E' toccato a Natali e a Pasqual la triste incombenza di portare i libri in tribunale, dopo che sulla pratica di questo campionato è stato vergato il fallimento con due bei Rigoni, e ora non rimane che andare all'asta per vedere di salvare il bene dalla serie B sperando che come per incanto non si presenti anche il Lecce, all’incanto. La squadra ha dimostrato di avere una manovra pesantemente ipotecata dalla paura, ormai indebitata fino al collo nei confronti dei tifosi e della propria dignità, non c'è nessuna equità tra gli stipendi percepiti e il rendimento dei giocatori, evidentemente c'è Equitalia che invece pesa come un macigno su una classifica rateizzata fino al dissanguamento. Non è tempo delle polemiche che baratto volentieri con la richiesta di accesso al credito della fiducia per cercare tutti insieme la maniera di tirare fuori il meglio e non il peggio da questo gruppo, stringendoci intorno alla squadra per far diventare il Franchi un fortino e non un panfortino che tutti prendono a morsi con gusto. La società deve però imporre il silenzio a quei giocatori che invece di concentrare le proprie energie per tirarci fuori da una situazione nella quale hanno contribuito a infilarci, le sperperano straparlando di cose che non gli competono, così come Rossi che deve smettere di dichiarare che lui la squadra l'ha trovata così, perché poteva anche non accettare l'incarico se riteneva che fosse tanto scarsa, si prenda anche lui le sue belle responsabilità e ci porti fuori da questo tunnel. L'appunto che ho fatto alla società e ad alcuni giocatori ha la presunzione di essere costruttivo proprio perché adesso è il momento di essere famiglia vera, bisogna farsi forza per superare le difficoltà, poi faremo tutte le analisi e chi preferisce il genere anche i processi, perché oggi il rischio è veramente grande e ce lo ha mostrato proprio la squadra nel deserto del suo gioco, anzi nel dessert del suo gioco che sa tanto di budino tremolante. E proprio per questo un appunto lo faccio anche ai tifosi della Fiesole con i quali non condivido una protesta masochista come quella di scioperare per un tempo davanti alla partita più importante in un momento delicatissimo, a me sembra che gli interessi siano comuni e quindi più logico fare di tutto per salvare il salvabile prima di chiedere il conto. Se c'è bisogno di sangue per una trasfusione di attributi e cuore non ci si può dimostrare delle rape così, perché è notorio che non se ne possa tirare fuori da un simile atteggiamento scaduto prima nel rancore, e scivolato poi nella logica della rivendicazione, una faida del sentimento che è sbagliata in assoluto e clamorosamente nei tempi, come il tempo di Natali nel passaggio all'indietro, di Pasqual nel rinvio e di Delio Rossi nell'abbigliamento. Adesso è ufficiale la nostra seria candidatura alla retrocessione, ufficiale come il “giudiziario” che si è presentato negli spogliatoi alla fine della partita per mettere i sigilli sul pacchetto di ciccingomme di Delio Rossi fino alla restituzione dell'intero debito delle aspettative di tutti coloro che lo avevano accolto in trionfo ed avevano investito su di lui i risparmi di una vita di tifosi, gli stessi che oggi si ritrovano truffati come negli anni 80, dopo aver fondato Rete Mia, aveva fatto l'imbonitore televisivo Giorgio Mendelio attraverso la sollecitazione abusiva del pubblico risparmio, e il tifoso conscio della difficoltà di riavere indietro il maltolto è diventato ormai schievo della paura.