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lunedì 30 aprile 2012

Niente gol ma solo Golgota


Arieccola ciucciata dalle streghe tornare a svolgere manovre allampanate, ansimare asfittica con tanto di pneumotorace, mencia come un sacco rapidamente svuotato dalle ultime prestigiose vittorie esterne, goderecce sì, ma miraggi in un deserto di soddisfazioni, e poi infortuni come pioggia acida, e squalifiche che ci costringono a raccogliere frutti ancora troppo acerbi, che allegano il palato come i cachi non ancora maturi. Grandi passi indietro anche senza Gamberini quindi, e mollezza comunque pur in assenza di Montolivo, e una sconfitta senza che questa volta possano essere considerati loro i colpevoli, è una sconfitta doppia, come al Quadrado erano invece quelle vittorie, ma per non perdere almeno i benefici dell’ultimo mese voglio considerare anche questa partita nel pacchetto della svolta, e analizzarla in quel contesto servirà almeno a rendere meno viziata quell’aria pesa e consumata che esce fuori da una partita dove si fuma e dove ci fumano. Molte sono state le partite che hanno consumato energie nervose e fisiche, mentre a noi ormai troppo stanca ricala invece la cataratta della tristezza sul campionato della Via Crucis, come sui nostri poveri gropponi martoriati, pesa la delusione di una partita che aveva tutti i presupposti, anche psicologici per dare uno straccio di continuità e alimentare una mini serie di vittorie, di quelle che rendono il lunedì quasi come il venerdì, se non fosse che non ti tocca la frittura di paranza. Ci credevo davvero a un filotto di vittorie, forse perché l’avrei preteso a parziale rimborso del fallimento di una stagione, appunto, che come sul Golgota ci vede arrancare con la croce, un rimborso che a questo punto invece andrà definitivamente insoluto come una ricevuta bancaria mandata a diritto, un interruzione di corrente quella di ieri, che sbrina il congelatore dove custodivamo quei due fagiani spennati nelle riserve di Roma e Milano, costringendoci così a buttare via tutto. JoJo sbaglia il rigore volutamente mirando il portiere già sdraiato in terra alla Frey, e lo fa per rientrare nel novero dei grandi, nella settimana degli errori d’autore di Messi e di Kakà, ma anche per riabilitare Ljajic che gioca male volutamente per solidarietà verso Montolivo, che è assente volutamente dopo aver saputo che anche la squadra sarebbe stata assente, come Rossi che proprio in virtù del tour de force avrebbe potuto fa ruotare non solo il nostro umore, dando almeno a Marchionni la possibilità di togliersi il muschio dal sedere. Salutiamo comunque l'esordio di Neto, faccina pulita e subito punita da un tanke vero, mentre un po’ ci preoccupiamo per quel destino cinico e baro, che tra i tanti che hanno dimostrato di avere la spalla tonda, va a offendere proprio la spalla del monumento eretto a centrocampo proprio contro il malcostume dell’assenteismo, dimostrando vandalismo allo stato puro nei confronti di una figura che per una ventina di minuti si è trasformato addirittura in un eroe un po’ tamarro sì, ma anche un po’ Beckembauer e un po’ Enrico Toti. Una Fiorentina che taglia sui costi della manovra presentandosi a Bergamo senza nemmeno la benzina nel serbatoio, che ci svuota l’entusiasmo come la manovra del Governo Monti il portafoglio, e intanto Renzi da il via alla notte bianca, dodici ore tra cultura e spettacolo, che in accordo con i DV ha evitato accuratamente che potesse essere proprio la Fiorentina a entrare in competizione distraendo i tifosi dall’evento, che avrà inizio oggi alle ore diciotto, e così la notte bianca ce l’hanno anticipata di un giorno, e per evitare una concorrenza considerata sleale, a Bergamo di cultura e spettacolo neanche a parlarne.