Si
va a Bergamo finalmente con un po' di vento in poppa, budelline e
lampredotto, una salsa verde di campo da gioco, che ci dovrebbe veder
giocare con i nervetti distesi, mi aspetto una squadra tignosa,
volitiva, vogliosa di dimostrare il suo valore ritrovato, anche
capace di cambiar pelle più volte nella stessa partita, un
centopelli insomma. Francamente ci sentiamo un po’ meglio in questa
vigilia, dopo che il campionato, invece, almeno fino alla trasferta
di Milano ci aveva minato la salute, ci si sono torte le budella,
tanto che per andare avanti siamo già al quarto stomaco della
stagione, l’abomaso appunto, e come il lampredotto, il tifoso Viola
è stato cotto a lungo in acqua, anzi in brutte acque, con
cercipolla, disprezzemolo e sedano, ingredienti che sedano davvero il
tifoso fino a togliergli la passione. Finita la cottura però,
ecco la magia che sboccia in una Milano paninara sì, ma solo
di Timberland, e poi in quella Roma considerata città di
eternit dove ci siamo presi tre belle puntarelle scendendo in campo
tra l’altro senza nessuna puntarella di ruolo, insomma, i vari
Ibra e Totti ce li siamo messi dentro al “semmelle” e gli abbiamo
inzuppati nello stesso brodo di cottura nel quale si trova adesso a
decantare quell’altro brodo di Montolivo. Sale e pepe finalmente a
condire una stagione povera come è povero il cibo di strada,
come povero di attaccamento alla maglia è risultato chi ha
fatto la salsa verde con il Milan per prendersi tutta la salsa e
lasciare i suoi ex tifosi al verde. E poi olio piccante, che da dove
scriviamo è stato usato abbondantemente anche per condire
l’attesa di partite importanti e momenti difficili, per propiziare,
che abbiamo reso ancora più piccante con la rassegna di
attrici che ci hanno fatto il tirocinio con il peperoncinio che gli
usciva da tutti i porri, che ci hanno fatto diventare talpe, slavati,
lavati dopo, e salvati alla fine dalla conoscenza della tana, quella
libera tutti, ma dal bagno soprattutto. E non ci deve essere trippa
per quei quattro gatti di Bergamo, adesso è tutta roba nostra
quella rimasta sul piatto del campionato, fuori gli scarponi per fare
anche la scarpetta, e se piove che sia pure in inzimino, in umido
cioè, con verdure a foglia, ma senza quella bietola che da
quelle parti c’è cresciuta. Schermaglie a centrocampo con il
Lazzaro purgante romano in ascesa nei nostri cuori, e frattaglie a
più non posso, nel senso di metterci animella, cuore, polmone
e rognone, perché rognosi gli vogliamo, su ogni pallone,
perché se non si fosse capito “si vole” vincere anche a
Bergamo, allungare la striscia di risultati positivi, di vittorie,
per fare il tris poi con il Novara in casa. C’è voglia e
bisogno di straviziare, di godere, di rifarsi in qualche modo di una
stagione avara, e siccome qualcuno delle nostre parti, nell'inferno
di questa stagione ci ha detto “galeotto fu il libro e chi lo
scrisse”, noi, con l’essenza della cucina di strada fiorentina e
con la Fiorentina diciamo “galeotto fu il lampredotto a Bergamo”,
e già che siamo a parlare di bolliti, vorrei ricordare a
quella testina di Montolivo con passata, che a Firenze il panino con
il lampredotto ci piace con una faccia del pane inzuppata nel brodo,
che è cosa ben diversa da un brodo con la faccia inzeppata con
una passata, vincere domani quindi, e poi a chi non ci “vole”,
via andare, noi ci teniamo maglia e lampredotto, e a qualcun altro
forse, panchina e zafferano.