziano la fine di nessuna carriera sportiva, possiamo affrontare temi come quello dell’amicizia che troppo spesso vengono usati a sproposito. Spesso e soprattutto sul web dove questo concetto è stato irrimediabilmente stravolto da Facebook. Lo dico perché mi si fa passare per l’orco cattivo che non difende i propri amici, quelli per intendersi, che in quanto veramente tali non si limitano a mandare le cartoline, perché troppo desuete, gli amici si sa, fanno le cose in grande e al passo ci tempi, quelli più scrupolosi, infatti, scelgono le raccomandate. A questo proposito mi viene in mente mia madre proprio perché è la persona che più di tutte mi vuole bene, anche lei quante volte si sarà raccomandata, anche se purtroppo non essendo tecnologiacamente avanzata, l’ha potuto fare sempre senza la ricevuta di ritorno. Però si è sempre prodigata a spiegarmi di non prendere le caramelle dagli sconosciuti perché dentro potevano nascondere proprio il veleno insito nella raccomandata.. E mi tocca ancora una volta portare ad esempio il rapporto che io pensavo essere stato sempre sincero con il Bambi, che mi aveva permesso di sbattergli in faccia quelli che ritenevo essere i suoi difetti. Alla fine quello più importante non era il drogarsi o rubare per poi drogarsi, no, mi rendo conto che i buchi se li faceva tutti per se, mai che ne avesse trovato uno per inserirci un gesto d’affetto come una bella raccomandata, no, lui gli avvocati se li è sempre tenuti per le sue storie. Solo per i suoi cazzi. Bella riconoscenza dopo che avevo fatto di tutto per cercare di salvare il suo rapporto con la Cecilia. Lui non aveva molta dimestichezza con il sapone, faceva sì e no una doccia all’anno e non si lavava mai i denti. “Guarda che la Cecilia prima o poi ti lascia”, glielo avrò ripetuto mille volte, “Lavati”, e lui “L’uomo ha da puzzà”, a niente è valsa la mia puntualizazzione “Ma lei è una donna”, per lui il sapone era un segno di debolezza, “Così la perdi”. Quando la baciò per la prima volta, alla Cecilia venne il tetano. E la perse perché morì. Altra riflessione, In tempi di crisi e di Jobs Act è importante capire come il web incentivi l’invidia e grazie a questa anche la nascita di certe opportunità, c’è infatti chi s’inventa un nick e una nuova professione come quella del Delfino. Un animale delizioso che dopo i il mare e il fiume oggi dimostra di adattarsi benissimo anche al lago. Si dice che questo blog a causa di amicizie troppo affettuose e bisognose di assistenza legale vada propbabilmente nella merda, sono convinto che il Delfino potrà adattarsi benissimo anche a questo più torbido materiale organico. Penso che possa sguazzarci davvero felice. E poi in attesa di capire come asfaltare il Siena in Coppa Italia, una riflessione a più ampio respiro vorrei farla sul luogo dagli spazi più ampi che più di tutti amo per andare a fare certe riflessioni. Di solito scelgo posti isolati, in mezzo alla campagna dove trascorro lunghe ore a guardare l’orizzonte lontano, questo mi permette di non avere quei problemucci dell’età tipici di chi non mette bene a fuoco da vicino. Mi immergo così nelle selve incontaminate come ormai non si trovano più nemmeno sotto gli abiti delle suore, mi sdraio in mezzo a campi pieni di fiori e così rifletto anche su certe allergie ai pollini. Comunque le intolleranze peggiori rimangono sempre quelle alle raccomandate. Ma è in situazioni come queste che riesco a ritrovare me stesso, la condizione migliore per riflettere prima di scrivere le cose del blog. La penultima è che spero che i Rinaudo siano finiti, l'ultima riflessione è sui limiti della democrazia, perché su Fiorentina.it nessuno si sognerebbe mai di porre delle condizioni, sul blog è invece come coi figli, più dai e più vogliono. Comunque prendo appunti, respiro il profumo delle idee, tengo in bocca una spiga che così mi spiega come siamo condizionati da certe infrastrutture di pensiero tipiche del condominio. Medito e concentro la mia mente sul fatto che per salvare il mondo occorrerà scuramente prima di tutto fare qualcosa per recuperare Rossi, Gomez, poi c’è bisogno del contatto con la natura che ci tenga lontano dalle Poste, che sono sempre un luogo così insidioso. Sono momenti nei quali penso al terzo scudetto, al culo della Beatrice, e come dicevo, anche a recuperare il senso della natura. Sono momenti in cui riesco a prendere coscienza di tutto questo e che mi fanno ripromettere di tentare di convincere anche chi mi querela a fare altrettanto. Poi rimetto in moto il mio Suv 4.400 turbo, attraverso il bosco rombando come Gigi Riva e torno a casa più sereno.