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mercoledì 20 marzo 2013

Inquinamento interiore

A Bucarest i cavi sono esterni come Cuadrado e Pasqual, ti seguono a tre metri sopra la testa come quelli di Moccia sopra il cielo, di Moccia come lo Zabov.  Un Berbatov più giallo e liquoroso come lui che ti tradisce da quanto fa schifo. Un palo tira l’altro, fasci ammassati che formano campate disordinate delimitando la navata centrale di una città caotica, piena di taxi e gente che attraversa la strada come in una roulette russa.  E anche io ho trovato il mio filo steso, con due bei pali torniti e con sotto una voragine scura come i capelli rumeni scuri tipo quelli di Lacatus, dove sono finito mio malgrado, inciampi dovuti ad una cattiva manutenzione del fondo stradale. E ho raccattato anche i panni. Come chi dopo aver gradito il piatto fa pure la scarpetta, Tod’s naturalmente. Diciamo come la goduria che si prova nel veder raccattare il pallone in fondo alla rete avversaria.  Fuori Bucarest, fatti appena una decina di chilometri il mondo è un continuo declivio verso l’inferno, come quello che sta vivendo il povero Mati Fernandez o Zamparini. Ai lati della strada lo sporco ha preso il sopravvento prima del centrocampo e poi del centro strada. Certo c’è “buca” e Bucarest, dalla culla del Rinascimento a quella scomoda come una brandina da campeggio sgangherata, non è proprio come dormire i sonni disegnati dal Brunelleschi. Oggi rientro, una ripartenza micidiale come quelle di Cuadrado, per ritrovare le geometrie giuste fatte di passaggi nei soliti posti, una manovra riconosciuta e che porta a mettere la palla dentro la Porta San Frediano. La pressione è stata tanta, lo Steaua è una brutta bestia e poi ho sofferto il fumare incontrollato nei locali pubblici, soprattutto nei ristoranti. Non c’ero più abituato, per rendere l’idea del disagio che ho provato è come se improvvisamente a Cagliari ritrovassimo il fumoso Montolivo nel nostro centrocampo. Al posto di quell’aria tersa che oggi si respira nel nostro spogliatoio, un inquinamento interiore che sto smaltendo grazie alla tabella del Dott. Manetti. Soffumi alla rovescia, da dentro a fuori per ripulirsi dal fumo di mille sigarette fumate tra capo e collo da Florin. Fumate dalla Romania intera che ti fuma addosso tutto il giorno. A un certo puno sono corso su Internet pensando che se ne fosse già andato il Batipapa. Poi un sospiro di sollievo, anche se è equivalso a buttare giù un sigaro cubano. Quella che avevo visto non era stata la fumata bianca.

143 commenti:

  1. Molto belli gli interventi di la' di tale violapower. Se non e' gia' uno dei frequentatori di questo blog con altro nome, suggerirei di invitarlo qui.

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  2. Tra domani e venerdì si vedranno all'opera sia la Serbia di Mihajlovic che l'Italia di Prandelli con Cerci. A dire il vero non è chiaro se Cerci partirà titolare con il Brasile. Se sarà in campo lo sarà inserito nel tridente con El Sharawi e Balotelli. Non credo che Prandelli lo lascerà libero da compiti di costruzione del gioco e copertura. Ma verificheremo. Sinisa mostra la solita duttilità e si priva di un Ljajic al top della forma perchè...non canta l'inno. Mi pare che la scelta fotografi esattamente i limiti di Sinisa. Limiti professionali, intendiamoci: non so come si comporti nella vita di tutti i giorni.

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  3. Scusa, Lud, ma a noi della Serbia di Mihailovic (al massimo per me adesso è la Serbia di Tomovic) cosa ce ne frega?

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  4. Sono d'accordo con te Anto, ma sulla questione dell'inno Ludwig per me ha ragione. Sinisa sta mentendo, sa bene che la non volontà di cantarlo da parte di Adem ha ragioni profonde che vanno rispettate. Ed è crudele da parte sua ricattarlo in questo modo.  Un allenatore di un paese democratico invita i suoi giocatori a cantare l'inno, ma non glielo impone.

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  5. Balo,Cerci,El Shar in campo contemporaneamente?Allora o Prandelli è rinsavito oppure Cerci giocherà come Signori con Sacchi.Terzino.GUBERNATOR,abbiamo capito del caos,dei fasci(eh eh eh),che hai fatto incontri ravvicinati del 1o tipo con una romena(o rumena?)ma alla fine,tornando alla tua affermazione/domanda di quando arrivasti li:come si mangia?Tutto fumo(ah ah ah ah...nei locali da te descritti!)e poco arrosto?Oppure merita,la loro culinaria?

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  6. Sulla questione dell'inno, Chiari, sono perfettamente d'accordo con te e con Lud: non convocare Ljajic solo perché non canta l'inno è sbagliato, ma ne abbiamo già parlato a lungo l'anno scorso.
    Il discorso che facevo però è che della Serbia mi interessa poco, se non convocano un giocatore molto forte e in gran forma peggio per loro. D'altronde anche la Spagna non convoca Borja Valero e a me non è che interessi granché.

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  7. Fotografa esattamente un personaggio al quale, amando il tartufao, non siete abituati. Uno può condividere o meno una scelta o una posizione, ma la fermezza di propositi io l'ammiro, per questo mi è simpatico mentre l'altro, falso come le monete di bronzo, mi sta cordialmente sulle palle. Un allenatore di nazionale ha tutti i diritti di fissare le regole di comportamento, che ha chiesto di accettare, per iscritto a tutti i partecipanti. Perchè Nutellic ha firmato? Se era così contrario ai suoi principi doveva dirlo subito ed è questo che soprattutto ha fatto incazzare Sinisa, l'esser banderuola. Comunque io non capisco proprio chi, facendo parte di una nazionale che è la rappresentativa di un paese e di un'etnia, si rifiuta di partecipare alle manifestazioni anche esteriori di quel paese e di quell'etnia. Non lo sente suo? e allora è giusto che non ci giochi. Che questo voglia dire fare a meno di un giocatore che potrebbe essere anche utile è secondario, magari sarebbe importante per tartufao, ma non per uno come Sinisa. Gli altri, quelli che l'inno lo cantano volentieri, magari rendono di più così che con l'"intruso".

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  8. Pollock, Sopra ha ragione. Viene il sospetto che questa tua insofferenza derivi dal fatto che sei andato in bianco, e non solo a tavola, ah ah ah. 

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  9. Un  paese democratico ed un persona democratica, in qualunque veste,  l'inno nazionale lo possono promuovere ma non lo devono mai imporre. Solo in campo militare è giusto farlo. 

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  10. Infatti non impone, ma lo pone come condizione per la convocazione. Prandelli fa lo stesso con il codice etico, solo che la sua concezione dell'etica varia a seconda del giocatore da convocare.

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  11. Se ha la maglia a strisce bianconere il codice etico cambia. Non vorrai mica imporre un codice etico ai gobbi?

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  12. Anche Benzema suscita scandalo in Francia per aver dichiarato di non voler cantare l'inno. Sì, Anto, anch'io ho notato l'entrata in gran stile di Violapower. Essendo questo tale più volte intervenuto, ieri sera, sulla striscia "morta" delle pagelle, quando ci scrivono ormai in quattro o cinque, è evidente che trattasi di utente storico che ha mutato nick. Non ho ancora capito chi sia, ma col tempo, al confonto delle idee, capiremo. Di sicuro è persona riflessiva e competente, nella nuova veste anche garbata.

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  13. Antoine non scherziamo, porlo come condizione vuol dire , in quella sede, imporlo, pena l'esclusione. Ciò, non trattandosi di una sede militare, non è un buon segno per la democrazia.

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  14. Per codesto Camoranesi disse anche di peggio "Non canto nemmeno il mio (quello argentino) figuratevi se canto il vostro", ma non se la pigliava di certo per queste dichiarazioni quell'altro gobbo DOC, Lippi. Avrebbe fatto giocare anche  Messi in maschera. Di fronte a questi personaggi mi levo di cappello davanti a Sinisa e se Nutellic si sente serbo, canti l'inno, se no resti a casa o aspetti che un tartufao qualsiasi diventi allenatore della Serbia, panta rei.

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  15. Ma che cazzo tu ci se'andato a fare 'n Romania? a rivedere la rete di distribuzione elettrica del paese, a fa' lo slalom tra taxi o a consuma' topa lohale? Ni' caso tu saresti dell'UCAS (ufficio compricazione affari semprici). Fa' come la minestra di pane, torna, torna, o 'ndo tu vo' sta' meglio che diladdarno?

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  16. Anto ho già provveduto all'invito, dopo Sacro Foco sarebbe un altro gran colpo di mercato, sono il Corvino del Sitollock, eheheh. Quanto alla questione Ljajic vs Sinisa, il ragazzo ha il diritto di non cantare l'inno se lo trova "indelicato" verso la sua parte [ma lo conosceva, si spera, anche al momento di sottoscrivere le regole della Serbia: che ha firmato a fare, allora, per poi creare un caso in mondovisione?], Miha ha il diritto di far rispettare le regole della sua Federazione, e non convocarlo finché continua nel suo atteggiamento. Quanto al cantare l'inno, non sono certo un fan degli inni nazionali, ma non si può equiparare la Serbia, bombardata di fresco dai democraticissimi paesi occidentali, ad altri stati europei.  C'è un orgoglio di appartenenza, una voglia di rivalsa [positiva, intendo], un desiderio di cementare un popolo frastornato dal dopo-Tito, che può rendere assolutamente naturale una regola che prevede di cantare l'inno. Sinisa appunto non è il Tartufo, e non adatta la regola alle circostanze, per godere di un evidente vantaggio tecnico. Come non chiamerà giocatori coinvolti nel calcioscommesse, come non sbandiererà ai quattro venti un codice etico cangiante, a seconda delle necessità del momento, come non chiamerà nell'area tecnica della sua nazionale il figlio preparatore. Non giudichiamo tutto con gli occhi italo-USAcentrici, ogni nazionale si dia le regole che crede, in base alla sua cultura e alla sua storia, abbiamo fatto anche troppi danni fingendo di "esportare democrazia". Un po' come il tentativo di "emancipare" le donne dalla Turchia ad est, omologandole al modello occidentale: ridicolo e dannoso, non si può entrare a piedi uniti dall'esterno, minando le basi di una cultura e tradizione secolari. 

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  17. La difesa fiorentina  di Mihajlovic è la classica difesa di una causa persa, portata avanti solo per difendere il proprio punto di vista, rivelatosi alla prova dei fatti sbagliato, contro ogni evidenza e logica. Ed è paradossale che si consideri troppo legato a temi etici ed extra calcistici Prandelli e poi si   giustifichi un atto extra-calcistico come il tener fuori uno dei migliori talenti serbi per questa storia dell'inno protratta all'infinito. Sono certo che il prossimo allenatore della Serbia reintegrerà immediatamente Ljajc. 

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  18. Il presunto punto di vista italo-USA centrico non c'entra un piffero, Deyna, il punto è che quell'inno non unifica il paese, tiene aperte le ferite e ne mortifica una parte. Imporlo poi in una sede non militare resta un fatto non democratico. In questo secondo me Sinisa sbaglia. 

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  19. Deyna che i bombardamenti potessero essere fatti in maniera più precisa, chirurgica, e non alla 'ndo coio coio, non v'è dubbio, ma se fatti in quella maniera peccato per quelle che sarebbero andate di fuori. 

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  20. La differenza è tutta lì, Lud: Prandelli si fa grande parlando di valori, morale, codice etico, per poi smentirsi subito nei fatti, guardando alla convenienza immediata; Sinisa non fa proclami, ma fissa poche e semplici regole, da cui non sgarra, né fa sgarrare. Se Ljajic vuol giocare, deve essere convinto di voler farlo per aiutare la nazionale del suo paese, quindi deve anche cantare l'inno, che è una regola comportamentale scritta e firmata. La storia può essere protratta all'infinito perché Sinisa non piega il "codice etico" alla convenienza, smentendosi, ma lo fa rispettare anche a costo di indebolire tecnicamente la sua nazionale. Cosa tra l'altro da verificare, perché far passare l'idea, in un gruppo che deve avere una forte identità nazionale, che ognuno può fare i cazzi propri, sul lungo periodo non la vedo bene. Questo ragionando di questioni di principio, perché mi pare evidente che a me e al resto dei sitollockiani della Serbia ce ne frega poco o niente, visto che nemmeno ne parlavamo....

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  21. Chiari, ma saranno pure cazzi loro, vogliamo metter bocca pure sul regolamento interno alla loro nazionale, dopo avergli bombardato il paese? Vogliamo andare con la troia della Santanché a togliere il burqa alle donne musulmane, caricarle su un aereo, e portarle tutte a merciFICArsi nelle nostre tv o ai bunga bunga? Ma facciamola finita, via!

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  22. Se il prossimo allenatore della Serbia sarà un tartufao può darsi. Comunque il problema non è imporre o meno di cantare l'inno, chi lo impone ha ragione e chi non lo impone ha torto, ma il diritto di stabilire regole e la fermezza di farle rispettare. Io ammiro chi lo fa e mi sta sulle palle chi cambia le regole a seconda del soggetto. De gustibus non est disputandum. La tua sinisofobia ti fa straparlare: punti di vista rivelatisi sbagliati alla prova dei fatti? quali punti di vista? quali fatti? ti immagini pensieri altrui e teorie che esistono solo nella tua testa.

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  23. Il nazionalismo fanatico ed etnico non è etico, Deyna, tanto più se mortifica altre etnie presenti nel paese. Imporlo ad una nazionale di calcio è ancora più anti-etico. Chi non accetta il nazionalismo fanatico ed etnico e la mortificazione della propria etnia non è uno che vuol fare i cazzi propri, è uno che cerca di tutelare la propria  dignità.

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  24. Deyna lascia fuori i bombardamenti dalla storia dell'inno, se lo porti a rafforzativo per sostenere la tua tesi ti fai del male da solo. 

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  25. Non so chi di noi  voglia le cose che dici tu Deyna. Io dico solo che imporre un inno nazionalista etnico che mortifica altre etnie di quel paese, ad una nazionale di calcio che dovrebbe unificarlo, secondo me è sbagliato e non democratico. Berlinguer, non gli americani, mi insegnò, quando ero ancora comunista, che la democrazia è un valore universale.Tutto lì.

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  26.  Non sarà etico, per la nostra etica, e chi se ne frega? ma farsi un diecino di cazzi nostri senza impelagarsi in giudizi su situazioni che poco si conoscono e niente si son vissute non sarebbe più logico?

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  27. E' l'inno della Serbia e non l'ha scelto nè scritto Sinisa, e la nazionale è la nazionale della Serbia. Rifattela col governo serbo.

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  28. Ti ripeto che non lo impone, Chiari. Imposizione, onere, condizione, modo, non sono sinonimi. Quella di Mihajlovic è una condizione perché giocare in nazionale non è un obbligo.

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  29. Se Ljajic non si riconosce nella nazione serba non giochi nella Serbia: il tutto mi sembra cristallino. Miha fa rispettare una regola da lui stabilita erga omnes, che condivido peraltro e che è condivisa dalla larga maggioranza dei serbi. E la fa rispettare sapendo di rimetterci assai sul piano tecnico attualmente, mentre quando chiamò Ljajic per la prima volta, molto stimandolo, e Nutellino non volle cantar l'inno questi era già messo ai margini dal Pugile e a Firenze cinto dal disprezzo della tifoseria.

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  30. Meno male che questo signore che fra l'altro sostiene posizioni politiche ambigue e care al tifo laziale estremista si è tolto dalle scatole e se ne sta ben lontano da Firenze, piazza che a suo dire non lo intriga neanche sul piano del tifo (Inter e Lazio le sue squadre). In allegato la voce Arkan di Wikipedia:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Željko_Ražnatović

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  31. http://www.gazzetta.it/Calcio_Estero/Primo_Piano/19-03-2013/croazia-serbia-la-mia-partita-guerra-pace-92556383546.shtml

    Bella intervista a Sinisa, con sottolineatura sugli applausi all'inno avversario, anche se si chiama Croazia.

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  32. Non giocare con le parole Antoine, lo impone a chi vuol giocare in nazionale.  Questo secondo me, trattandosi di una nazionale di calcio, è, segno di fanatismo nazionalista ed etnico, e non democratico. 

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  33. Non vorrei che fra Lud e Deyna scoppiasse una nuova crisi nei Balcani... ahahahahahahahahahahahahahahah! All'Arciprete, dallo Scheggi, con questi padiglioni udii sotto elezioni (le penultime legislative), una professione di fede berlusconiana per niente ambigua, di contro: all'epoca ne detti anche informazione su cloaca. Ma forse ora fiuta altri venti, vai a sapere! Non è il tipo a restare nella barca quando affonda.

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  34. Ho inteso che chi considera Sinisa un uomo tutto d'un pezzo perché IMPONE l'inno a chi vuol giocare in nazionale può dirlo tranquillamente, chi invece lo considera per lo stesso motivo un fanatico nazionalista etnico e per questo anti-etico, deve invece farsi i cazzi suoi.

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  35. Colonnello, l'Arciprete è a suo stesso dire politicamente ondivago, ha votato Berlusconi come il centrosinistra, l'ultima sua passione sembra essere Renzi, domani chissà!

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  36. "Ho votato la sinistra più di una volta, ho avuto ad un certo punto simpatia per il centrodestra. Sono stato un ondivago, come vede. Vorrei una politica liberata dall'ideologia. Non mi chieda di più. Non sono preparato": Così parlò il Dottor Ondivago.

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  37. La responsabilità di quell'inno nazionalista etnico è del governo serbo, la responsabilità di IMPORLO a chi vuol giocare in nazionale è tutta del fanatico nazionalista amico ed esaltatore , come fa benissimo a  ricordarci  Ludwig,  di spietati e sanguinari criminali assassini di civili, che risponde al nome Sinisa.

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  38. Ljajic si riconosce nella nazione serba, Colonnello, si dichiara serbo a tutti gli effetti, non si riconosce nel suo inno, e ne ha tutto il diritto così come ha il diritto non non essere espulso dalla nazionale per questo motivo.

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  39. Qui sotto c'è un non in più che sta al posto di un di.

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  40. Si sta andando fuori tema ma il LA l'ha innescato Deyna stavolta. Si può mettere tutte le regole che si vuole all'interno di uno spogliatoio o di una federazione anche perché lo fanno tutti, e se il ct ritiene una regola il dover cantare l'inno (non voglio entrare sulle motivazioni che possono essere mille, d'ideologia, di nazionalismo o di senso di appartenenza) chi viene convocato deve farlo. Che non si possa esprimere giudizi perché si ritiene vittima un paese i cui leader si sono macchiati di crimini contro l'umanità è un altro discorso. I bombardamenti, fatti male, ci sono stati, ma torno a ripetere peccato che non siano stati fatti abbondantemente su chi doveva essere colpito. Portare a sostegno di opinioni che un paese, perché bombardato, debba far scendere in campo certe commistioni fra sport e politica lo trovo fuori logica. Di certo, il modello scelto per ammirazione non depone a favore del soggetto. 

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  41. Chiari, non è che utilizzando il maiuscolo ciò che scrivi diventi vero. Non gioco con le parole, ma gli attribuisco il significato che hanno. La conseguenza per chi non canta l'inno della Serbia è la mancata convocazione in nazionale. Non ci sono conseguenze di carattere penale o amministrativo. Mi paiono concetti elementari.

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  42. Che si abbia il diritto, per qualsiasi motivo, di andare a bombardare un paese altrui, da un punto di vista etico, visto che l'etica prude così tanto quando si vuol far cantare un inno, credo potrebbe essere ampiamente discusso. Ma si va fuori argomento. Tornando al nostro piccolo, perchè non ci si deve scordare di cosa si sa parlando, se un allenatore per cementare un gruppo alla ricerca del risultato sportivo crede di utlizzare l'inno nazionale e renderne obbligatoria la partecipazione, non lo vedo per niente censurabile. Soprattutto se questa, come altre regole comportamentali, sono state anticipate, condivise ed accettate da tutti, anche dal dissidente postumo. Che è liberissimo di non accettarle, e anche di ripensarci, non viene imprigionato e torturato per questo, continua a giocare ed a guadagnare pingui stipendi, solo che non può far parte di quel gruppo. Vorrei chiedervi se sapete se in quel gruppo è bene accolto o meno, perchè se, a parte le idee dell'allenatore, fossero anche i compagni a non gradire le sue posizioni, sarebbe una ragione di più per stare ognuno a casa sua e senza romper tanto i coglioni, è solo una sua scelta.

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  43. Vedi che giochi con le parole e ora anche divaghi, Antoine? Chi ha mai parlato di conseguenze penali o amministrative? Sinisa sta IMPONENDO l'inno a chi vuol giocare in nazionale. Ed è questa IMPOSIZIONE, il cui mancato rispetto comporta l'unica, ma gravissima per Ljajic, conseguenza di non giocare in nazionale, che io no condivido.Tutto lì.

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  44. Un inno fanatico, nazionalista etnico che mortifica le etnie di minoranza,  non può cementare, può solo mortificare chi, in quella nazione,  appartiene a quelle etnie. 

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  45. Cementa così poco che ha portato a perdere uno dei suoi pezzi più pregiati.

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  46. Una intervista che tutti coloro che insultano Mihajlovic dovrebbero leggere con attenzione. Non è mai troppo tardi per capire.

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  47. L'unica cosa che vedo, Chiari, è che utilizzi il termine di cui si discute al di fuori del suo significato. Imporre significa costringere, obbligare con comando impositivo. Miha non costringe Ljajic, quindi non gli impone alcunché.

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  48. Sui bombardamenti sono d'accordo con Jordan, e si fecero solo perché la tragedia interna si stava consumando  in un paese pericolosamente vicino, in altri paesi lontani si sono consumate e si consumano tragedie interne simili, ma i paesi occidentali se ne fregano, per non dire di peggio. 

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  49. Condivido il parere di CHIARI.Se io,ad esempio,gestisco un bar/ristorante e la mia dipendente è bravissima con i clienti,ha capacità,ha competenze enogastronomiche,riesce a farmi tenere la clientela,etc. ma rifiuta di lavare per terra perché non ritiene giusto "abbassarsi" a quel gesto,cosa faccio?La licenzio?O lavo io per terra o cerco un'altra/altro che lo faccia ma non perdo la mia risorsa,una mia ottima dipendente.Sinisa antepone un qualcosa di "politico",di "storico",di "musica e parole" all'interesse per il quale è pagato,cioè il calcio ed i suoi risultati.Sinisa ha sempre difeso,a oltranza, le sue idee e i suoi gesti e ora che ha un calciatore che ha dimostrato,e lo sta facendo ancor più ora,di avere carattere,palle,atteggiamento e idee(tipo Sinisa stesso)non accetta il contraddittorio e non accetta di mollare?Fossi il presidente della federazione serba direi "Quello li di Firenze l'è bono,è migliorato,l'è un potenziale crackke...e icchetudici non si 'onvoca perché nun canta l'inno?Come vuoi,Miha,ma portami i risultati.Se nun ci son risultati e c'è bisogno tu lo 'onvochi,bischero!".Miha,faceva giocare Montolivo che portava la croce(di polistirolo)e non cantava.....eh eh eh!

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  50. Non gli impone alcunché, Antoine? Ma ti rendi conto di cosa stai scrivendo? 



    Ljajic per esercitare il suo sacrosanto diritto  di giocare in nazionale, che s'è guadagnato sul campo,  deve  subire l'imposizione, la costrizione, l'obbligo di cantare l'inno. Punto.

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  51. Sopra, l'ordinamento in quel caso tutela il dipendente con norme secondarie che prevedono conseguenti limitazioni dei diritti o obblighi a carico del trasgressore. Giocare in nazionale non è un diritto, quindi il paragone non regge.

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  52. Antoine, se non te ne fossi accorto ti informo qui non si sta discutendo in termini generali, o legali, o amministrativi,  del significato della parola imposizione, abbastanza noto. Si sta discutendo fin dall'inizio, e non perché ce l'ho portata io la discussione , solo ed esclusivamente  di una imposizione legata alla possibilità di giocare in nazionale. 

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  53. E' un diritto di fatto giocare in nazionale, Antoine, se sul piano tecnico e professionale lo meriti. 

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  54. Infatti io non sostengo che Sinisa stia sbagliando sul piano legale o amministrativo, per me sta sbagliando sul piano  tecnico generale e professionale suo, ed anche sul piani etico e politico.

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  55. Non è un diritto giocare in nazionale, Chiari. Lo è invece quello dell'allenatore di scegliere chi convocare e la scelta può non dipendere esclusivamente da motivi tecnici.
    È la stessa cosa che accade con Prandelli e il suo codice etico. Parimenti avviene quando un calciatore non viene fatto giocare perché non vuole rinnovare il contratto che lo lega al club.

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  56. Il calcio era uno dei modi ritualizzati attraverso cui si esprimeva il conflitto etnico. Croazia Jugoslavia doveva servire a regolare i conti come una sorta di disfida di Barletta. Inginocchiandosi di fronte ad uno striscione che rendeva omaggio a dei morti serbi Mihajlovic non fece certo un gesto di conciliazione. Per fortuna lo stadio non si incendio' senno' si sarebbero contati i morti. Più tardi si vide che bastava avere in tasca un foglio col numero di cellulare di Sinisa per essere risparmiati da Arkan. Quando Arkan morì Sinisa gli dedicò un necrologio, presto imitato dissennatamente dai tifosi laziali. Arkan si era macchiato di rapine e omicidi sin dalla giovinezza, aveva compiuto rapine in Italia e Belgio. Era un capo ultras ma prima di tutto un gran deliquente. Non c'entrano nulla i bombardamenti americani, Jordan. Arkan era solo un criminale arruolato come patriota proprio perchè se e conoscevano il carattere sanguinario e l'attitudine a delinquere. Certo oggi Sinisa ci dice che non ama la guerra. Ma allora si schierò e l'attenzione ossessiva all'inno mi fa credere che sia ancora molto schierato. Strano che i Della Valle, di solito molto attenti alle questioni di principio e immagine, l'abbiamo ingaggiato ugualmente.

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  57. Io sono con il Sopra e il Chiari. Questa richiesta, visto gli esempi e l'ammirazione suscitata nel soggetto da certi personaggi, pare di natura politica (l'esempio della partita sospesa a Genova fa riflettere sulle tendenze nazionalistiche del popolo) e se Ljajic vuol prendere le distanze dalla storia recente di cui il suo paese si è macchiato rivaluta, e di parecchio, lo spessore e l'intelligenza del ragazzo. E' il ct che antepone certi principi ai risultati sportivi arrecando di fatto un danno all'intero paese. Ljajic, quello visto quest'anno, è da nazionale, se il cantare l'inno o meno lo allontani dal gruppo è discutere del sesso degli angeli, non vedo fini propedeutici al cementare il gruppo se uno non canta. Si è avuto parecchi oriundi nella nostra nazionale che non li cantavano eppure qualche mondiale s'è vinto lo stesso. 

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  58. Tutto ciò, Ludwig, non ha alcuna attinenza con la questione dell'inno. Sono solo le ultime gocce della merda che Miha ha visto piovergli addosso fin dall'inizio della sua esperienza a Firenze.

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  59. Antoine, se imponi, per giocare in nazionale, in modo autoritario una cosa che col calcio giocato e la professionalità e la piena titolarità nazionale, e la  professionalità e serietà etica, morale, non c'entra, a chi se n'è guadagnato il diritto  su tutti quei piani a giocarci, tu, pur esercitando ( ma malamente)  un tuo diritto,  violi questo diritto, certamente non legale, ma  tecnico, professionale, etico e politico.

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  60. Quando è un cardinale che si adopera per salvare vite umane però passa per un mezzo santo, non è così? Poi, abituato come sei da storico a fare un profondo lavoro di ricerca delle fonti e ricostruzione, questa sintesi abborracciata e inesatta del percorso di Sinisa la trovo un bel po' azzardata, a meno che non si pretenda di tracciare il quadro di una persona che ha vissuto una guerra basandosi su qualche riga trovata in rete. E perché Sinisa all'epoca non dovrebbe essersi schierato? Tutti lo fecero, era inevitabile. In tutte le guerre si sfruttano personaggi discutibili, se non criminali veri e propri, perché purtroppo sanno fare il loro lavoro. Ogni guerra ha i suoi orrori. Arkan è certo condannabile ed è stato condannato per i suoi crimini, da Sinisa stesso, ciò non toglie che è partito ed è andato a difendere la sua gente in Croazia: è inevitabile che i serbi lo vedano con ambivalenza, e ci sia una parte del loro sentimento che lo vede come un liberatore e un eroe. Ma sono cose che non si possono capire da fuori, non è roba da ORI, bisognerebbe averle vissute, per fortuna non lo abbiamo fatto.

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  61. L'estremismo di Mihajlovic è noto,sia agonistico sia dialettico.Un personaggio come lui,che era poco allineato a schemi convenzionali,ora ha un atteggiamento che stride col suo passato.Sic et simpliciter.ANTOINEROUGE,ti ha risposto CHIARI ma supporto l'esempio ribaltandolo per Liajic:regole non scritte(purtroppo) dovrebbero assicurare a una nazionale che il suo selezionatore faccia giocare i migliori per rendimento,capacita,spirito agonistico,etc.Sinisa Mihajlovic sta derogando a questo.Un bel dì Della Valle chiede/impone ai calciatori di cantare l'inno di Narciso Parigi ma Valero o Jojo rifiutano.Vincenzino che fa?Li giubila?Nel 2013 imporre a un milionario di cantare l'inno lo vedo come atto detestabile,sciocco,anacronistico e te lo scrive uno che,come sai,è attaccato alla tradizione/imposizione.Guarda che molte coppie(o sodalizi sportivi/calcistici)divorziano per fare la felicità di uno dei due...sai come gongola Adem?

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  62. Sinisa e la sua Federazione hanno tirato giù un codice di comportamento per la nazionale serba, con tanto di accettazione scritta da parte dei convocati. Uno dei convocati, Ljajic, pima accetta, poi va in campo e si rifiuta di cantare l'inno, contravvenendo a un punto importante di detto codice. Sinisa non può far altro che prendere atto della scorrettezza - altra cosa sarebbe stata se Ljajic l'avesse informato prima - ed escluderlo dalle future convocazioni, a meno che non ci ripensi. Ora, se richiamasse Ljajic e gli permettesse di giocare senza cantare l'inno, che credibilità avrebbe Sinisa davanti al gruppo? E come sarebbe visto Ljajic nello spogliatoio, se non come un privilegiato? Questo a prescindere dalla giustezza o no della regola, che non ci riguarda, ma se c'è una regola un tecnico serio la fa rispettare e non torna sulle sue decisioni, a meno che non pensi di aver sbagliato a stabilire quella regola, e la tolga dal codice. Dico un tecnico serio, non una banderuola opportunista.

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  63.  http://www.ilpagellone.it/dettaglionews.aspx?title=Sconcerti%3A+%22Lo+farei+lo+scambio+Montella+-+Allegri%22&typecod=dati&cod=5E904DE4E270D66100B03BAD6461CA&order=0&type=paramurl

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  64. Lo scommettitore Allegri mai, Louis! Anche come tecnico mi pare tutt'altro che un'aquila, senza dubbio preferisco di gran lunga Don Vincenzo nostro.

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  65.  http://video.gazzetta.it/qatar-rissa-nene-kharja/566edc0a-9152-11e2-afa7-6a3f91cd131a

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  66. Sopra quanto scrivi sotto non è da persona obiettiva e profonda qual sei. Cosa c'entra l'inno di Narciso Parigi con l'inno nazionale serbo? Ti sembra che la situazione della ex-Jugoslavia sia comparabile a quella del Campo di Marte? Leggi anche tu quell'articolo che ha postato Deyna qui sotto e rifletti. Imporre di cantare un inno lo posso anch'io considerare abbastanza ingenuo in questa nostra realtà (il detestabile lo lascerei da parte, si deve detestare ben altro), ma può non esserlo affatto in un'altra, può essere anzi il mezzo di cementarsi per il raggiungimento dello scopo che è il risultato sportivo e quanto alle regole che un allenatore deve fissare per ottenerlo, le vuoi lasciare a lui? e se, in quell'ambiente, uno che non canta l'inno, cioè che non si integra con lo spirito del gruppo, servisse a poco a prescindere da ogni valore tecnico, dovrebbero farlo giocare per forza per far piacere a voi?

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  67. Siam d'accordo, Deyna. Mi stupisco solo che uno come Sconcerti (che reputo uno che di calcio capisce) ogni tanto spari queste cazzate...

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  68. Non so più come spiegarglielo, Deyna. Sopra, se un bel dì Della Valle avesse detto a Miha di sbattere Montolivo in tribuna - e non per motivi tecnici - avrei apprezzato.

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  69. Il pareri che più mi si avvicinano sono quelli di Deyna, Rouge e il Nevra. L'unica cosa che non condivido è il "chi se ne frega della nazionale serba", poichè negli ultimi due anni, a forza di ascoltare i pianti isterici delle vedovelle a Brandelli, quasi quasi ne sono diventato tifoso

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  70. Deyna non sappiamo in che termini tassativi quel regolamento, in particolare sulla faccenda dell'inno, sia stato posto ai calciatori, e consideriamo pure  che Ljajic possa essere stato all'inizio, dal suo punto di vista, ingenuo e superficiale nel sottoscriverlo. Ciò non toglie che quella norma, che impone, per giocare,  di cantare un inno nazionalista etnico e mortificante, non per noi occidentali ma per etnie di minoranza di quel paese,  in un paese democratico e multietnico sia sbagliato. Certo ora venirne  fuori per Sinisa non è facile, tanto più con l'"esplosione" di Ljajic. Ma ciò significa solo che il suo errore è stato doppio, non solo politico ma anche tecnico.

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  71. Siccome lo definisci inno nazionalista etnico e mortificante suppongo tu lo sappia a memoria.

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  72. Supergiovani,sul sitone l'ex Dubbio e Gat sbarellano tra numeri,tatticismi e giudizi da disadattati calcistici.Sembra che abbiamo una difesa colabrodo!!

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  73. Vita, ti dirò, io simpatizzo per la Serbia, ma in misura minore anche per la Croazia, per un residuo di credito che è rimasto dalla Jugoslavia di Tito, non certo per Sinisa, che vedo comunque con simpatia. Sono affezionato all'area, diciamo, anche perché vi ho degli amici [non Arkan!]. In Europa, oggi, guardo quindi con simpatia a Spagna ed ex Jugoslavia, mentre Olanda e Polonia stanno perdendoil fascino che avevano su di me negli anni '70.

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  74. Buon articolo di Prizio, dopo molto tempo, sulla tutela di Cuadrado...

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  75. Ragazzi, se Castellacci ha detto che Pepito Rossi tornerà quello di prima, mettiamo da subito le mani sui gioielli di famiglia...

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  76. Jordan, da quanto ne so,  si tratta di è un inno nazionalista panslavo che esalta l'eternità dell'anima slava con tanto di missione affidatagli da Dio contro i suoi traditori definiti dannati.  Ljajic è Serbo originario del Sangiaccato, al confine con il Kosovo, una regione a maggioranza di popolazione musulmana ( credo che anche lui sia mussulmano) , popolazione che  è stata oggetto di crimini durante la guerra da parte dalla maggioranza slava. In ogni caso Ljajic ha i suoi motivi per non cantarlo, e un paese democratico li deve rispettare.

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  77. Ma perchè ce l'avete con Prizio? Avrà pure sbagliato tempi e modi all'epoca e si è fatto infinocchiare da Mamma Ebe e Pallavicino, ma dopo tutto il sitone era veramente un punto d'incontro unico finchè non cacciarono lui e Marco. Almeno per noi tifosi viola all'estero, mi ricordo ancora le cronache in diretta quando si era in C2. Non ce la faccio a volergli male.

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  78. Se Deyna giocasse a calcio e fosse convocato in nazionale, ma, pur disposto a giocarci per passione, per professionalità e perché è italiano, non volesse per sue convinzioni intime, cantare l'inno, è giusto imporglielo? 

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  79. Stefano io non ce l'ho con Prizio, anzi, ai tempi in cui Della Valle gli chiese il famoso risarcimento, condussi una "battaglia" a suo favore sul sitone, con tanto di didascalia sotto il nick del tipo "Io sto con Prizio" [non era così, ma non ricordo le parole esatte]. Ciò non toglie che in seguito abbia parecchio sbracato e scritto articoli sempre peggiori, o così pare a me.

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  80. Sei un passionale e un tifoso Deyna e credo tu lo sia in ogni ambito della vita. Scommetto che tifi anche per la Lete contro la Ferrarelle.

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  81. Castellacci, Deyna, dovresti conoscerlo. Ha riscostruito migliaia di crociati in quel di Lucca. Parecchi miei amici ed ex compagni sono stati operati da lui e dal suo staff. Ai tempi era uno dei più rinomati, poi ha fatto carriera, evidentemente...

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  82. Anche io ai tempi della querela auspicai una soluzione amichevole, scrivendolo sul sitone, ciò detto, caro Stefano, non siamo "noi" ad avercela con Prizio, è Prizio ad avercela con i Della Valle, ed ancora di recente ne ha dato dimostrazione. Quanto alla sua "gestione" del sitone, nel momento in cui il suo tifo si è trasformato in una faziosa e ingenua esaltazione  San Prandelli contro tutti, ed in particolare contro la società, ai miei occhi ha perso credibilità.
    Il suo scritto di oggi su Cuadrado è pregevole. 

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  83.  http://www.violanews.com/calciomercato/e-per-sky-si-pensa-gia-al-dopo-montella-20130320/

    Si vede che il campionato è fermo: oggi è giornata di cazzate...

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  84. Un paese democratico li rispetta infatti mica lo arrestano, però una nazionale di calcio che decide certe regole per cementare ed unire il gruppo e trarre da questa forza per raggiungere i risultati può benissimo decidere di fare a meno di chi queste regole non le accetta. 

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  85. Ed io, Jordan, sono libero di pensare e di dire che quelle regole applicate al calcio sono sbagliate, da tutti i punti di vista. Quindi di criticare Sinisa al riguardo,  e di difendere Ljajic.

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  86. No Lud, in questo mi astengo, Lete e Ferrarelle sono due ottime acque, con tanto calcio e un alto residuo fisso, ahahah. Castellacci lo conosco, Louis, ha fatto anche diversi disastri operatori, ma soprattutto ha avuto un periodo in cui curava infiammazioni con iniezioni alla cazzo di cortisone, anche a me, manca poco mi rovina per sempre un gomito. Si è fatto sicuramente un nome, ma non era così bravo come dicevano, a quel che ho visto [sicuramente ha fatto anche tante buone operaziuoni, ci mancherebbe]. C'era uno al CTO di Firenze, nei '90, molto migliore per le ricostruzioni del ginocchio, mi sfugge il nome, tanto che da Lucca andavan tutti da lui. Magari da Firenze venivano a Lucca per il chirurgo di fama, ahaha

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  87. Operazioni, sempre in culo al Delfino.

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  88. Deyna nell'Italia non ci giocherebbe mai, al massimo potrebbe giocare nell'Argentina. Da sempre cantare inni e marce è stato un mezzo d'unione d'intenti. Può non essere indispensabile, in certi contesti anche anacronistico, ma dove è ritenuto proficuo per il risultato sportivo non vedo dove sia lo scandalo e se uno non canta è come uno che si rifiuta di fare i giri di campo, va a giocare da un'altra parte.

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  89. Lo scandalo ed il rischio ci sono, Jordan,   dove c'è un inno come quello serbo in un paese multietnico reduce da una sanguinosa guerra civile e inter-etnica. L'Inno in linea generale va benissimo, ma promosso, stimolato, non imposto. Le eccezioni, le minoranze dissenzienti,  vanno accettate, tutelate e fatte sentire comunque parte del gruppo.

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  90. Per te Jordan uno che non canta l'inno è come uno che si rifiuta di fare i giri di campo. Per me le cose sono enormemente diverse, e solo nel secondo caso non solo autorizzano ma impongono provvedimenti, anche i più drastici.

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  91. Infatti Deyna c'erano alcuni fisioterapisti che lo sconsigliavano e parecchi dei miei amici hanno avuto ricadute sul ginocchio operato...

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  92. Chiari, vallo a dire ai serbi come li fan sentire parte del gruppo, in Kosovo, grazie anche a noi occidentali. Kosovo je Srbija! [così accontento Lud, da tifoso, ahah]

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  93. D'accordo Deyna, ciò non sposta di una virgola la mia critica del comportamento di Sinisa e la mia difesa di ljajic.

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  94. Ljajic è serbo, Deyna.

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  95. Appunto allora canti l'inno e non rompa i coglioni

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  96. Mi sono scontrato più di una volta con Prizio, e alla fine, dopo il (presunto) tradimento di Prandelli, era impossibile discuterci. Volevo solo capire il vostro punto di vista, che poi è molto simile al mio. Comunque ancora seguo Viola Gol dopo la dipartita di Prizio.

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  97. Louis che oggi a metà di una settimana che non avrà nemmeno la partita domenicale sia giorno di cazzate lo dimostra il fatto  che siam vicino al centesimo post sul canto dell'inno.

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  98. E' serbo e con diritto non vuole cantare l'inno del suo paese, cosa che un paese democratico e la sua nazionale di calcio devono  consentire. 

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  99. e allora non lo canti ma non gioca almeno finchè chi dirige la nazionale ritiene che cantare l'inno sia importante come impegnarsi negli allenamenti.

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  100. Certo, Jordan questo infatti sta succedendo, e Ljajic e con lui il sottoscritto ed a quanto leggo in giro tantissimi altri, abbiamo il diritto di pensare che sia un cosa sbagliata. 
    Ciò detto ho la netta impressione che ora in difficoltà ci sia più Sinisa di Ljajic.

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  101. Un po' come la faccenda dei cazzotti, ne parla solo Delio Rossi. 

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  102. Sinisa sarà in difficoltà se perde con la Croazia, come tutti quelli che perdono in questo giochino, Ljajic c'entra poco in questo. Per il fatto di non convocare Ljajic credo non gliene importi proprio una ceppa.

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  103. Non ne sarei così certo, Jordan.

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  104. LUD,l'acqua Lete sorge dalla stessa vena acquifera della Ferrarelle;cambia la marca,non la sostanza.STEFANO VIENNA:Prizio dopo il "fattaccio" ha cercato di scrivere a raggiera,intendo dire che ha cercato tutti gli argomenti possibili ed immaginabili per "riabilitarsi",soprattutto con se stesso.Ha perso brillantezza,velocità,acume,sembra un calciatore ammonito al primo minuto e che poi debba marcare l'asso avversario.Molti suoi articoli sembrano collage di cosette scritte da altri,spesso cose retoriche.Lui non sarebbe male ma professionalmente,riguardo argomenti e discussioni, non offre più spunti degni di riflessione.Per me è così.

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  105. Davvero Jordan, che pallo co' sto inno. Chi lo vol cantare lo canti, chi non lo vole cantare stia zitto, e comunque un ct è libero di convocare chi ritiene più opportuno. Tanto poi se non vince mandano a casa lui, mica i giocatori.

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  106. Appunto Louis ma qui si devon far battaglie filosofiche su tutto. Se un allenatore non ritiene di dover convocare un giocatore perchè, secondo lui, rifiutandosi a certe partecipazioni non si integra nel gruppo, è libero di non convocarlo, Cosa c'entra la democrazia, l'etica, i bombardamenti, i massimi sistemi ed il mistero della trimurti, Dio solo lo sa.

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  107. Non lo sapevo, Sopra, io preferisco la Lete ma forse è una differenza illusoria. Grazie. Le effervescenti naturali mi affascinano.

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  108. Qui un ottimo articolo sulle acque, che sfata anche diversi luoghi comuni, si parla anche delle effervescenti naturali. Chi scrive è un chimico, se non erro

    http://alimentazione-naturale.blogspot.it/2010/07/acqua-che-sia-ricca-di-calcio-magnesio.html

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  109. Mati sta bene, sarebbe stato ancora meglio rimanendo a Firenze.

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  110. Ho letto il commento del Bolognese sul confronto Pasarella - Baresi.
    Scusate, ma voglio esserci, PRETENDO di esserci, nel momento il cui il Gat sosterrà che Mancini era più forte di Zico. Se me lo perderò vi chiedo già adesso di farmelo notare.

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  111. Io adoro l'acqua di Nepi e in Toscana non si trova più: lavorano ancora solo col vetro e il produttore mi disse, un tre o quattro anni fa, che il gioco non valeva la candela, fuori del Lazio, Abruzzi, Campania. 

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  112. Beh Anto, almeno nel caso dei due liberi il confronto ci sta, se pur con esito scontato...Io mi preoccupo invece del presente, fossi Iniesta mi preoccuperei, con Giovinco e Bonaventura alle calcagna...

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  113. Scusate per la ripetizione del termine paragone, sempre in culo al Delfino.

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  114. Per me invece la discussione di oggi è stata tutt'altro che filosofica o astratta, bensì molto puntuale, concreta, attuale ed  istruttiva.Rendo merito a Ludwig di averla non solo animata intelligentemente, ma avviata con una sua acuta osservazione che condivido e riporto:
    " Sinisa mostra la solita duttilità e si priva di un Ljajic al top della forma perchè...non canta l'inno. Mi pare che la scelta fotografi esattamente i limiti di Sinisa. Limiti professionali, intendiamoci: non so come si comporti nella vita di tutti i giorni."
    Clap, clap, clap.

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  115. Leggo (si fa per dire: sorvolo, piuttosto, a  rutto libero) solo ora gli autoreferti clinici di giornata di Yo el supremo: Diritti sarebbe un "anagramma" di Traversi? O sono io poco lucido in questo momento? 'Sto Diritti comuqnue è citato come architetto: Deyna era bancario, Vitalogy non so più cosa, Anto tu cosa scegli, allibratore o tecnico del gas? E tu, Sopra, presidente di Trenitalia o cartolaio d'angolo?

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  116. E' un punto di vista che non sorprende in un amante del tartufao che sceglie in funzione di un presunto vantaggio fregandosene di regole e princìpi. Se l' intrusione di un giocatore in un gruppo orientato e compatto portasse invece più danni dei benefici ipotetici della sua abilità tecnica, cosa che voi non potete sapere, sarebbe invece giusto e anche conveniente il farne a meno. Quindi  non limiti, ma pregi professionali. Questo a prescindere dal risultato della partita per il quale la controprova non potrebbe esistere comunque, nè in un senso, nè nell'altro.

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  117.  http://www.violanews.com/calciomercato/ag-fifa-amatucci-sicuro-jovetic-alla-juve-la-fiorentina-cedera-20130320/


    Questa è la chicca che chiude la giornata. Ovvia...

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  118. Confermo che secondo me  la discussione di oggi è stata tutt'altro che filosofica o astratta, bensì opportuna, attualissima, concretissima e molto istruttiva. Aggiungo anche, molto pertinente a questo blog ed ai suoi frequentatori.
    Confermo anche di condividere in toto la ragionevole e alquanto saggia considerazione di avvio dell'ottimo Ludwig che riporto ancora una volta:
    " Sinisa mostra la solita duttilità e si priva di un Ljajic al top della forma perchè...non canta l'inno. Mi pare che la scelta fotografi esattamente i limiti di Sinisa. Limiti professionali, intendiamoci: non so come si comporti nella vita di tutti i giorni."
    Ri-clap, clap, clap.

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  119.  http://www.violanews.com/calciomercato/prade-prova-a-strappare-un-talentino-del-chelsea-20130320/

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  120. Chiedo anche cortesemente, e sul serio, e per rimanere terra terra, se a qualcuno risulti che sia mai esistito nella storia del calcio un allenatore di una nazionale che non abbia convocato o espulso dalla nazionale un calciatore perché non cantava l'inno, e/o se risulta qualche altra nazionale dove è obbligatorio, e per regolamento, cantare l'inno. Così per farmi un'idea della casistica, se esiste, ovviamente.

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  121. Chiari, per piacere, basta...

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  122. Devo farmi i cazzi miei Louis?
    O vuoi darmi tu gli argomenti autorizzati e quelli che bisogna evitare? 

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  123. Io non voglio dare/autorizzare/negare nulla, ma è tuttogiorno che vai avanti con sta storia. Un ti torna che un allenatore non convochi uno perchè non canta l'inno: s'è capito!

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  124. Solo io sono andato avanti tutto il giorno Louis?




    Io ho proposto l'argomento Louis?Prima cosa non è vero, e se anche lo fosse, come ti permetti di dire "che palle!" e poi "basta!".Ti sembra educato? Ti sembra rispettoso?Qualcuno ti obbliga a leggere argomenti che non ti garbano?

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  125. Chaloban ha 18 anni e mezzo visto che è un dicembre '94 e gioca nel Watford, titolare, in prestito dal Chelsea. Se è molto buono te lo danno al massimo in prestito ed allora ci conviene? Questi li devi cercare in Sierra Leone, non nel Chelsea.

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  126. Se scambian Jovetic con Quagliarella me le taglio co'i'mestolo

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  127. e a proposito del fulmine che ha colpito in atterraggio l'aereo degli azzurri a Ginevra, senza danni per nessuno, ecco l'ineffabile Zemanviola: "..importante comunque che non ci siano state conseguenze per Prandelli e Montolivo perchè di fumate bianche, nere, grige, ne ho abbastanza piene le sacche e l'immaginare raduni di Vedove Viola lacrimanti in nero, mi attorciglia le budella." eppure è ganzo!

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  128. Deyna, il confronto fra Baresi (che, lo ammetto, non mi e' mai piaciuto), Scirea, Krol, Nesta e Morten Olsen ci puo' stare, sono stati grandissimi liberi, ma dire che Baresi tecnicamente era meglio di Passarella mi sembra un'eresia. Passarella aveva un sinistro da trequartista, altroche', mentre Baresi, che era molto veloce, intelligente, con gran senso tattico, grintoso, di personalita' magnetica (ma erano tutte caratteristiche che aveva anche il Caudillo), dal punto di vista squisitamente tecnico non mi sembrava questo granche'. Poi bisogna vedere cosa si intende per "avere tecnia", per me significa essenzialmente saper stoppare il pallone e saperlo calciare (non considerando il dribbling, che in un difensore non e' essenziale - e lasciamo stare i delirii su Baresi che parte in dribbling, mai visto, al massimo superava gli avversari in velocita'). Dal punto di vista strettamente tecnico, e sottolineo da questo punto di vista, ritengo che migliori del rossonero fossero Scirea e Nesta, nonche' certi centrocampisti poi divenuti liberi tipo Zaccarelli o il povero Di Bartolomei.

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  129. Rispetto africanoPenso,
    con tutto il rispetto che ho per tutti voi, tranne LUD, che sia molto
    azzardato disquisire su guerre senza sapere cosa in realta' siano, senza
    nemmeno immaginarsi la devastazione morale che implicitamente prende
    corpo quando si e'coinvolti e quanto questa  possa produrre azioni o
    frasi che in epoca di pace sembrano sacrilegi.Bene che non lo sapete,
    bene che non l'avete vissuta, meno bene che ne parlate con una saccenza
    quasi da professori in materia, professori in pantofole pero'(salvo
    Deyna, Antonie, Jordan e Vita).Dico questo un po'irritato e'vero, ma con
    il rispetto per le opinioni altrui, a parte quella di LUD, perche'parlo
    per esperienza diretta, essendomi trovato a Kigali nel 94 e anche se
    non sono entrato nel conflitto, era imposisbile restarne fuori,
    perche'l'eccidio si respirava come l'aria, come si respirava l'odore del
    sangue.Per un mese son stato li', coperto dai caschi blu che non
    facevano un cazzo nulla per evitare la strage, ancora oggi vergogna del
    mondo occidentale, visto che ad armare i rwandesi furono gli USA da
    sempre e se mi permettete, evito di scrivere cosa penso degli USA in
    veste di colonialisti, ma non mi esimio a dire che la maggior
    responsabilita' del massacro fu americana, io che li vedevo sui carri
    assieme agli hutu(io li ho visti non me l'hanno raccontato) loro che li
    addestravano(io li ho visti...)come i focolai che tutt'oggi ogni 2/3
    mesi causano altri morti, son sempre loro che ne sono la causa per il
    Coltain, coi caschi blu(18.000 in Congo) che son li' a guardare e stanno
    in vacanza.Date retta, evitate di dar giudizi affrettati a da scranni
    comodi. Non sapete cosa e'la guerra, quella vera, cosa si prova a
    cercare di soccorrere un amico, un uomo perbene, fregando una
    Toyota dell'ONU, uomo che aveva il solo torto di essere un Tutsi e
    trovarlo in casa dissanguato con i 4 arti amputati.Date retta, parliamo
    di calcio, commentate ma almeno provate a non giudicare, che nessun
    panorama immaginario puo'esser lontanamente immaginato, abbiate rispetto
    delle azioni e pensieri di chi si e' visto toccare la famiglia, con
    armi, stupri o machete.Trovo per questo l'intervista a Sinisa un
    concentrato di esperienze dette senza paraculismo, non si nasconde, non
    scappa da eventuali errori, ammette questa pôssibilita, perche' in quei
    frangenti tutti ne avremmo fatti o facilmente potremmo averli fatti.Non
    facciamoci pretini, che di falsi ce ne sono anche troppi, se non
    approviamo, solo portiamo rispetto per chi quelle atrocita' le ha
    vissute in prima persona e per la famiglia.Ho tutt'ora un amico, uomo
    mite e sempre etnia Tutsi, lo sento ogni tanto ma mai gli chiedo come se
    ne e' tirato fuori, perche'so gia' che dopo che gli hanno massacrato
    parte della sua famiglia, sicuramente anche lui si sara' trasformato in
    animale sanguinario.Non per questo non sara'piu' mio amico, posso non
    apprezzare eventuali rappresaglie, ma restera' mio amico, so chi era ed
    il primo ad esserne devastato e' lui stesso.
    LUD
    con quello che hai scritto oggi, fin dall'inizio con la tua deprecabile
    provocazione che aveva il solo ed unico intento quello di una pubblica
    fustigazione di Sinisa, hai , parlo per me, mostrato il tuo vero volto,
    quello subdolo con chiare tracce di odio puro.Io spero che non sia
    Sinisa a stare lontano da Firenze, per me sempre benvenuto, ma te.
     
    Lele
     

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  130. La perla della giornata la offre zio Cesare "Non do la formazione per non concedere vantaggi al Brasile". Questa è la battuta dell'anno....ah ah ah ah ah ah ah ah!!Immagino che Prandelli immagini Scolari che atterrito e curioso domanda ai collaboratori "Ma giocherà Peluso?A centrocampo Montolivo con Pirlo?E Abate anche giocherà....?".Ah ah ah ah ah ah ah ah,ho riso da solo in auto quando ho ascoltato questa notizia(la prima,chiaramente).Mi attendo,a breve,la frase storica che contraddistingue Prandelli "Interessa la prestazione,la reazione dei ragazzi,non guardiamo troppo al risultato".Lui non guarda mai il risultato,ecco perché è un perdente di successo....eh eh eh eh eh,l'attendo questa frase,la attendo!!

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  131. Lele, a parte la definizione "animale sanguinario" mi sento molto vicino ai pensieri da te espressi.

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  132. Sopra, quella di Prandelli è stratosferica!!!!!!!

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  133. Lele, preziosissimo contributo il tuo, della situazione che descrivi ne avevo già una minima idea grazie alle (pur sempre poche) fonti che qui ci è concesso di reperire, perciò preferisco non giudicare, immagino solo che in una guerra civile la sconfitta sia sempre e solo di entrambe le parti, almeno per quanto riguarda i civili (riguardo a chi li governa dall'interno o li pilota dall'estero, non lo so, so solo che c'è chi in Occidente ci fa un bel businness, e probabilmente non solo a vantaggio degli USA, ma anche di tutti noi che possiamo starcene col culo comodo a scrivere al pc).
    Sopra, è giusto non dare vantaggi al Brasile perchè la partita dell'Italia di domani è importante. 
    Il fulmine sull'aereo comunque smentisce noi che non credevamo nell'esistenza di Dio, e a chi mette il santino sul suo stesso piano dovrebbe far capire che si sarebbe anche già rotto le palle!

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  134. Pollock qui ci sarebbe tanta farina per i tuoi scritti ahahah

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  135. Lele non è che di guerra, civile e non, possa parlarne solo chi la fa o che si trova, suo malgrado, in un territorio nella quale si svolge. Immagino che tu non sia né Tutsi né Hutu e sebbene hai amici di una, o entrambe le etnie tu non possa averla vissuta né sentita come loro. Parli di Congo, noi abbiamo parlato di ex-Jugoslavia ma ci sono tanti altri focolai in giro per il mondo che neanche sappiamo quanti sono o i motivi scatenanti che li alimentano. Non per questo ci è vietato parlarne o prendere delle posizioni al riguardo, per quello che sappiamo, per quello che ci viene fatto sapere o per quello che vediamo. A me pare che l'ipocrisia provenga anche da parte di chi, a bocce ferme, parla di riconciliazione e partite della pace quando prima si è schierato da una parte palesemente sbagliata e che oggi per mondarsi la coscienza parla di tanti bei propositi e significati reconditi per una partita che lascia il tempo che trova. Proprio da pretino spretato, lui si. Poi si può continuare a confrontarci su qualunque argomento aspettando di presentare il conto ogni volta che ci si presenta un'opportunità per attaccarci sulle solite infinite querelle, sai che novità. Mi sembra però che ci siano posizioni fisse da entrambe le parti, su Montolivo e Prandelli, e Corvino, e i DV, Sinisa etc.etc. Si passa al vaglio qualunque dichiarazioni o comportamento dell'obbiettivo preso di mira per gettargli contro quintali di concio e si trovano millanta attenuanti e pacche sulle spalle a quei personaggi che si è deciso di prendere in adozione per difendere le loro posizioni per dar contro all'interlocutore di turno. Spesso in questo giochino ho visto pochi, anzi nessuno, rimanere obbiettivi e sereni nei giudizi, ci si appiglia anche alle virgole per dare del pezzo di merda a chi, per il nostro modo di vedere, ha compiuto gesti o dichiarazioni inemendabili che hanno scalfito il nostro orgoglio e magari per un brocco che non ha lasciato un segno tangibile del suo passaggio ma che non ha mai sollevato un problema o una questione, sempre a insindacabile e non oggettivo giudizio del singolo, si vorrebbe, a lui si, fargli un piedistallo perché è stato sfortunato.....ma vale, ehhhhh, vedrete quanto vale. Parlo di sport adesso, sia chiaro. Detto questo, a me di Prandelli, di Montolivo e di Sinisa non me ne frega un cazzo, quello che dicono o che fanno o che vinceranno in futuro sono cazzi loro, quelli si, ed enormi come una casa. A me interessano i DV (che pure di cazzate ne hanno fatte a vagonate, ma son loro che pagano, quindi.....ssshhhhhh, silenzio assoluto!)interessa Vincenziello, futuro grandissimo allenatore (non sono meteore quelle a cui abbiamo assistito), non credo di aver visto mai, al pronti via, dopo 3 anni di carriera, un allenatore capace di dare un simile gioco ad una squadra; se Guardiola e Del Bosque hanno aperto una finestra lui sta buttando giù portoni quanto a tichi taca, sta evolvendo, da italiano, un modello spagnolo. Non è quello che si è visto fino ad oggi è il potenziale che ha da sviluppare ancora, enorme, che sorprende e lascia basiti. Tempo 2-3 anni, se gli danno una big, o lo diventasse la Fiorentina (scusate, adesso mi sveglio.....) questo fa filotti di trofei in consecuzione. E preferirei parlare di questo che di inni, di brocchi e guerre sparse per il mondo.

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  136. La guerra è una cosa troppo seria per parlarne qui come contorno di altri argomenti da parte di chi come noi, fortunatamente,  non ne è mai  stato partecipe.
    Leo hai scritto molte cose che condivido, nella parte finale quando torni a parlare di calcio dimentichi di citare Ljajic, che in fin dei conti è forse la causa prima delle nostra discussione di oggi e quella che più di tutte, dal punto di vista calcistico, giustifica la sua attualità ed il nostro interesse. 
    Ripropongo, condividendolo,  quindi quanto ha scritto Ludwig, che ha dato avvio alla nostra discussione giustificatissima, non banale e di grande interesse per noi, e della quale fa parte, purtroppo e non per colpa nostra, anche la questione di un inno non cantato:
    " Sinisa mostra la solita duttilità e si priva di un Ljajic al top della forma perchè...non canta l'inno. Mi pare che la scelta fotografi esattamente i limiti di Sinisa. Limiti professionali, intendiamoci: non so come si comporti nella vita di tutti i giorni."
    Io non sono certo tra quelli che di Sinisa a Firenze ha dato un giudizio liquidatorio,ciò detto non me la sento proprio di non criticarlo aspramente in questa circostanza, e mi dispiace che in questa sede risulti  così difficile farlo.

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  137. Leo ma che ne sai tu delle parti giuste e sbagliate in una guerra civile che ti hanno raccontato? Ora sta a vedere che Sinisa era il braccio destro di Milosevic! E' solo un serbo che ha vissuto la tragedia di quelle genti, avendone coinvolti familiari ed amici e che ora sta usando parole di pace, per non caricare una partita di calcio di significati eccessivi. E' una persona che parla diretto, che non si nasconde dietro le dita, per questo io come persona, lo ammiro. Come tecnico non lo hanno lasciato lavorare a Firenze, quindi mi oppongo a chi lo condanna, ma non ho mai detto che è un fenomeno, ho detto solo che chiunque, nella sua condizione, difficilmente avrebbe fatto meglio. Che lui avrebbe fatto come il santo se arrivato a Firenze nel 2006 non l'ho mai detto perchè non lo so, magari no, ma lo dirà il suo futuro. Nell'occasione si sta parlando del nulla partendo da una provocazione del sinisofobico, come giustamente rileva Lele. Ognuno poi può pensare quello che gli pare e quello che dice lo qualifica, ma meravigliarsi che sia difficile criticare aspramente una persona, cioè meravigliarsi che ci sia chi la pensa all'opposto è indice di incapacità di accettare il dissenso.

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  138. Dire ad uno, quando critica Sinisa sulla faccenda dell'inno, di farsi i cazzi suoi, manifestare insofferenza per i suoi argomenti dicendo"che palle!", dicendogli  "ora basta!", liquidare la discussione come inutile e piena di cazzate dopo avervi partecipato ed averla alimentata, o vomitare addosso ad un altro, per lo stesso motivo, insulti e persino l'invito a star lontano da Firenze, tirar fuori e gettargli in faccia surrettiziamente tutte le sue posizioni su Prandelli che nella discussione non c'entrano un piffero, non mi sembra indice di argomentato dissenso. Mi sembra quello sì non voler accettare il dissenso  e il voler fare fuoco di sbarramento contro chiunque si permetta di criticare Sinisa, persino a scapito del  nostro campione più promettente, da Sinisa ancora una volta maltrattato.

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  139. Maltrattato? credevo fosse stato Delio Rossi.  

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  140. Anche Delio Rossi.

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