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mercoledì 14 marzo 2012

La battaglia delle arance

Se la Juve dichiara di essere pronta a giocare contro tutto e tutti, capita nel posto giusto al momento giusto, pur non essendo a Ivrea, sotto la collina di Fiesole viene indossata la livrea come distintivo di quelli “contro”, e volano accuse come fossero arance, in una battaglia furibonda senza esclusione di colpi, di scalpi e di Scialpi, come riferimento musicale per le basi dei cori di curva. Tifoseria e media locali compatti, delusi, spremuti e per questo acidi come gli agrumi da lanciare contro Corvino e la società, la quale risponde al fuoco incrociato, individuando tra quelli che lanciano, degli autentici tarocchi, procuratori, giocatori e giornalisti che inquinano la verità, e tifosi, si tifosi, che oltre al fuoco incrociano anche le braccia dopo aver smesso di praticare la fede, per diventare i fidi gregari di chi regala visibilità in granelli. Nella guerra del tutti contro tutti in atto a Firenze, le arance che si lanciano non si sbucciano, si fanno invece le bucce anche alle borracce pur di apparire in trasmissioni che per definirle ci vorrebbero le parolacce. Ma quando mancano le vittorie si sa, scarseggia pure la tipologia specifica dei carri su cui salire, allora è facile che sul carro abbandonato frettolosamente per andare a contestare, ci salga la società per difendersi dagli attacchi delle squadre a piedi, che rappresentano le bande di tifosi imbufaliti, e così la battaglia diventa il simbolo della lotta dei tifosi contro una proprietà sempre meno marchigiana e più marchiana per via degli errori che le si addebitano. Un tempo il simbolo del calcio moderno erano gli arancioni olandesi e quelli della Pistoiese, oggi a Firenze invece il Vuturo è quello degli aranceri che lanciano accuse con entrambe le mani per aumentare la potenza di fuoco, chi va all'attacco del carro mira alla maschera protettiva cucita rigorosamente a mano sotto alla quale è apparso anche il viso angelico della rossa Kidman a Parigi, e del suo rosso arancio oggi sappiamo finalmente il perché. L'intento degli aranceri dicevamo è quello di colpire sulla maschera in modo che il succo entri negli occhi, in attesa che quello del discorso invece trovi un senso compiuto. Perché non è possibile importare le arance dalla Spagna e buttare via quelle della Piana di Sibari, come non si può accusare i Dv di non spendere e allo stesso tempo accusare Corvino di buttare via i soldi, allora meglio le arance di Ribera, da non confondersi con l'abatino rossonero, e circostanziare meglio le accuse per non passare da ebetino. Si perché alla fine non si è mai vista una zagara nomade e una zingara profumare, come del resto non è detto che per andare in pellegrinaggio a Medjugorje si debba per forza passare per le Gore. La battaglia delle arance ha sempre dato luogo a polemiche sugli sprechi supposti, per il bollettino dei feriti che ogni giorno devono ricorrere alle cure del pronto soccorso, e per gli episodi individuali di intemperanza e malcostume. Ecco, anche e Firenze c’è un grande spreco di polemiche secondo me, dalle quali vedo i giocatori sempre troppo protetti dalla maschera dell’alibi delle responsabilità societarie, che ci sono, ma che non possono giustificare assolutamente una classifica di questo tipo, sarà bene quindi che chi scende in campo se le prenda le proprie responsabilità, per evitare come a Ivrea il ricorso al pronto soccorso per il ferimento della passione, che per qualcuno purtroppo degenera poi in intemperanze da ricerca della visibilità. Sabato scenderà in campo la squadra, come del resto farà fino alla fine del campionato, devono essere loro e solo loro a tirarci fuori da questa situazione, tutti uniti ma nessun alibi, sperando che alla fine le arance siano almeno quelle della salute.

10 commenti:

  1. Lo stadio sia una bolgia e non faccia pensare l'arbitro. Perché se pensa fischia rigore per la Juve.

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  2. Blimpe, o scrivi in fuga da una muta di cani affamati, oppure ti sei avvalso della collaborazione del Chiari, che evidentemente per risparmiare, e confondendo la tua richiesta di inviare il post al tuo posto, pensando a un telegramma  ha ristretto il testo per non spendere, ristretto come fosse il brodo per lessare pesci o crostacei.

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  3. Pollock,lascia stare il
    Colonnello, con la sua fattura è in fuga da Buck, può scrivere solo messaggi telegrafici.
    Quanto a sabato, pensa un po’ che io m’aspetto persino una reazione d’orgoglio
    del passatina, in fondo anche lui, come noi , gioca contro i suoi (prossimi)
    principali avversari, e potrebbe esserci anche il santo in tribuna.

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  4. Beh, Pollock, la sai quella (un po' vecchia, ma non mi soccorre altro) del genovese che deve inviare telegramma funebre? Detta: "Morta mamma". L'impiegato gli dice: "Guardi che fino a cinque parole spende uguale". "Ah sì? Allora 'Morta mamma vendo pelliccia visone'".

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  5. Aggiornamento dal teatro bellico:
    Il Colonnello ha trovato un anfratto dove rifugiarsi e puoi scrivere un po’ di
    più.

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  6. Vorrei segnalare che il Magiaro Buco insinua, nel suo sito, che siccome saremmo interessati a Benassi del Lecce ci saremmo con ciò comprata la salvezza. Non so quale ditta di traslochi abbia fatto lo sgombero sotto il cranio dell'uomo dagli scoop in mollica di pane, però è sicuro che è gente seria.

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  7. Quella dei traslochi, perchè fuori che loro di serio c'è poco da quelle bande. Ora vo a insultarlo tanto ci ho già litigato un paio di volte.

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  8. Caro Jordan, la completezza della tua replica impedisce postille, aggiunte, integrazioni da parte mia (solitamente mi risponde, siccome non ha argomenti, che non voglio vedere in faccia la verità). Il bello, come avrai letto in quel delirante pezzo da cavarci, se solo DDV volesse, altri cinquecentomila facili, è che, se non sei d'accordo con la cazzata inumana che ha sparato, sei praticamente una fava. Lo considero il massimo maestro di antigiornalismo in questo paese. E di calcio, al suo cospetto, il Pagliaccio ne sa un fottio.

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  9. E' un astioso, complessato per non aver raggiunto quanto il suo ego smisurato pretendeva, e spizza veleno come una vipera in caldo. Di calcio non capisce una cippa, ma non credo se ne crucci, fa finta di capire tutto ed è realmente tutto quello che un giornalista non dovrebbe essere. Con i Della Valle ce l'ha in modo particolare da sempre, ancora di più da quando Diego l'ha sculacciato di brutto. Dei suoi cinquecentomila non vedo cosa se ne farebbero, se non esagera lo lasciano latrare.

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