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lunedì 12 marzo 2012

Un pomeriggio nero di seppia

La sconfitta è ingiusta dopo un primo tempo nel quale la squadra è piaciuta ancora di più che a Parma, una prima frazione nella quale ha sbagliato quattro grandi occasioni da gol che meritano un approfondimento. Amauri sta diventando un problema visto che sono ormai sette le partite a secco, e nello specifico oggi non è riuscito a piazzarla neanche dopo aver superato il portiere, pur facendo un grande lavoro, ma una squadra con un centravanti che non segna è una squadra destinata a soffrire, ritrovasse invece una qualche vena realizzativa nelle prossime partite, probabilmente il campionato della Fiorentina potrebbe tornare ad essere almeno decente. Perché è vero che è ingiusto giudicare un giocatore solo per il fatto che non segna, se non fosse che il suo ruolo lo obbliga a farlo, con il particolare non proprio secondario poi, che nel calcio se non concretizzi sei automaticamente un perdente. Cerci mi è piaciuto anche se come lo stesso Amauri ha fallito un occasione importante davanti al portiere, ma quel tentativo di pallonetto dimostra grande personalità che a me non dispiace affatto, anzi, chi cerca il colpo difficile solitamente è un giocatore fuori dalla norma, e non lo avrei tolto con la squadra in svantaggio, perché è comunque uno dei pochissimi ad avere il gol nel sangue, preferendo i suoi errori dettati sempre dal rischio della giocata, invece di chi il rischio più grosso se lo assume con passaggi laterali. Vargas è stato forse il più convincente di tutti sia fisicamente che come determinazione, mentre nell'economia della partita non ci siamo limitati all'inefficacia sotto porta, ci siamo fatti addirittura il gol da soli con l'ingenuità di un Gamberini, che più che la fascia di capitano dovrebbe indossare una camicia, visto come affoga la sua prestazione in giocate da uovo molto spesso rassodato, e ieri addirittura in camicia, tanto che Delio subito dopo l'entrata del fallo da rigore avrebbe invece più volentieri voluto fargli assaggiare il rigore della camicia di forza. L'unica cosa che il povero Gambero riesce ormai a mostrare con grande orgoglio, non sono più i suoi interventi d'anticipo o la fascia di capitano, ma quanto una improbabile barba che ridicolizza addirittura i baffi di Bergomi dell'82. In una giornata dove perdiamo una partita immeritatamente, e dove anzi avessimo chiuso il primo tempo con un doppio vantaggio, probabilmente avremmo anche vinto, la mia personale delusione riguarda Montolivo, che gioca a fari spenti nella notte fonda del suo rendimento a encefalogramma piatto, che pesa sull'economia della squadra con postura da autentica seppia, dove nero diventa il fatto di cronaca di partite che ammazzano la speranza di vedere un suo sussulto, un nero non utilizzabile neanche per uno spaghetto, ed è delusione la mia non tanto dettata dallo spreco del suo nero di seppia, ma perché le sue qualità sono sottoutilizzate, spese unicamente per chiusure e corsa blanda, ma mai per un giocata determinante come un assist, un gol o qualcosa di verticale che non sia solo il crollo delle sue azioni. La novità saliente però non è quella tattica del 4 3 3, ma il fatto che Delio per la prima volta non ha mai masticato in tutta la partita, rinunciando alla sua amata gomma non solo per masticare l'amaro di un risultato ingiusto, ma principalmente per preparare il palato, e sfruttare così il miglior prodotto del suo centrocampo, che non sono gli inserimenti, la dinamicità, il contenimento o meglio ancora il gol, ma quel nero secreto da chi è seppia, che se è vero che non insacca mai, dalla sua sacca però si estrae l'inchiostro con il quale Delio ci condirà almeno uno spaghettino, e con il quale lo stesso Montolivo firmerà il contratto con il Milan. Si dice che Nocerino sia un amante del genere noir estratto dalla sacca del cefalopode a fine contratto, perché mentre lui si dedica a farcire il centrocampo del Milan a suon di gol, e Gattuso ad allevare le cozze, Montolivo al massimo potrà fare l'osso per le tartarughe che vivono nei Navigli, perché essendo seppia sappia che di nero si dovrebbe tingere soprattutto la sua carriera a Milano. E dopo avergli offerto un contratto di cinque anni per dieci milioni netti, il fatto che se ne vada, se è questo il giocatore, probabilmente potrebbe anche non essere tutto sommato questo gran male, e se alla fine la società rilanciasse le ambizioni ingolosita dal progetto Mercafir, potremo farci anche una bella risata, o magari un risottino.