In attesa d’immatricolare la vittoria in Sicilia vi devo alcune spiegazioni su certi miei atteggiamenti che potrebbero essere scambiati per un eccesso di tolleranza. Del resto questo blog non è un albergo e giustappunto nemmeno una casa di tolleranza. Caso emblematico è quello di un utente che frequenta per un periodo, poi non frequenta più e comincia ad utilizzare la distanza che ci separa per riempirla di parole non propriamente gentili, una per tutte proprio “Casa di tolleranza”, poi usa la stessa morbidezza lessicale di quelle parole così grondanti tolleranza, come Pollicino usava le molliche di pane per ritrovare la strada maestra. Pollicino, che in quanto piccola estremità calza a pennello con l'eru-dito. E io che faccio? A voi sembra che io non faccia, perché sempre secondo voi sarei molto tollerante o superiore a certe parole solo apparentemente morbide e gentili, tanto da passarci sopra. E’ giusto invece che vi confessi che non c’è niente di così elevato nel mio comportamento, anzi, il mio è al contrario un atteggiamento calcolato, fatto di mero interesse e di zero apertura mentale, non lascio mai niente al caso, e delle volte mi querelo persino da solo. Questo per dirvi quanto sia basso il mio profilo, mi sento un abitante degno di certe sale parto dove le suore recitano il ruolo delle protagoniste invece delle preghiere. Vi chiedo di riconsiderare la mia figura, sentitevi garantiti e protetti da un gestore calcolatore e non da un prono mollaccione. Vi faccio un esempio per giustificare il perché è possibile che io accetti in casa mia una persona che non mi ha descritto come suo ideale interlocutore e che quando torna a trovarmi, per ringraziarlo della sua franchezza confusa, gli faccio trovare pronto il tè con i biscotti. Io faccio sempre entrare in casa mia certe persone che si presentano come eruditi ispettori dell’Inps o della Asl, anche quando capisco subito che in realtà è solo un pretesto per rubarmi dei soldi. Ma io, mansueto come un’alce mentre bruca il muschio scandinavo, quasi sempre faccio comunque finta di cascarci e mi faccio fregare di buon grado un po’ di denaro. D’altra parte, ed è per questo che mi definivo un calcolatore spietato, trovo molto più comodo essere truffato a domicilio piuttosto che dover uscire per andare fino alla banca. E poi sono convinto che c’è un disegno, sono convinto che niente avviene per caso, anche quando uno sembra querelare a caso, tutto ha una sua logica e un suo fine in questo mondo, il ritorno del figliol prodigo potrebbe concatenarsi con la vittoria a Catania che a sua volta innesca altri avvenimenti apparentemente incomprensibili come appunto una querela, se presi singolarmente estrapolandoli dal contesto. Mi riferisco per esempio alle leggi della fisica che preordinano le orbite compiute dai corpi celesti (vedi immagine anche se in bianco e nero), o alla teoria della relatività, tutte cose abbastanza ovvie delle quali si conoscono i meccanismi che le determinano e la loro utilità nel contesto universale. Nutro però qualche incertezza per altri fatti, che nel loro realizzarsi sfuggono alle mie indagini e ai miei studi, per quanto possano essere approfonditi. E non mi riferisco al fatto che Seedorf sia diventato il nuovo allenatore del Milan senza esserlo mai stato prima, perché anche Montolivo è diventato capitano senza prima essere mai stato uomo. No, ma come, ad esempio, quando mi capita di pestare una merda di cane subito girato l’angolo di via del Leone.