presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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martedì 5 marzo 2013
La violenza del cross si perpetra in famiglia
Quella
con il Chievo è stata la prima vittoria non riconosciuta, come la
figlia di Balotelli, una di quelle storie strappalacrime finite bene che
fanno tanto audience e tre punti, fatta di cross per quei due cristi là
nel mezzo, anche se alla festa della madre di tutte le vittorie,
definita forse più propriamente vittoria ragazza madre, è mancata la
colonna sonora di Cristopher Cross. Un Romulo a testa bassa forse ancora
più della considerazione dell’elettorato per la vecchia classe
politica, ha impersonificato i polmoni al potere, un premio di
maggioranza alla camera iperbarica, una lotta di classe al posto della
classe, un brasiliano in eskimo, ripudiato, e per questo definito
abracadabrasiliano per via di un maleficio che lo avrebbe colpito da
bambino e che lo ha fatto diventare calcisticamente boliviano. Un
destino strano il suo visto che anche i boliviani si sono risentiti per
via di quel suo masticare troppo il pallone sul cross non alzandolo poi
adeguatamente, ma soprattutto si sono risentiti perché non mastica la coca.
Molti sono gli aneddoti sul suo conto, sin di da piccolo si dice che abbia
cominiciato a crossare a vanvera, non ha mai voluto tenere la palla a
terra come un vero brasiliano, la sua è stata definita una febbre alta
da cross fuori misura, poi diventata addirittura una commedia con
riferimenti alla febbre del sabato sera dove Travolta era solo una
squadra dalla sua fitta gragnuola di traversoni, quando al culmine dello
spettacolo in scena arrivava lui nelle vesti di Bolivia Newton-Jhon e
sparava alle stelle. Un incaponirsi di cross così pesante che è stato
riproposto poi anche in cucina con l’incaponata servita direttamente dal
fondo fino al centro tavola. E poi l’altro, perché la partita ha
portato agli onori della cronaca i figliastri, e quindi anche quel
Larrondo che intercetta un pallone vacante nell’area e nell’aria,
probabilmente carico di quelle sostanze stupefacenti che un recente
studio hanno individuato essere presenti nell’aria delle città italiane.
Una vittoria ragazza madre però figlia di due padri dimostra la totale
confusione tattica. E’ la Fiorentina che non ti aspetti, da quella che
accarezza la palla con l’idea di un calcio spagnoleggiante a quella
della palla in mezzo e poi qualcosa succederà, i tre punti sono l’alibi
per il delitto perfetto che vede strangolata un’idea di calcio che così
tanto ci aveva appassionato, speriamo sia stata solo una disgrazia con
vittoria dato che non ci possiamo nemmeno risentire ma godere
trattenendo il piacere per non svegliare i vicini che dormano e che
potrebbero fischiarci il fuorigioco. Perché vogliamo comunque continuare
a coltivare l’idea di un calcio ricamato, lucido come manovra e come il
raso, un calcio rasoterra, preferiamo la fitta rete di passaggi alla
fitta nebbia di cross boliviani. Larrondo e Romulo solo come pronto
soccorso, come un intramuscolo, solo quando non se ne può fare a meno,
un insulina disperata ma niente di più. Vogliamo credere che il lavoro
svolto in maniera così eccellente da Montella non vada a finire dentro
alla discarica del meglio vincere giocando male che perdere giocando
bene, non rinneghiamo l’aristocrazia del bel gioco per le tute blu,
abbiamo già dato con i Ricciarelli e con gli unici Zuccheri capaci di
farci il sangue amaro, no quindi ai nuovi Bruzzone, altrimenti sulla
scena del delitto sarà tempo di una Bruzzone ben più criminologa, in
modo che l’esperta dell’analisi del crimine ai danni di un bellissimo
gioco ci spieghi la psicologia forense di un calcio gambizzato per dare
spazio ai crossatori. E purtroppo è ormai alle cronache del Guetta che la
violenza dei crossatori sulla partita si perpetra quasi sempre in
famiglia. Una scena del crimine che vogliamo delimitare subito con
l’apposito nastro, e quel non oltrepassare la linea sta per linea di
fondo riferita ai vari Romulo che caricano a testa bassa ma poi il
campo finisce . Do not cross.