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giovedì 14 marzo 2013

Cosa faccio se ho ho solo quell'affaccio

Mi è piaciuto molto il rinnovo a Lupatelli, un gesto che certifica la qualità della Società e che dà anche una certa sicurezza sul grado di attenzione dimostrato da chi deve costruire una grande squadra, sicurezza o 626 che è importante almeno quanto il 343 di Montella, visti tutti gli infortuni sul lavoro, ultima in ordine di tempo la rovinosa caduta del Milan a Barcellona. Anche se però questo rinnovo contrattuale della ballerina di terza fila evidenzia fragilità emotive importanti, una sensibilità certo troppo meno ruvida e quindi meno apprezzabile da chi aveva sponsorizzato un attaccamento di tipo più zampariniano, o da chi invece del fair play ha sempre preferito la disponibilità meno titubante a riempire di soldi certe valigette per farne dei giochi preziosi come quello della corruzione. Si è voluto evidentemente previlegiare anche l’aspetto umano per conservare certi equilibri di spogliatoio, e lo si è fatto dandone il giusto risalto, oggi che all’interno del nuovo centro sportivo nato in pieno ridimensionamento non ci sono più asticelle di traverso ad impedire di fare gruppo. Si dice che Borja Valero non sopporti di veder giocare Montolivo al Camp Nou perché ha un cugino milanista che dopo martedì non sta più bene, mentre il Barcellona ha chiamato direttamente Macia per capire se c’è qualcun’altro che vuole alzare l’asticella, perché loro sarebbero parecchio contenti. Una certa stampa asservita aveva trasformato il catenaccio del Milan all’andata per un’impresa, la stessa stampa che elargisce voti alti al campionato di Montolivo come se fossero certificati medici di congiuntivite. E mentre la Fiorentina per Montolivo era diventato un legittimo impedimento, per i tifosi del Milan adesso la speranza è che il ragazzo abbia dentro di se anche l’ambizione di misurarsi nel campionato argentino e magari voglia andarsene al Bocassini Juniors. C’è chi giura di averlo sentito dire di non sopportare di vedere Gattuso giocare nel Sion, e chi non l’ha sentito con le sue orecchie è lì che ci spera con tutta la speranza. C’è piaciuta l’enfasi che si è voluto dare al rinnovo del terzo portiere, c’è piaciuto il fatto che la società sia stata presente con Pradè e Macia, e con loro anche il capitano, perché dimostra così di essersi  finalmente depurata, e visto che in città ci sono diversi ponti, e che i ponti sono strutturali a un certo andirivieni anche convulso di qua e Diladdarno, non vorremmo più che le acque chete ce li rovinino. Evviva quindi il rinnovo di chi mette a disposizione del gruppo il suo attaccamento, un uomo dalle basette e dai principi importanti, un uomo Vinavil che è molto meno vil di chi non val la nostra maglia, un uomo che fa da collante anche se noi continuiamo a preferire che lo indossi la donna, anzi che se lo sfili come faceva Sophia Loren davanti a Mastroianni. La Bice trafelata intanto mi scombina la scaletta e il finale dell’editoriale, arrivando con un’intervista verità dove una Cristina De Pin disperata racconta che ieri sera Riccardo le ha confessato di non sopportare il fatto di vedere Papa Francesco affacciarsi da quel balcone mentre lui l’affaccio ce l’ha sui Navigli. Annunciandole il digiuno sessuale e la volontà di prendere i voti che non siano quelli taroccati della Gazzetta dello Sport.