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lunedì 4 marzo 2013

Tra torti e tortiglioni

E’ stata la Fiorentina tatticamente più in maschera della storia di Montella al quale è mancato solo il carro con Mascara per cambiare il corso della storia della partita, per fare della corsia di Pasqual il vero corso mascarato. Anche se siamo in piena Quaresima il Carnevale sembrava alle porte, e a proposito di travestimenti, in porta, Viviano si è messo il costume di Obelix con tutta la sua pesantezza sul gol del Chievo. Solo Elio a San Remo mi era sembrato più goffo. E così la squadra mascarata non si è riconosciuta e ha sofferto dell’identità celata dal suo allenatore, nessuno l’ha riconosciuta nemmeno sugli spalti se non quel furbone di Corini che tra i moduli Viola da riempire con idee strampalate ha organizzato un Cofie breack sfruttando il nostro disagio tattico. Montella come Renzi ha pensato di rottamare il tre-cinque-due salendo in Compper, perdendo non tanto le primarie quanto la fisionomia di squadra nel primo tempo. No, non ci è piaciuta nonostante la vittoria, fortunosa anche nella scelta vincente di Larrondo al posto di Jovetic, figlia di scelte che andrebbero sviscerate fino al nocciolo, farcita di errori gustosi come ciliege visto che uno tira l’altro, con il nocciolo sputato sul piatto dove si era mangiato bel calcio fino a quel momento. E’ bastata l’assenza di Cuadrado, oppure nella testa di Montella era rimasto il pandemonio di Diamanti, uno sconquasso che ha procurato nel Mister il voto di protesta per un movimento con tre punte invece di cinque stelle. Trombato poi finalmente il modulo del primo tempo ci è voluto un brasiliano di Frattamaggiore per allargare la squadra e sbagliare tutti i cross, Montella come Hansel e Gretel lascia cadere briciole di buonsenso per far ritrovare alla squadra la strada tattica conosciuta, mentre il Chievo paga lo sforzo del primo tempo, e così la Fiorentina più in chiaroscuro della stagione, vince grazie all’ oScuro Larrondo che trova l’ottavina reale, ma anche grazie alla topica reale sul fuorigioco da parte della terna arbitrale, è vero che la Fiorentina ha sbagliato il possibile ma anche il Chievo riparte da Firenze con i suoi bei rammarici. L’unico che non riesce proprio a mascherarsi è il solito Pizarro anche se fa di tutto per non apparire lo stesso, per non farsi riconoscere travestendo la sua partita di uno strano anonimato, alla fine però l’arbitro lo scopre e allora l’ammonisce, mentre Tomovic e Compper non giustificano la panchina di Savic e Roncaglia. Le scelte di Montella sembrano figlie della rabbia per la sconfitta di Bologna che toglie lucidità visto che si è presentata una squadra con uomini fuori ruolo e con una prevedibile assenza di automatismi,  si è cercato di sostituire la strada vecchia per quella nuova con la ricerca del colpo del singolo che non si trova, ed è vero che le occasioni ci sarebbero anche state, se non ci fosse stata però anche la sofferenza e l’inferiorità  numerica a centrocampo. Se è vero poi che ci siamo lamentati spesso per scelte arbitrali contrarie, è giusto oggi riconoscere di essere stati avvantaggiati da un plateale errore sul gol di Larrondo, e visto che solitamente ci siamo avvelenati la settimana pensando ai torti subiti, oggi vorrei rendere merito al guardalinee del quale pubblico la foto per dare un volto a quello che invece di un torto ci ha fatto finalmente ingoiare un tortiglione bello saporito, una decisione la sua, che qualcuno potrebbe valutare non proprio chiara, insomma,  come l’avremmo definita noi dopo averla subita, figlia cioè di uno che sembra avere le mani in pasta.