E' una bellissima Fiorentina quella che è ripartita
dall'Isola Tiberina, dalla quale siamo venuti via con la cassa del tesoro piena
di quei tre punti di diamante da vent'anni naufraghi sul Tevere, dopo una
crociera fluviale che ci aveva visti partire dalla Pescaia di Santa Rosa con
una squadra talmente chiatta da farci schiattare di rabbia, imbarcando acqua
fino ai Navigli, dai quali, dopo essersi imbarcati finalmente a bordo di un più
consono bateau-mouche, abbiamo cominciato ad apprezzare finalmente anche il
lavoro di Big Babol Capannelle al quale dedicherei la copertina. Si, insomma,
anche se non proprio sulla Senna, almeno con una squadra che ha dimostrato un
certo senno calcistico, mentre fino ad allora sembrava essere senza capo e ne
coda, e così come ci aveva deluso prima di attraccare all'idroscalo, Delio ci è
piaciuto da lì fino a quando è passato sotto al ponte Milvio. Siamo sempre
nella Rive droite della classifica, però intanto abbiamo cenato navigando con
le luci della ribalta e con una bella pajata di gol, e poi tanto, tanto vino de
li castelli per festeggiare l'arrotato destro di Lazzari, che ha trasformato
l'asma per una vittoria che sembrava ormai sfuggita, in un'orgasma che ha
scacciato il fantasma della paura di retrocedere. Da sottolineare come Jovetic sia
sia davvero ben integrato nel nostro calcio e paese, perché anche pur non sentendo
sua la celebrazione del 25 aprile, ha comunque voluto quantomeno aprire la
discussione sulla crisi della sinistra dopo che di testa ha proiettato
sull'Olimpico una “Palombella Rossi”. E oggi mi sentirei di sponsorizzare la
riconferma di Delio per ricominciare a pensare a una Fiorentina finalmente di
tutti, anche se un po' temo quelle sue doti di sciamano nel riuscire a
procurare rovesci, ma se la squadra si confermerà questa fino alla fine, magari
chiudendo intorno ai 50 punti e andando sulla Rive gauche della classifica,
quella conferma se la sarebbe pure meritata, come non se la meritava invece per
quanto fatto fino a Milano. Se vogliamo tirare fuori del buono da questo
campionato, bisogna cercare di dimenticare le doti da rabdomante di Capannelle,
e riconoscergli intanto il merito di aver avuto ragione su Lazzari, di aver
finalmente dato una identità interessante alla squadra, e tra una ciccingomma e
l'altra di averci tolto un po’ di amaro in bocca per la disfatta interna con la
Juve e non solo, attraverso vittorie prestigiose, ma soprattutto di aver messo
in vetrina la coppia Nastasic – Camporese che ha potenzialità illimitate, con
De Silvestri in rampa di lancio, Kharja che ci tranquillizza per
l'apprezzamento che avevamo esternato quando fu acquistato, riuscendo poi a
gestire la patata bollente Cerci, ripresentandocelo come un giocatore che ha
subito riacceso la fantasia, viene da pensare se adesso non si a il caso di
sbucciarla quella patata per capire meglio se scommetterci anche per la
prossima stagione. E per dare un qualche senso a questo campionato proverei a
vincere le rimanenti quattro partite in modo da immagazzinare l’entusiasmo che
ci servirà per lavorare, speriamo in un ambiente finalmente coeso, e devo dire anche
con un certo orgoglio, che da questo avamposto del tifo ce l'abbiamo messa
tutta nel pensare positivo, cercando di stemperare le polemiche e i mal di
pancia della piazza, in maniera costruttiva, fino a pronosticare quello che
sembrava impossibile, e forse anche per questo che delle vittorie di Milano e
di Roma ci vogliamo prendere pure qualche merito, anche solo per averci creduto
e per aver combattuto il disfattismo dilagante. E il popolo Viola gode anche
nel vedere il ritorno alle soddisfazioni coincidere con l’assenza di Vargas,
Gamberini, che però ha solo la colpa di essere in una fase calante della sua
carriera, ma soprattutto per la mancanza di Montolivo, che ne raddoppia la felicità,
perché la sensazione è che quelle vittorie continuino a marchiarne
negativamente l’addio. Già impazza la discussione se sia o meno una coincidenza
quella della fioritura della squadra, se sia o no lui il pesticida, oppure solo
un frutto della casualità, a me piace pensare che l’uomo di Caravaggio porti la
sua casualità a Milano, che infatti da quando sono uscite le notizie sul suo
contratto rossonero, il Milan ha perso il primo posto in campionato ed è uscito
dalla Champion. A Firenze ci piace una cucina abbastanza robusta, dai sapori
decisi che non legano con quella slavata del suo essere il “Merisi e bisi” del
calcio italiano, e visto che a Milano un po’ se ne intendono di risotti e il tempo
è galantuomo, vedremo se il suo sarà un piatto gradito alla Scala del calcio o se
sarà messo nel sotto scala dentro alla ciotola del cane.