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lunedì 9 aprile 2012

Un mercoledì da leoni

Mi viene in mente “Un mercoledì da leoni” perché i presupposti potrebbero esserci tutti, speriamo, ma sul sequel del famoso film dedicato al surf, per sfruttare al meglio l'onda buona della vittoria farcita d'uvetta e canditi, peseranno mai come in questo caso le scelte del cast, decisioni oggettivamente difficili, che dovranno lievitare sapientemente in questi giorni proprio come “l'è 'l pan del Toni”, una ricetta quella del panettone, che Delio potrebbe riproporre dopo averla imparata proprio là dove è nata. La scelta della formazione che affronterà il Palermo potrebbe risultare una trappola micidiale per Rossi, e col senno del prima l'accetterò qualsiasi sia il risultato finale, senza giudicarla, affidandomi alle sue capacità, perché se mette la formazione vincente di sabato e fallisce il match, apriti cielo con i “titolari” in panca, se non lo fa recuperando gli squalificati e fallisce, peggio mi sento. Si dirà che è proprio per fare delle scelte e prendersi delle responsabilità che viene pagato profumatamente, ma siamo realmente a un bivio importante di una stagione già sufficientemente fallimentare, da dove potrebbero arrivare conferme che il futuro è già iniziato. Scelte difficili perché Delio deve prenderle senza perdere di vista l'obiettivo vitale della salvezza, davanti a una piazza che sembra aver già intravisto nella vittoria di Milano la geometria giusta di un assetto che non prevede più per un motivo o l'altro proprio gli assenti di quella vittoria, e che spinge verso quella direzione. Oggi però bisogna fare i conti con l'oggi per salvare anche il domani, salvare la pelle prima di lasciarsi andare alla tentazione di pensare già a una nuova avventura, proprio lontano da chi l'ha già rifiutata da tempo, e proprio qua si nascondono le difficoltà per Delio, al quale mi affido con fiducia, perché se la indovina questa volta getta definitivamente le basi su cui costruire un futuro comune, e dà alla società la possibilità di iniziare a lavorare per ricostruire organigramma e ambizioni. E' lui e solo lui che potrà e dovrà capire se la squadra si aspetta anche psicologicamente di essere riconfermata, oppure se riconosce ancora legittimo il rientro degli assenti, e se è vero come penso che quella di mercoledì sarà una partita troppo importante per non curare anche il minimo particolare, una volta lasciata a Delio la decisione non facile di riconfermare la squadra vittoriosa oppure no, mi chiedo perché fuori da quelle che saranno le scelte tecniche, non aspettarsi che Diego torni a Firenze a vedere la partita, per dare un ulteriore segnale importante all'ambiente che così bene ha funzionato a Milano, anzi, se i suoi impegni lo permettessero, saremmo noi questa volta a tirare fuori dallo zainetto degli attrezzi del tifoso, proprio una di quelle sue tre D, perché venire allo stadio mercoledì, per lui dovrebbe essere un dovere. Poi, come sempre toccherà alla squadra riabbracciare definitivamente il suo pubblico, basta con le paure da una parte e basta con l'indifferenza dall'altra, la crisi d'amore è finita con il viaggio in seconde nozze a Milano ed è ora solo di ricominciare, e poi se è vero che gli uomini importanti servono per determinare anche col carisma, se occorrono i presidenti e anche quelli che non hanno bisogno della carica per esserlo, e sulla scia della defibrillazione che Diego sembra aver dato sabato, allora spero proprio che il nuovo DS punti a un fine mandato prima che a un fine contratto, e si presenti a Firenze portandoci il grande colpo Sarkozy, perché con un centravanti gollista là davanti faremmo davvero paura.