Invece che al televoto dobbiamo dare lo stop agli appelli pur non essendo a XFactor ma all'ora X, visto che gli organizzatori della maratona di New York ci hanno comunicato nella tarda mattinata di ieri, che con quello di Spalletti gli appelli a stringersi intorno alla squadra avevano raggiunto il numero massimo consentito dopo che Renzi aveva chiuso l'accordo per farli stampare tutti sulle pettorine dei partecipanti. Sappiamo che la partecipazione degli atleti amatoriali è limitata solo a una parte delle oltre centomila richieste che arrivano ogni anno, e anche il mio appello sarà quindi stampato su quella dell’amico Furio che partirà da via dell’Orto, Diladdarno, e che si farà i suoi 42.195 metri del percorso pur sapendo del grande rischio che corre visto che è detto popolare da quanto è risaputo, che da via dell’Orto dopo la maratona ci ritorna spesso un uomo morto. Furio avrà stampata in petto la mia preghiera che gronda però di smarrimento di fronte al paradosso dell'ingente numero di “sos” lanciati verso chi è deputato per antonomasia a stare più vicino alla squadra, ma che sembra non avere più nessun Xfactor del tifoso, ne la capacità di comprendere che l’ora X è già scoccata da tempo, e che l’unica X che riesce a concepire invece è quella delle braccia incrociate. Per carità tutto lecito, anzi, basterebbe che chi sciopera andasse a fare due tiri con i peruviani al prato del Quercione, e gli altri invece di fare gli appelli andassero allo stadio, magari equipaggiando i cassaintegrati del tifo di un Salvavita Beghelli in modo che se qualcuno si dimentica il testo di un coro si pigia il bottone e ci si fa dire, l’importante è farlo prima che scatti la mobilità, e che allora per rabbia contro il padrone ci suggeriscano di gridare Viola merda! Dicevamo della pettorina di Furio che avrà stampato “ Abbonatevi al vostro cervello prima ancora che in curva “. Ma proprio mentre stavo inviando il testo del mio appello alla tipografia che si occupa di stampare le pettorine della maratona di New York, hanno cominciato a suonare prima le campane e poi le chiarine, una musica celestiale improvvisa ha avvolto la città, ho avuto uno smarrimento fino a credere all’imminente apparizione della Madonna, per un momento ho pensato di essere il nuovo Paolo Brosio, poi un bagliore lontano e cinguettii, mi è passato accanto il Torcini che ha la tabaccheria in Via Romana, noto oppositore dei Della Valle, che invece del solito disprezzo nei confronti del ciauscolo e del Verdicchio mi ha detto con voce rassicurante “ci si salva” . Agli accessi della Ztl è magicamente scattato il verde e come per incanto e come da ragazzo sono arrivato con la macchina fin sotto al campanile, sono andato a pendere un gelato da Grom per capire, sciarpe Viola e sorrisi, ho pensato alla Pasqua e alla resurrezione, poi un grido di dolore ha squarciato piazza de’ Cimatori, e subito pioggia come in Blade Runner, e dalla Pasqua i miei pensieri sono precipitati, cupi, ai Maya e alla fine del mondo, tutti scappavano, e allora ho preso per un braccio un ragazzo con la sciarpa viola che piangeva e correva, che correva e piangeva, e dopo averlo bloccato mi ha detto “ Era solo venuto in visita”. Smarrito e pensando al Papa sono corso verso via Calzaiuoli mentre una donna gridava il Santo, il Santo era solo in visita, e un corteo inferocito gridava “Viola Viola vaffanculo, Viola Viola Vaffanculo!!! Mi sono appiattito al muro fino a quando minaccioso è uscito un ragazzo che mi ha preso per il bavero - E te che fai non urli? Mi ha gridato in faccia. – Sono un tifoso della Samp in gita scolastica – gli ho risposto, e allora prima mi ha dato una pacca sulla spalla e poi mi ha abbracciato.