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sabato 9 marzo 2013

La tradizionale ambizione

Adesso è proprio schiacciata, la Fiorentina è come una schiacciata alla fiorentina, con tanto di giglio in petto e un velo di speranza, oltre allo zucchero a velo. Perché quella con la Lazio sarà una partita che ci vede schiacciati tra la solita dimensione, quella di una squadra dalla tradizionale ambizione a spiccare il volo che si scontra con una realtà dura che spesso invece la respinge. E’ una situazione tradizionale appunto come la schiacciata alla fiorentina che a differenza delle ambizioni calcistiche della squadra lievita in tutti i forni della città nel periodo di carnevale. Io preferisco quella di Giorgio, mentre per la squadra vanno benissimo Andrea e Diego, nel 700 veniva chiamata “stiacciata delle Murate” con riferimento all’allora carcere fiorentino delle Murate. Pare che il dolce fosse riservato come ultimo boccone di vita dolce quando venivano condotti al patibolo in Porta alla Croce oggi  Piazza Beccaria. E mi sembra che a Lazio si possa accomunare la situazione dell’ultimo viaggio verso la dimensione dolce del salto di qualità, la differenza sarà quella di riportare a case salva la pelle, magari con abbondanti tracce di zucchero a velo sul bavero della nostra speranza finalmente soddisfatta. Poi ci sono gli esagitati dell’ottimismo, quelli come me che per intendersi avevano addirittura parlato di scudetto alla fine del girone d’andata, esagitati della cremosità che la schiacciata la preferiscono tagliata a metà e riempita con panna o crema chantilly, e i pessimisti che invece vedono sempre nero e ci vorrebbero la cioccolata, resta il fatto però che l’unico tratto nell’aspetto di tutte è il caratteristico simbolo del giglio fiorentino ricavato spolverizzando del cacao. Ecco, non sploverizziamo via anche questa volta l’occasione per addentare il boccone dolce del salto di qualità, non voglio dire con questo che contro la Lazio dovrà essere la madre di tutte le partite, ma che per la schiacciata alla fiorentina ci voglia il lievito madre quello si. Chi gioca gioca, chi impasta impasta, vittoria come grasso che cola, e strutto come unico grasso per renderla più morbida, naturalmente bassa pur mantenendo la sofficità, che alla fine è come gioire di una grande vittoria pur mantenendo un profilo basso come appunto quello della schiacciata. Anche se giochiamo in trasferta mi viene in mente Toni là davanti, ed è l’unico accenno di formazione che mi sento di fare, diciamo una caratterizzazione che vorrei dare alla partita come l’aromatizzazione con la scorza di arancia grattugiata, per un motivo è chiaro, per una palla vacante in area, per un colpo di testa vincente, insomma per una schiacciata.