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sabato 14 aprile 2012

A sbaforisma

Nell’attesa di andare a vincere a Roma ho costruito il post di oggi con aforismi e citazioni come fossero mattoni forati da otto, l'idea dell'architetto è stata quella di tirare su un bel tramezzo che separi la nostra preoccupazione per la classifica dalla felicità di una vittoria all’Olimpico, pronti però subito dopo aver incamerato i tre punti, a buttarlo giù alla faccia dell'architotti. Il perché potremmo vincere domani dopo aver perso in casa con il Chievo e con il Lecce, e dopo aver espugnato il campo della capolista, ce lo spiega molto bene Osvaldo SorianoIl calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce” ed è proprio bello dritto in questo mistero che pianto il mio ottimismo come un chiodo nel legno, e sempre utilizzando il pensiero di Soriano aggiungoIn fin dei conti il calcio è fantasia, un cartone animato per adulti”. Capisco però che parlare con me in maniera razionale vista la poesia che mi sgorga da dentro altissima, sia una mera speranza, o meglio ancora Aldissima come la Merini, ma voglio dare soddisfazione anche a coloro che chiamano Oraziocinio il proprio cane costretto così a vivere una durissima vita tra regole ferree come in un collegio svizzero, e vi propongo una massima di quel gran piedi per terra di un Trapattoni Il pallone è una bella cosa, ma non va dimenticata una cosa: è gonfio d’aria”. E per dare una spiegazione ad un’annata piena di sofferenze invece, che ci vede inaspettatamente coinvolti nella lotta per non retrocedere, come sempre divisi tra chi la colpa la da alla scarsa qualità della rosa, chi invece alla poca professionalità di chi va in campo, e chi se la prende con la conduzione tecnica, voglio spendere le parole di Bill ShanklyIl calcio è come un pianoforte: otto persone lo caricano in spalla, e tre sanno suonare quel dannato strumento”. E poi ancora il pensiero del vecchio Bill per sostituire il napalm usato dalla parte più vietnamita della tifoseria che si dimentica di vivere il calcio come un gioco, per sostituirlo con un po' di buonsenso “ C’è chi dice che il calcio sia questione di vita o di morte: non concordo con questa affermazione; posso assicurarvi che è una questione molto, ma molto più seria”. Poi ho trovato le parole di Dino Risi che riporto con gioia perché è un grande riconoscimento a Tocca l’Albicocca del quale avrebbe voluto anche raccontare le gesta in un film rimasto in cantiere solo perché non ha avuto il tempo di realizzarlo, e per farsi perdonare gli ha dedicato questo pensiero “ Fede è andare allo stadio quando puoi vedere la partita in televisione”. Tornando a giocare in casa, nel senso che dopo il successo della casa del prosciutto, all'inaugurazione della mia casa della poesia ho invece voluto recitare le parole di Jorge Luis BorgesOgni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio”, e bandito invece le parole dure di Erma Bombeck che alla casa del prosciutto dopo aver bevuto un bicchiere di troppo aveva gridatoQuando un uomo guarda tre partite di calcio di fila, dovrebbe essere dichiarato legalmente morto” perché sennò non si capisce come mai allora Pasolini avrebbe detto “ Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, uno sport che è trasversale a paesi e culture, così tanto che Serge Uzzan ci ricorda “ Gli inglesi hanno inventato il calcio, i francesi l’hanno organizzato, gli italiani lo mettono in scena”. Per quanto riguarda invece quella strada costellata di pentatleti, che il calcio sembra aver ormai definitivamente imboccato, sempre più desilvestrizzato e scarmigliato perché sempre meno squadre hanno la possibilità di farsi la Messi in piega, il mio idolo e maniscalco del dribbling Johan Cruijff ha detto “ il calcio consiste fondamentalmente in due cose. La prima: quando hai la palla, devi essere capace di passarla correttamente. La seconda: quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la puoi controllare, tanto meno la puoi passare”. Concludo evidenziando un altro aspetto importante e mai così attuale, che investe la Fiorentina in questa fase delicata della stagione, dove le gambe tremano e dove per questo salta anche il fattore casa (dopo quella del prosciutto e della poesia, è stata aperta anche quella degli orrori), e per farlo prendo in prestito un ultima riflessione ancora da Bill Shanklygran parte del successo nel calcio sta nella mente. Devi credere di essere il migliore e confermarlo sul campo” , e allora mi viene in mente cosa sia passato mai nella mente di Cerci per capire non tanto del suo successo, ma di cosa sia successo quando con il piatto destro ha voluto non tanto passare De Ceglie a De Silvestri, ma passare da fesso a de stra e a manca, e poi Vargas che crede fermamente di essere il migliore ma non avendo il Tom Tom aggiornato ha sbagliato campo per dimostrarlo, e così per cercarlo in tutta fretta si è ribaltato. 

34 commenti:

  1. E allora diciamoglielo, a Erma Bombeck,
    che un bel morir tutta la vita onora! E visto che Pollock ci parla di ontologia
    del calcio, vediamo noi di parlare di chi abbia le carte in regola per
    filosofarci sopra. La risposta è lapidaria: tutti coloro e solo coloro che
    abbiano praticato quello sport a livello agonistico, a qual livello che sia.
    Gli altri, a partire dalle donne, quando ne parlano mi fanno la figura di
    ciechi dalla nascita che vogliono parlare della luce del giorno: possono al massimo far
    poesia, ma di reale non diranno nulla. Quando leggo certi post interminabili o
    certi serial, multinickeschi o meno, che mai propongono analisi tecniche,
    interpretazioni del gesto, schede articolate su un giocatore, ricostruzioni di
    clima in campo e negli spogliatoi, mi dico che sono di fronte a uno che non ha
    mai assaggiato le pedate sugli stinchi di Lele60 sul campo della Cattolica, non
    gli sputi del pubblico oltre la rete a Dudda, non le gibbosità del campo della
    Reman, non le gomitate alla milza quando stacchi di testa in area, non la
    pioggia gelida battente per novanta minuti che Dio manda, non le risse di
    spogliatoio nell’intervallo, non le fisime del tuo mister, non la tensione del
    pre-partita, non lo strappo del muscolo della coscia in allenamento mentre stai
    cazzeggiando. Nel sitone, ci sono utenti che, solitamente, salto a piè pari
    nella lettura (al massimo, mi ci diverto estrapolando una spigolatura più stolta delle altre e partendo in divagazione) perché so che appartengono alla schiera degli Esclusi: faccio come quando ho
    dovuto visitare appartamenti o case per comprarle, astraggo dalla mobilia
    vomitosa in truciolato adorna di souvenir cheap and vulgar di Venezia o di
    Urbino, in mezzo a quadri di nature morte dipinte, si direbbe, intingendo il
    pennello in culo.

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  2. Un po' di pedigree per capire se sono tra i promossi del Colonnello.Eh eh eh.
    Nella prima interpreto Dante Alighieri al teatro Cantero di Chiavari ai tempi del Liceo. Nella seconda, di pochi anni fa, stanno per lanciarmi in cielo al traino di un motoscafo in Tunisia. Nella terza ( sono quello sulla destra) sto facendo una maratona piovosa tra Portofino e Sestri Levante ( giunsi quinto tra gli amatori, la mia miglior performance), nella quarta, di molti anni fa, giuro che quello col numero dieci che sta entrando in area non è Antognoni ma sono io.

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  3. Borges, per sua e nostra fortuna, è caduto in ciecità solo dopo aver visto diverse partite di pallone. Altri, per loro e nostra sfortuna, continuano a guardarle, senza vedere. E senza, ne sono quasi certo, avere mai avuto l'imprinting dello spogliatoio fumante in inverno - tra effluvi di the e olio canforato - e dell'odore dell'erba rasata di fresco in primavera. Per quanto riguarda le donne che scrivono di calcio, sempre meglio che si dedichino a quello, piuttosto che bruciare sui fornelli uno dei piatti del nostro ospite Pollock. E le donne, pochissime, che a calcio hanno addirittura giocato? Credo che il loro parere conti ugualmente poco più di quello di un cieco dalla nascita. Avete mai osservato una partita di calcio femminile, e una tra ciechi col pallone sonoro? Sono straordinariamente simili.

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  4. Chiari, manca la foto del salto nel cerchio di fuoco, eheh! Anvedi che atleta...Però credevo che la foto del campo da calcio fosse un esperimento per medium alla ricerca di presenze e fantasmi, io non vedo nulla! Io chiedo di essere creduto sulla parola, e mi tengo gli scatti di rovesciate e tiri alla Antognoni, ché sono fermamente convinto, da indigeno 2.0, che le foto diffuse sul web rubino l'anima.

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  5.  Jorge Valdano [del quale consiglio a tutti il meraviglioso "Il sogno di Futbolandia"]:

    - Chiunque, dovendo andare da un punto A a un punto B, sceglierebbe
    un'autostrada a quattro corsie impiegando due ore. Chiunque tranne
    Riquelme, che ce ne metterebbe sei utilizzando una tortuosa strada
    panoramica, ma riempiendovi gli occhi di paesaggi meravigliosi
    - Le cose stanno così: il calcio è progredito come il traffico. Prima
    circolare era facile, adesso è diventato un inferno. La realtà è che il
    campo, a pelo d'erba, sta diventando intransitabile.
    - Presto o tardi, l'allenatore italiano avrà pietà del cavaliere
    solitario che schiera in avanti e gli metterà vicino qualcuno a fargli
    compagnia: un cane, un gatto o un canarino.
    - Quel giorno Cruyff si mise a protestare con l'arbitro per un fallo senza
    importanza. E dato che l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni,
    suggerii a Cruyff di tenere quel pallone e di darcene un altro, visto
    che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi. Cruyff mi
    chiese: come ti chiami? «Jorge Valdano». E quanti anni hai? «Ventuno».
    «Ragazzino, a 21 anni a Cruyff si dà del lei».

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  6. Eravamo in seconda  categoria, Deyna, con uno spogliatoio vero e tanto di olio canforato prima e the caldo a fine allenamento ( due la settimana) e dopo la partita. La foto è degli anni sessanta consumata dal tempo, come altre, perché poi in Costa Rica ebbi la bella idea di esporle, però se guardi bene sulla destra tra le nebbie si vede un numero dieci che scatta. Eh eh eh. Il peggior allenatore  e malfidato, fu quello che si voleva sincerare ogni volta che il portiere stesse in porta, il migliore fu il nostro compaesano Bruno Baveni ( Genoa e Milan di Gianni Rivera)che in estate veniva ad allenarci volontariamente. Certo manca il salto alla Starace, ma quello andava di moda prima e non nella  mia parte politica, in compenso ne ho giocando a tennis in tornei di club, sulli sci ed in mountain bike in gare amatoriali, a cavallo per sette anni nella giungla del Guancaste, dove veniva usato come mezzo di trasposto dai Ticos più poveri, anche il sabato notte per farsi riportare a casa ubriachi fradici.

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  7. Deyna , quel giorno con Cruyff, Valdano aveva scoperto la rivalità Real-Barca....

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  8. Oggi sono ufficialmente stato scaricato dal Colonnello con questo suo post manicheo....

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  9. Refuso: sulli sta per sugli.

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  10. Ah ecco, ora son riuscito a [intra]vedere! Pensa te, 10, ti facevo più mediano alla Bertini...ma forse eri un "trequartista atipico" ante litteram ,eheh. Il cavallo è un bellissimo animale, ma ho sempre avuto un debole più per asini e muli. E ancor più per i cani, ovviamente sudamericani, manco a dirlo...Dogo argentino e fila brasileiro, può darsi che tu ne abbia visto qualcuno, da quelle parti.

    http://www.youtube.com/watch?v=CwrAXNfcgns

    http://www.youtube.com/watch?v=L2LbRYUyWKA&feature=related

    Forse Jordan il fila l'ha visto, tra un culo e un altro, in Brasile...

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  11. Deyna tu menti sapendo di mentire, mascalzone che non sei altro, non è vero che ti piacciono gli asini visto come tratti Montolivo eheheheheh!!!

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  12. Niente del genere, Deyna, io sto parlando del Centro America, Costa Rica e Venezuela , dove, sui litorali,  imperversano los  perros  de playa, figli di nessuno in compenso innocui.

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  13. Eheh, DEEP, credi che le pasionarie alla fine ci denunzieranno all'Enpa?
    Vero, CHIARI, non pensavo che ti muovi in località turistiche, là...

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  14. Io gongolo per la citazione del Poeta,anche se tra un po'inizia il terrificante pranzo del sabato con parentado annesso...

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  15. Tocca, ma l tuoi weekend si svolgono tra tavolate di parenti, fiesole e formaggini in giro per l'Italia? E tu se' sempre dietro a magná o a 50 mt dal campo. Non è che fai parte come me della tifoseria che mai ha calcato un prato con striscie bianche e bandierine e sei invece fan di tavole e panini al lampredotto mangiati nei parcheggi bus con il puzzo egli scarichi come sottofondo?

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  16. Refuso: Guancaste sta per Guanacaste.

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  17. Io, povero ingenuo, invece continuo a pretendere, in ogni fottuta partita dove scenderà in campo con la nostra maglia e visto che lo farà, che Montolivo giochi come ha giocato in nazionale l’ultima volta, in una partita amichevole, solo perché aveva paura di perdere il posto.

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  18. Notizie dall'Africa

    Caro Pollock,
    ti spacco ancora gli zibidei,ma vorrei chiedere al Colonello come ha fatto a sapere dei miei passati all Cattolica Virtus.
    Grande club giovanile,organizzazione perfetta,maestri di calcio vecchio stampo,pochi fronzoli e tanta sostanza.Orioli,Leonardi,Bargiacchi;gente che
    se sbagliavi uno stop,ti mettevano un'ora a calciare al muro per stoppare il rimbalzo.Comunque e' vero e concordo sul tema in oggetto.Chi ha giocato,non importa tanto in quale categoria,sa bene cosa vuol dire uno stop,arte di saper marcare a uomo(cosa rara oggi e fondamentale spesso colpevolmente ignorato da chi insegna calcio oggi),raddoppiare,dettare il passaggio,conoscere i tempi di inserimento negli spazi,e la fatica che nasce dal correre,la saliva che sale alla bocca copiosa,l'acido lattico che impedisce di eseguire alle gambe cio' che il cervello detta.
    Tutti coloro che hanno avuto questi privilegi,tali sono,hanno una visione,non dico superiore,che passerei per classista,ma comprendono meglio le difficolta',le esecuzioni,il gesto tecnico,le scelte,e gli errori.Credo che molti che scrivono qui,abbiano gli stessi passati.Sono arciconvinto che la maggioranza di questi,sono anche coloro che apprezzano poco Montolivo.Da qui la teoria femminile del Colonnello.Io ero un Behrami,per intendere per come mi approcciavo alla partita,e fin da piccolo ho sempre dato tutto.Avevo gia'discreta personalita' e quando vedevo un mio compagno che  non aiutava,che pensava di essere il migliore per diritto divino e non si sprecava,ecco,lui nello spogliatoio aveva dei problemi con me.Mi mettevano sempre sul 10 avversario,tiravo le punizioni e sui corner mi mettevo appena fuori l'area ad aspettare un rinvio sbilenco.Purtroppo quando mi prese la Fiorentina,allenata da Cervato,il mio legamento crociato,si sfibro',rompendosi quasi,e necessitava un'operazione a quei tempi difficile e soprattutto di lunghissima riabilitazione.
    Dato che non ero De Sisti o Merlo,le prospettive di un futuro da calciatore,si azzerarono.Un giorno magari vi raccontero' quando marcai Paolo Rossi in un match per me indimenticabile.
     
    Per il match con la Roma,non sono per niente pessimista.Rivedendo i gol del Lecce,se riusciamo a inserirsi da dietro come a Milano,loro in fase di non possesso sono scarsi,e possiamo bucarli.Ma restano le inquietudini difensive contro un Osvaldo in grande forma,senza Nastasic.
     
    Un  caro saluto a tutti
     
    Lele
     
    P.S. Tocca,inutile dire che su Montolivo la penso come te al 100%,e Kahrja,se giocano insieme,non potra' MAI giocar bene.

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  19. Eeeeeehhhhhh, Lele...! E tu devi ricordare quando giocando contro di voi mi sfracellai sul vostro portiere (un tozzo biondo, che manco si preoccupò, dopo, di come stessi) il quale mi era uscito addosso a valanga: frattura al metacarpo della mano sinistra e a quarant'anni, di fronte a Palazzo Campana a Colle, sento una fitta proprio in quel punto sì che il mio medico mi dirà «E' un reumatismo che si è fissato su quel vecchio trauma»; ad ogni inizio d'autunno e di primavera, per quindici giorni, benedivo con sante orazioni il tuo compagno, Lele, finché qualche anno fa, miracolosamente, tutto è sparito. Ero in gran forma, vi avevo segnato in apertura un gol su azione personale (la sola cosa che sapessi fare: ero un Cerci con maggior vocazione al contenimento, ma una forma leggera di sindrome di Gilbert – eccesso di bilirubina nel sangue – non mi ha mai permesso assoluta continuità di anda e rianda in partita), in quell'altra azione stavo per raddoppiare (credo che fosse il tuo allenatore, dalla panca, a gridare al terzino, troppo tardi ormai, «Segalo segalo!») ma a quell'epoca i portieri molto potevano fare che oggi procurerebbe loro il rosso diretto. Poi pareggiaste e anzi dilagaste: per forza, ero uscito io, er mejo! Comunque voi eravate un club modello, con una preparazione fisica da tutti invidiata e un modello di gioco quadrato, organizzatissimo, disperante per le squadre avversarie. Su Tonto, carissimo Lele, io non dico che chi abbia giocato a football in competizione debba per forza giudicarlo negativamente, dico che chi non ha strumenti per giudicare mi fa ridere e basta quando lo porta alle stelle. Lasciamo stare poi l'argomento aspecifico e a doppio taglio usato contro Deyna a suo proposito: se è accusabile di latente omosessualità chi non lo apprezza (per passarellismo oppositivo, dicesi) sarebbe facile ritorcere nel senso di una libido pipandi da parte dell'accusatrice. E poi il gozzuto risponde ben più dei passarellici all'identikit di glabro gadget passivo-efebico delle riviste gay stile «Babilonia». Altra volta, Lele e voi altri salottieri, parleremo dei calcisticamente ciechi dalla nascita tra i prensadori: in Florence, essenzialmente, il magico quartetto composto dall'Unghevese Vicchione (messo allo sport per non far danno, t'inventa lo scandalo africano e poi vive di rendita da trent'anni su quella scandalosa balla rivelatasi tale), Rimbambello Rimbamboscia (il meno colpevole, alla sua epoca si entrava apprendisti prensadori come si entrava garzoni in panetteria: oggi, invece, no, per fortuna, ci si entra grazie al coglionazzo di papà che è nel mestiere, ahahahahahahah!), Ciccimmondo (un super-obeso frustrato e invidioso già all'età di otto anni e mezzo e che s'è vendicato dedicandosi a oggetto a lui ignoto perché non lo voleva nessuno mai a giocare ai giardinetti) e il Disc-Jockey (che prima di scrivere le sue cagate senza fondo di fogna confessava candidamente di non essere mai entrato allo stadio).

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  20. Tutte significative le aforisposte, con foto e affreschi valdani, Lele poi mi ha ricordato l'Orioli (quasi cieco) che dopo aver lavorato alla Cattolica ho avuto come preparatore atletico a Tavarnuzze, e poi lo scatenato Blimpe che ci dovrebbe precisare però, a proposito di quelle nature morte, in quale culo era intinto il pennello perché se fosse quello della Cassini dovrebbero essere rivalutate.

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  21. Pollock, sappi che sono già in patema per la foto propiziatrice di domani! Sarà difficile far meglio che con la Nadia, ma per la Fiorentina questo ed altro!

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  22. Chiari hai mai pensato che forse quei 15 minuti di Nazionale sono l'eccezione piuttosto che la regola?

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  23. Hai letto il P.S. di Lele, Tocca? La mia è tutta fatica sprecata, anche quando la paternità di un opinione è mia i meriti te li prendi tu lo stesso (...grazie Mario....). :-)))

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  24. Deep certo, sono l’eccezione ma di questi ultimi due anni, non degli anni precedenti per i quali si guadagnò la fascia di capitano e la proposta di rinnovo quinquennale col  raddoppio di stipendio, il tutto con l’unanime ed entusiastico consenso dei tifosi viola e la conseguente rabbia-delusione per il suo rifiuto.  Da due anni a questa parte s’è comportato, per me, indegnamente, proprio in considerazione di quanto invece avrebbe potuto e dovuto dare anche in assenza di rinnovo.

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  25. Grazie Lele..eh,eh,eh....Non ti crucciare Deep,capita spesso ancha a me...
    http://www.youtube.com/watch?v=h_GNH5D3wCQ

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  26. E poi Deep io insisto su quei minuti anche perché sono un metro di quello che Montolivo può fare, se vuole.  Non stiamo parlando di un exploit difficilmente ripetibile, come può essere un gol capolavoro, ma di un rendimento, di una grinta, di una determinazione, di una cattiveria agonistica,  che ha messo in quella circostanza perché stimolato dalla paura di perdere il posto di titolare. Tutte cose che si possono fare sempre o quasi, basta avere gli stimoli giusti,basta volerlo.

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  27. Colonel, la libido pipandi la riciclerò all'infinito! E' anche musicale. Non leggo i quotidiani locali da più di 20 anni, o chi è i'Ciccimmondo? Devo dire che da bambino, oltre che sognare partite ormai passate in giudicato leggendo i libri di Gianni Brera, non vedevo l'ora fosse lunedì per leggermi su La Nazione le righe di Masieri e Picchi. Paragonati agli scriventi di adesso, mi sembravan dei giganti. E forse lo erano, a confronto.

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  28. Ahahahahahahah Tocca, mi hai capito al volo, ahahahahah ovviamente scherzavo!!!
    Chiari, con tutta la buona volontà anche negli anni d'oro io non ricordo cose spettacolari da parte di Montolivo, ovvio che fino a 2 anni fa era meglio di adesso ma quanto meglio? Per me pochissimo. Il ricordo che di se mi lascerà sarà quello di un buon giocatore con delle potenzialità totalmente inespresse dal punto di vista professionale e quello di un uomo di merda che si è circondato di persone di merda dal punto di vista umano e io sto segnando i giorni del calendario che ci separano dal 30 giugno come fanno i carcerati in vista di una prossima liberazione!!! 

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  29.   Ripropongo il video, che sia augurale per domani:

    http://www.youtube.com/watch?v...


    Scene dal salotto buono di Pollock: gruppo di tifosi viola in un interno.

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  30. Ops, ho appena letto che i campionati son sospesi per la morte dello sfortunato Morosini.
    A quel che leggo non possiamo fare nemmeno le condoglianze ai familiari, sembra che sian tutti morti, han picchiato duro su quella famiglia da lassù. Che dire? Che la terra ti sia lieve, Piermario, non è consolante ma almeno sei morto nella tua legge, su un campo da calcio.

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  31. Io non  sto parlando di un Montolivo fuoriclasse ma di un buon giocatore, come riconosci anche tu, Deep, ma veramente buono perché centrocampista completo ( tecnica e quantità) e di buon rendimento, tanto completo e buono e di costante rendimento da essere una colonna del Prandelli Show, da andare ai mondiali titolare, o giù di lì, e dove tutto sommato si distinse rispetto agli altri azzurri, e soprattutto che quando gli fu proposto il rinnovo quinquennale col raddoppio e la fascia di capitano, non per la bassa classifica ma per riaprire un ciclo europeo,  nessuno a Firenze si scandalizzò, neppure tu, credo, neppure quelli che ora danno di lui i giudizi più liquidatori. Da due anni a questa parte poi, il mio giudizio coincide esattamente col tuo, da tutti i punti di vista.

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  32. Questi fatti sconvolgenti hanno l’unico
    pregio di farci capire quali sono le vere tragedie. Ciao Piermario, la vita ti
    è stata troppo breve. 

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  33. Ho fatto tante elucubrazioni su questo weekend e il mistero presente nelle nostre esistenze ci ricorda che nulla è nelle nostre mani. Riposa in pace Piermario!

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