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martedì 17 aprile 2012

Tra Stramaccioni e strafalcioni

Qualche puntata fa tirai su un tramezzino divisorio in fretta e furia, poi la fame prese il sopravvento e del classico manufatto con tonno, uova e maionese non rimasero che aforismi e citazioni utilizzati per isolare la paura di retrocedere dalla felicità per la vittoria che sarebbe dovuta arrivare da Roma, che non è arrivata solo perché ancora non l’abbiamo potuta ottenere, e allora aspettando che arrivi quella con l'Inter utilizzerò gli strafalcioni di veri protagonisti, come carta catramata per impermeabilizzare questa tristezza che ci ha allagato, e così farla scivolare via. E “Speriamo di essere evolti” davvero, come disse Carlo Ancelotti quando ancora allenava la Roma, in un calcio che vive sempre le stesse polemiche di quando Carletto Mazzone lamentava errori arbitrali “ Dicono che gli errori arbitrali cor tempo se compensano. Allora dico: fate presto perché io sto qua pe andà in pensione e sto sempre in rosso”, allenatori che da sempre sono in discussione, ricordo Boskov filosofeggiare “Gli allenatori sono come le gonne. Un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio” e mi sembra vero anche nel nostro caso, visto che Delio ancora non c’è stato messo ma a qualcuno gli si sono quantomeno aperti i cassetti della memoria dove rovistare per cercare i vestiti della collezione 2011. Delio che sente molto questa situazione di tensione, e c'è chi come lui che mastica per scaricare e chi come Zeman che fuma “ non conto le sigarette che fumo ogni giorno, altrimenti mi innervosirei e fumerei di più”. In molti sostengono che non c’è cosa più noiosa nel calcio che ascoltare le interviste, un punto di vista questo sì noioso, e che voglio respingere con forza dando i giusti meriti invece non solo per quanto riesce ad esprimere sul campo, come quando Ancelotti diagnosticava Montero ha subito la frattura del sesso nasale” e il vulcanico Boskov scolpire parole rimaste ancora nel magma “se vinciamo siamo vincitori, se perdiamo siamo perditori”, per non dimenticare il mitico Ciccio Graziani che a Roma non hanno ancora dimenticato per il rigore sbagliato nella finale di Champion e per le sue parole dedicate a Filippo Tommaso Marinetti “sono talmente avanti che se guardo indietro vedo il futuro”. E poi bisognerebbero riconoscere a Cerci almeno delle attenuanti quando su Twitter viene colto a straparlare, perché non è farina del suo sacco, l’ha dichiarato lui stesso che si rifà ai grandi dello strafalcione, le sue sono solo delle cover arrangiate con l'aiuto della fidanzata, e famoso è il suo cavallo di battaglia ripreso dall'originale di Altobelli devo ringraziare i miei genitori, ma in particolare mia madre e mio padre”, e mi piace evidenziare la grande generosità di Alessio addirittura a prova di donazione di organi vista l'abbondanza di cui dispone, quando ha deciso di rispolverare un pezzo di Tacconi veramente intenso “i tifosi resteranno sempre nei miei cuori”, quello stesso Cerci che dice di non gradire affatto le telecronache di ultima generazione, detestando Caressa e adorando invece i due single più venduti di Pizzul  per la partita di oggi sono stati venduti 50.000 spettatori” e “ l'arbitro manda i giocatori al riposo definitivo”, e cosa dire di quando a “tutto il calcio minuto per minuto” si poteva ascoltare “il Milan batte un calcio d'angolo da posizione favorevole” oppure “spalti gremiti, spettatori esauriti”. E in molti, troppi,  di Totò Schillaci ricordano purtroppo solo i gol, sbagliando, solo perché accecati dal gesto atletico, non dando invece il giusto risalto al suo vero talento, che non era affatto di natura tecnica e ne tanto meno fisica, ma intellettuale, un genio rivalutato a posteriori, un incompreso che spesso aveva denunciato proprio quella sua inadeguatezza fisica “ Non ho un fisico da bronzo di Rialto” dimostrando in seguito di non avere niente da invidiare nemmeno a Woody Allen quando rese eterna una delle sue migliori esternazioni “ Per vincere bisogna segnare, e per segnare bisogna fare gol”, un exploit dal quale prese definitiva coscienza della sua forza espressiva, allora smise anche di fare gol per concentrarsi in quello che sarebbe stato il suo futuro, e dopo mesi di silenzio propiziatorio finalmente partorì “ E' un gol che dedico in particolare a tutti”. L'affermazione di Bellugi Trapattoni non si discute: è il miglior allenatore d'Europa, e forse anche d'Italia” è servita a me invece per rivalutarmi, perché allora Cerci è il più forte di tutti, e forse anche di me,  mentre c'è del rammarico nel vedere Zenga andare a rimboccarsi la lingua all'estero invece di rimboccarsi la coperta in una nostra sala doppia, un po' stampa e un po' studiolo, con la sua ultima dichiarazione prima di emigrare “ Guardiamoci le spalle e rimbocchiamoci le mani” e di pura scuola altobelliana invece quella sulla scaletta dell'aereo prima di volare via questa Inter è come un carro armato a vele spiegate”. Concludo con quella che ritengo essere una sacrosanta denuncia delle criticità colpevolmente nascoste che investono una categoria a forte rischio come quella di Pasqual, un dramma che solo il coraggio dell'ex interista Ferri ha portato alla luce con una dichiarazione drammatica “a livello mondiale, trovare un terzino sinistro con tutti e due i piedi è difficilissimo”, un concetto che ha scosso le coscienze fino a far vacillare un pezzo di ghiaccio, per non dire peggio, come Lothar Mattheus, che piangendo dichiarò “ questo è un altro paio di scarpe”. E visto che sono riconosciuto un po' da tutti come una grande fava, mi sembrava brutto chiudere con un argomento così forte, e allora per finire degnamente voglio citare il simpaticissimo e povero Peppino Prisco, perché mi da modo anche di riagganciarmi all'argomento di ieri, che tanto ci è caro, e che come faceva ben presente l'avvocato interista, si porta dietro una triste realtà che noi uomini superficiali non valutiamo solo perché attirati dalla prepotenza delle nudità, tanto da focalizzare l'attenzione solo su di esse per poi trovarci in difficoltà come si trovò lui davanti a Luisa Corna “ Ah, è lei? Non l'avevo riconosciuta con tutti quei vestiti addosso”.

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