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domenica 18 marzo 2012

La Deliosione

Non era affatto cognac anche se Delio ha provato a spacciarcelo per tale, e la sua infatti è una chiara frode alimentare, nel senso di aver alimentato le speranze (non le mie) che con il suo arrivo si sarebbero riconosciute le caratteristiche del suo gioco d'attacco, e invece ci siamo attaccati dietro al vetro del riconoscimento dei suoi riconoscibilissimi rovesci. Che non era cognac lo si è visto quasi subito, solo il tempo di un palo e del gol di Vucinic che ha lasciato l'intera difesa al palo, difesa che nel secondo tempo si è talmente alzata da rimanere addirittura al Palo Alto. E c'è un perché, anzi c'è una scuola di psicoterapia famosa in quella terra di California, che vede tra i suoi risultati più significativi e tra le sue innovazioni introdotte, la cosiddetta “terapia breve” che non basterà mai a risolvere però i problemi di chi ieri è andato in catAlessio dando un colpo, anzi un calcio al cerchio, anzi al Decerchio e uno alla botte che rappresenta benissimo invece la sua scatola cranica vuota, botte che invece di rovere è fatta con il serbatoio di una Land Rovere rottamata, e che quando non è vuota è piena purtroppo solo di quel troiaio di bevanda che ci ha servito oggi Deliosione al posto del cognac, il Tamaurindo. Non solo ghiaccioli, granite casalinghe o bicchieroni d'acqua ghiacciata, perché è anche un lassativo che ci è stato servito con l'imbuto proprio a mo' di purga, altro che raffinatezze nel roteare il ballon, ma cinque bei ballon(i) sono il peggior lassativo della nostra storia casalinga, che non riguarda il triste uso del Tamaurindo tra le mura di casa ma la peggior sconfitta di sempre a Firenze. Diciamo intanto che è un legume e che per la prima volta non ci ha legato all'evento fino alla fine, io per esempio e molto vigliaccamente ho abbandonato per andare in bagno, ma potremo definirlo anche un baccello come quelli travestiti da giocatori con la maglia Viola, perché il Tamaurindo se utilizzato in piccole dosi serve a preparare una bevanda, aumentando man mano si ottiene un effetto regolatore, e quindi con dosi più generose invece un effetto lassativo e purgante. Ecco, questi baccelli o fave che dir si voglia ci hanno purgato bene bene la passione, ma non c'è neanche il tempo di smaltire gli effetti di quella sbobba servita come neanche fosse un tè delle cinque, e anzi prendendone cinque al posto del tè, dicevo che non c'è il tempo di digerire l'umiliazione, che già si affaccia impietoso un'altro spettro dalla faccia bianca e lattiginosa, che potrebbe essere molto dolce oppure amarissimo, potrebbe essere un fantasma del quale avere terrore oppure un qualcosa da sciropparsi da qui alla fine della stagione, ottenuto per pigiatura, e diciamo che ce lo stanno già pigiando abbastanza là dove Cerci colpendo De Ceglie ha affisso il suo QI, che qualcuno ha scambiato per un compito in bianco. Si insomma, penso che a molti sarà apparso uno spettro in questa triste mattina di una domenica di marzo, bianco come da copione, ma non è un marzolino anche se in quanto pecorino potrebbe rendere molto bene l'idea della posizione nella quale ci siamo ritrovati ieri sera, ma lo spettro per molti stamani sarà purtroppo quello bianco e appiccicoso della serie B, io come malato di ottimismo ormai senza speranza ma con la speranza di tenere alto l'umore della truppa, voglio pensare che dopo il Tamaurindo sia arrivato il momento dell'orzata, e mi sacrificherò per voi.