L’ambiente in casa Viola è talmente deteriorato che siamo arrivati al grottesco, perché se sono comprensibili certe barricate a difesa degli interessi commerciali dell’imprenditoria fiorentina di fronte all’eventualità della realizzazione della cittadella alla Mercafir, non lo sono quelle ideologiche di una buona parte del tifo Viola, che ha incredibilmente lo stesso interesse a che questa non si realizzi, unicamente perché ormai sono schierati contro i Della Valle e non li vogliono più. Non interessa nemmeno l’eventuale e possibile rilancio dei programmi e delle ambizioni, la cacciata dei Della Valle è diventata una scelta di tifo, prioritaria e superiore addirittura agli interessi della squadra, e siccome potrebbe essere proprio la Cittadella a ostacolare questo sogno di liberazione marchigiana della città, per non sapere ne leggere e ne scrivere sarà meglio andare subito in serie B per evitare un qualsiasi rilancio, e quindi esultare anche da una serie minore pur di dare ragione a tutte le fregnacce che sono state dette e scritte nei loro confronti. Non è vera la storia della perdita della passione, io per esempio come altri ce l’ho perfettamente intatta e non si è spostata neanche di un millimetro, altri invece l’hanno trasformata in tifo contro, appassionato anche quello ma concentrato a fischiare i Cerci, a mugugnare per una passaggio sbagliato, a infamare in generale insomma, fino appunto a ribaltare il significato dell’essere tifoso, sperando attraverso le disgrazie della propria squadra di realizzare il sogno della cacciata. Chi verrà dopo non potrà essere certo un problema, perché andare a guardare oltre presuppone una visione più ampia da quella miope sulla quale si basa questa visione, perché chi suona il citofono di un grattacelo, una volta verificato che questo non funziona preferisce l’abbattimento del grattacelo alla riparazione del citofono. Il mio suggerimento al controtifo è che però strutturi il suo movimento cercando di seguire l’esempio illuminato di chi ha sempre cercato di andare contro, cercare per esempio di ripercorrere le orme di Pannella potrebbe essere un idea, cominciando lo sciopero del tifo abbinato a quello della fame, specificando di essere radicale nelle proprie teorie, liberale nel voler liberare la città dall’invasore, federalista europeo e quindi senza le coppe non si può stare, anticlericale da quando hanno fatto fuori il Santo, antiproibizionista e lo dimostrano certe teorie che implicano l’uso di sostanze proibite, non violento e gandhiano antidellavalliano. Negli anni dell’università Pannella è stato poi il leader dell’Unione goliardica italiana che bene rappresenta anche il movimento del tifo contro, che ha nel suo programma una forte connotazione della supercazzola. Visto che tra i suoi riferimenti ideologici c’è anche l’ambientalismo ecologista trovo legittimo il desiderio di difendere quella che è sempre stata considerata una “buca” da chi la vorrebbe trasformare in una Della Valle. Quindi avanti con le disobbedienze civili come quella di disertare lo stadio, via ai sit-in nei quali si gufa la sconfitta della propria squadra, e se qualcuno dei tifosi ancora vicini alla squadra chiederà di fare i nomi degli eventuali sostituti bisognerà avere il coraggio di dire che ci sono anche altri imprenditori oltre ai Della Valle nel mondo, come per esempio Mahatma Gandhi dei Gandhi Magazzini, e Martin Luther King dell’omonima catena Burger King, tutta gente disposta a investire sulla Fiorentina e Firenze. Rievocare immediatamente le battaglie vinte a favore del divorzio con i Della Valle, rilanciare la depenalizzazione delle droghe e poi farsi arrestare per aver fumato uno spinello. Una volta dentro, lasciata quindi la squadra senza tifo contro, e dopo aver vinto proprio per questo contro il Cesena, potranno con tutta calma chiedere la legalizzazione delle droghe sostenendo il paragone tra il proibizionismo sull’alcool degli anni venti, alimento economico ai tempi di Pasqual Capone, e il proibizionismo sulle droghe, fiorente business per tutte le mafie mondiali. Via i Della Valle da quella che è una “conca” per cominciare il business della concaina.