presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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domenica 24 marzo 2013
L'immancabile carezza
La
sosta di campionato è un’eccezione che conferma la regola, una regola
del cazzo che non regola il traffico di una giornata senza precedenze
alla Fiorentina, l’unica poi che non fa riposare, non è una pausa caffè e
non serve neppure per andare a pisciare o fare benzina. Fastidiosa come
una foratura. O come la forfora su una giacca di velluto blu. E
scrivere con il ruotino di scorta non è facile, come del resto scrivere
pensando a uno che vuole sciare su una giacca di velluto blu. Per fortuna abbiamo
trovato il rinoceronte di Pizarro, un animale già opportunamente
ammonito, perché il rinoceronte giallo di Pizarro, giallo come un
cartellino è già stato diffidato dal condominio. E così non può prendere
l’ascensore sennò rischia la squalifica. Ma anche di un animale
ammonito dall’amministratore non è che si possa parlare più di tanto, se
non che è stato chiamato Rino da Pizarro, in onore di Tommasi e non in
quanto ex compagno della Roma ma in quanto appunto Rino. E allora, in
mancanza di argomenti mi è venuta in soccorso la Bice che ha raccontato
la storia triste di Montolivo che non riesce a trovarsi una vera ragazza
di Milano per scaricare la popolana Cristina, solo perché lui non è
nato nel capoluogo lombardo e per questo motivo viene pesantemente
discriminato ancora più di Balotelli o Boateng, perché la ragazza di
Milano pretende e non si accontenta certo come la fiorentina di un
mezzettone della provincia di Bergamo. E poi si chiama semplicemente
Riccardo e non almeno Manfredi, e non solo ha preso una volta la metro
per sbaglio e adesso è marchiato come una vacca, ma ha preso addirittura
un paio di volte la tramvia, che per una milanese è un marchio
d’infamia più che per un fiorentino quello di aver lasciato scadere il
contratto per regalare il cartellino a Galliani. Lui che vive in via
Washington, troppo zona Magenta, lui che non chiama per nome il barman
che fa i miglirori aperitivi della città e non va a mangiare giapponese da Nobu. Lui che ha la fama deldoppiogiochista invece
dell’indispensabile doppio cognome per aspirare davvero a una milanese
doc della quale poi dovrebbe essere almeno cugino di secondo grado per
non disperdere il meglio del DNA meneghino tra la marmaglia che di
solito puzza anche di paglia. La Cristina intanto, con quella C aspirata
che fa tanto boccalona e bocchetta aspiratrice, cura gli interni di
un’azienda che si occupa del lavaggio delle auto. E allora non ci resta
che un maritozzo con la panna in una domenica mattina priva della giusta
attesa, non c’è da dare neanche l’acqua alle piante. Piove. Un po’ di
musica mentre spillo la barba come un punto a poker in modo da portarla
almeno fino a metà mattinata, e poi radermi per spezzare l’apatia
dell’astinenza, cucinare, la replica di “Moda” , un paio di caffè, il
blog e poi l’immancabile carezza a una bella foca.