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domenica 1 aprile 2012

L'orata giusta

Anche se piovesse e diventasse scivolosa da cogliere, oppure se non piovesse ma il sudore delle mille sgroppate la rendesse tale, anche se la dovessimo vivisezionare, squamare e diliscare, sarebbe comunque opportuna. Anche se dolce è vincere e non dormire, anche se vincere vorrebbe dire abbracciare un tuo compagno, anche se il compagno di Dolce si chiama Gabbana e quello che devi abbracciare dopo aver vinto è un voltagabbana. Scivolosa, guizzante, ancora viva e fresca, la riconosci sempre dall'occhio che non deve essere spento come invece quello di Cerci dopo aver spento una spigola e mangiato gli spigoli della brace credendo che fosse nero di seppia. Bisogna pescarla con tutte le forze, e se ce ne sono poche ne vanno comunque trovate delle nuove, con il carattere e la motivazione per non cadere nella rete delle ripartenze del Chievo, e anzi fargli presente che se hanno tanta voglia di ripartire, qualche buonanima che gli riaccompagna alla ristazione la troviamo senza nessun problema. Va servita ai tifosi senza tanti intrugli per fargliela gustare appieno, lasciamo perdere per carità la panna o la maionese che sanno tanto di svantaggio, ci mostrino invece un partita fresca che non abbia bisogno di essere coperta da salsine per mascherarne la scarsa qualità, l'inadeguata conservazione e l'approvvigionamento datato, ma un bel pomeriggio di quelli appena attraccati, di quelli che a Napoli direbbero che si sente ancora il sapore del Marek. E quando saremo al commento dovremo sviscerarla con l'entusiasmo di chi è riuscito a portarla a casa, e non eviscerarla per metterla nel forno con le patate e i patemi, perché si sa che se non si è abituati a maneggiare bene il forno diventa pericolante e non pericoloso, come la classifica di chi lotta per salvare la pelle e non la cottura, di chi è in apprensione per la rimanenza nella massima serie e non per le rimanenze che sono sempre un indizio che gli invitati non hanno gradito. Data l'importanza potremo anche chiudere un occhio se ce ne fosse servita una di quelle allevate, perché ci sono dei buoni allevamenti come anche devono esserlo gli allenamenti e diventare cruciali per portare sulla tavola del consumatore finale un prodotto sano e di una qualità soddisfacente, specie per un pubblico esigente e soprattutto bisognoso come il nostro. Non c'è altra pietanza che ci possa riempire meglio oggi la panza, è proprio arrivata l'orata di portarla a casa e di pagare il conto di questo campionato, un conto salato ma che pagheremo anche volentieri se alla fine, dopo esserci alzati dalla partita, potessimo mostrare soddisfazione per quella che sarà stata una bella vittoria e non un pesce d'Aprile.