Mi
è piaciuto molto il rinnovo a Lupatelli, un gesto che certifica la
qualità della Società e che dà anche una certa sicurezza sul grado di
attenzione dimostrato da chi deve costruire una grande squadra,
sicurezza o 626 che è importante almeno quanto il 343 di Montella, visti
tutti gli infortuni sul lavoro, ultima in ordine di tempo la rovinosa
caduta del Milan a Barcellona. Anche se però questo rinnovo contrattuale
della ballerina di terza fila evidenzia fragilità emotive importanti,
una sensibilità certo troppo meno ruvida e quindi meno apprezzabile da
chi aveva sponsorizzato un attaccamento di tipo più zampariniano, o da
chi invece del fair play ha sempre preferito la disponibilità meno
titubante a riempire di soldi certe valigette per farne dei giochi
preziosi come quello della corruzione. Si è voluto evidentemente
previlegiare anche l’aspetto umano per conservare certi equilibri di
spogliatoio, e lo si è fatto dandone il giusto risalto, oggi che
all’interno del nuovo centro sportivo nato in pieno ridimensionamento
non ci sono più asticelle di traverso ad impedire di fare gruppo. Si
dice che Borja Valero non sopporti di veder giocare Montolivo al Camp
Nou perché ha un cugino milanista che dopo martedì non sta più bene,
mentre il Barcellona ha chiamato direttamente Macia per capire se c’è
qualcun’altro che vuole alzare l’asticella, perché loro sarebbero
parecchio contenti. Una certa stampa asservita aveva trasformato il
catenaccio del Milan all’andata per un’impresa, la stessa stampa che
elargisce voti alti al campionato di Montolivo come se fossero
certificati medici di congiuntivite. E mentre la Fiorentina per
Montolivo era diventato un legittimo impedimento, per i tifosi del Milan
adesso la speranza è che il ragazzo abbia dentro di se anche
l’ambizione di misurarsi nel campionato argentino e magari voglia
andarsene al Bocassini Juniors. C’è chi giura di averlo sentito dire di
non sopportare di vedere Gattuso giocare nel Sion, e chi non l’ha
sentito con le sue orecchie è lì che ci spera con tutta la speranza. C’è
piaciuta l’enfasi che si è voluto dare al rinnovo del terzo portiere,
c’è piaciuto il fatto che la società sia stata presente con Pradè e
Macia, e con loro anche il capitano, perché dimostra così di essersi
finalmente depurata, e visto che in città ci sono diversi ponti, e che i
ponti sono strutturali a un certo andirivieni anche convulso di qua e
Diladdarno, non vorremmo più che le acque chete ce li rovinino. Evviva
quindi il rinnovo di chi mette a disposizione del gruppo il suo
attaccamento, un uomo dalle basette e dai principi importanti, un uomo
Vinavil che è molto meno vil di chi non val la nostra maglia, un uomo
che fa da collante anche se noi continuiamo a preferire che lo indossi
la donna, anzi che se lo sfili come faceva Sophia Loren davanti a
Mastroianni. La Bice trafelata intanto mi scombina la scaletta e il
finale dell’editoriale, arrivando con un’intervista verità dove una
Cristina De Pin disperata racconta che ieri sera Riccardo le ha
confessato di non sopportare il fatto di vedere Papa Francesco
affacciarsi da quel balcone mentre lui l’affaccio ce l’ha sui Navigli.
Annunciandole il digiuno sessuale e la volontà di prendere i voti che
non siano quelli taroccati della Gazzetta dello Sport.