E’
stata la Fiorentina tatticamente più in maschera della storia di
Montella al quale è mancato solo il carro con Mascara per cambiare il
corso della storia della partita, per fare della corsia di Pasqual il
vero corso mascarato. Anche se siamo in piena Quaresima il Carnevale
sembrava alle porte, e a proposito di travestimenti, in porta, Viviano si è
messo il costume di Obelix con tutta la sua pesantezza sul gol del
Chievo. Solo Elio a San Remo mi era sembrato più goffo. E così la
squadra mascarata non si è riconosciuta e ha sofferto dell’identità
celata dal suo allenatore, nessuno l’ha riconosciuta nemmeno sugli
spalti se non quel furbone di Corini che tra i moduli Viola da riempire
con idee strampalate ha organizzato un Cofie breack sfruttando il nostro
disagio tattico. Montella come Renzi ha pensato di rottamare il
tre-cinque-due salendo in Compper, perdendo non tanto le primarie quanto
la fisionomia di squadra nel primo tempo. No, non ci è piaciuta
nonostante la vittoria, fortunosa anche nella scelta vincente di
Larrondo al posto di Jovetic, figlia di scelte che andrebbero sviscerate
fino al nocciolo, farcita di errori gustosi come ciliege visto che uno tira
l’altro, con il nocciolo sputato sul piatto dove si era mangiato bel
calcio fino a quel momento. E’ bastata l’assenza di Cuadrado, oppure
nella testa di Montella era rimasto il pandemonio di Diamanti, uno
sconquasso che ha procurato nel Mister il voto di protesta per un
movimento con tre punte invece di cinque stelle. Trombato poi finalmente
il modulo del primo tempo ci è voluto un brasiliano di Frattamaggiore
per allargare la squadra e sbagliare tutti i cross, Montella come Hansel
e Gretel lascia cadere briciole di buonsenso per far ritrovare alla
squadra la strada tattica conosciuta, mentre il Chievo paga lo sforzo
del primo tempo, e così la Fiorentina più in chiaroscuro della stagione,
vince grazie all’ oScuro Larrondo che trova l’ottavina reale, ma anche
grazie alla topica reale sul fuorigioco da parte della terna arbitrale, è
vero che la Fiorentina ha sbagliato il possibile ma anche il Chievo
riparte da Firenze con i suoi bei rammarici. L’unico che non riesce
proprio a mascherarsi è il solito Pizarro anche se fa di tutto per non
apparire lo stesso, per non farsi riconoscere travestendo la sua partita
di uno strano anonimato, alla fine però l’arbitro lo scopre e allora
l’ammonisce, mentre Tomovic e Compper non giustificano la panchina di
Savic e Roncaglia. Le scelte di Montella sembrano figlie della rabbia
per la sconfitta di Bologna che toglie lucidità visto che si è
presentata una squadra con uomini fuori ruolo e con una prevedibile
assenza di automatismi, si è cercato di sostituire la strada vecchia
per quella nuova con la ricerca del colpo del singolo che non si trova,
ed è vero che le occasioni ci sarebbero anche state, se non ci fosse
stata però anche la sofferenza e l’inferiorità numerica a centrocampo.
Se è vero poi che ci siamo lamentati spesso per scelte arbitrali
contrarie, è giusto oggi riconoscere di essere stati avvantaggiati da un
plateale errore sul gol di Larrondo, e visto che solitamente ci siamo
avvelenati la settimana pensando ai torti subiti, oggi vorrei rendere
merito al guardalinee del quale pubblico la foto per dare un volto a
quello che invece di un torto ci ha fatto finalmente ingoiare un
tortiglione bello saporito, una decisione la sua, che qualcuno potrebbe
valutare non proprio chiara, insomma, come l’avremmo definita noi dopo
averla subita, figlia cioè di uno che sembra avere le mani in pasta.