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giovedì 26 aprile 2012

Palombella Rossi


E' una bellissima Fiorentina quella che è ripartita dall'Isola Tiberina, dalla quale siamo venuti via con la cassa del tesoro piena di quei tre punti di diamante da vent'anni naufraghi sul Tevere, dopo una crociera fluviale che ci aveva visti partire dalla Pescaia di Santa Rosa con una squadra talmente chiatta da farci schiattare di rabbia, imbarcando acqua fino ai Navigli, dai quali, dopo essersi imbarcati finalmente a bordo di un più consono bateau-mouche, abbiamo cominciato ad apprezzare finalmente anche il lavoro di Big Babol Capannelle al quale dedicherei la copertina. Si, insomma, anche se non proprio sulla Senna, almeno con una squadra che ha dimostrato un certo senno calcistico, mentre fino ad allora sembrava essere senza capo e ne coda, e così come ci aveva deluso prima di attraccare all'idroscalo, Delio ci è piaciuto da lì fino a quando è passato sotto al ponte Milvio. Siamo sempre nella Rive droite della classifica, però intanto abbiamo cenato navigando con le luci della ribalta e con una bella pajata di gol, e poi tanto, tanto vino de li castelli per festeggiare l'arrotato destro di Lazzari, che ha trasformato l'asma per una vittoria che sembrava ormai sfuggita, in un'orgasma che ha scacciato il fantasma della paura di retrocedere. Da sottolineare come Jovetic sia sia davvero ben integrato nel nostro calcio e paese, perché anche pur non sentendo sua la celebrazione del 25 aprile, ha comunque voluto quantomeno aprire la discussione sulla crisi della sinistra dopo che di testa ha proiettato sull'Olimpico una “Palombella Rossi”. E oggi mi sentirei di sponsorizzare la riconferma di Delio per ricominciare a pensare a una Fiorentina finalmente di tutti, anche se un po' temo quelle sue doti di sciamano nel riuscire a procurare rovesci, ma se la squadra si confermerà questa fino alla fine, magari chiudendo intorno ai 50 punti e andando sulla Rive gauche della classifica, quella conferma se la sarebbe pure meritata, come non se la meritava invece per quanto fatto fino a Milano. Se vogliamo tirare fuori del buono da questo campionato, bisogna cercare di dimenticare le doti da rabdomante di Capannelle, e riconoscergli intanto il merito di aver avuto ragione su Lazzari, di aver finalmente dato una identità interessante alla squadra, e tra una ciccingomma e l'altra di averci tolto un po’ di amaro in bocca per la disfatta interna con la Juve e non solo, attraverso vittorie prestigiose, ma soprattutto di aver messo in vetrina la coppia Nastasic – Camporese che ha potenzialità illimitate, con De Silvestri in rampa di lancio, Kharja che ci tranquillizza per l'apprezzamento che avevamo esternato quando fu acquistato, riuscendo poi a gestire la patata bollente Cerci, ripresentandocelo come un giocatore che ha subito riacceso la fantasia, viene da pensare se adesso non si a il caso di sbucciarla quella patata per capire meglio se scommetterci anche per la prossima stagione. E per dare un qualche senso a questo campionato proverei a vincere le rimanenti quattro partite in modo da immagazzinare l’entusiasmo che ci servirà per lavorare, speriamo in un ambiente finalmente coeso, e devo dire anche con un certo orgoglio, che da questo avamposto del tifo ce l'abbiamo messa tutta nel pensare positivo, cercando di stemperare le polemiche e i mal di pancia della piazza, in maniera costruttiva, fino a pronosticare quello che sembrava impossibile, e forse anche per questo che delle vittorie di Milano e di Roma ci vogliamo prendere pure qualche merito, anche solo per averci creduto e per aver combattuto il disfattismo dilagante. E il popolo Viola gode anche nel vedere il ritorno alle soddisfazioni coincidere con l’assenza di Vargas, Gamberini, che però ha solo la colpa di essere in una fase calante della sua carriera, ma soprattutto per la mancanza di Montolivo, che ne raddoppia la felicità, perché la sensazione è che quelle vittorie continuino a marchiarne negativamente l’addio. Già impazza la discussione se sia o meno una coincidenza quella della fioritura della squadra, se sia o no lui il pesticida, oppure solo un frutto della casualità, a me piace pensare che l’uomo di Caravaggio porti la sua casualità a Milano, che infatti da quando sono uscite le notizie sul suo contratto rossonero, il Milan ha perso il primo posto in campionato ed è uscito dalla Champion. A Firenze ci piace una cucina abbastanza robusta, dai sapori decisi che non legano con quella slavata del suo essere il “Merisi e bisi” del calcio italiano, e visto che a Milano un po’ se ne intendono di risotti e il tempo è galantuomo, vedremo se il suo sarà un piatto gradito alla Scala del calcio o se sarà messo nel sotto scala dentro alla ciotola del cane.