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martedì 13 marzo 2012

La febbre del sabato sera

Siamo nella settimana della passione, quella nella quale di norma dovrebbe salire la febbre, e che invece dopo la sconfitta siciliana, ha visto salire solo il consumo della pasta alla Norma. Una volta era definita la partita dell'anno mentre oggi è rinculata fino a essere al massimo quella dell'ano, e proprio per questo, malgrado la concomitanza favorevole del giorno, non potrà essere nemmeno una partita da “ febbre del sabato sera”. Anche se la Fiorentina è Travolta da una crisi tecnica e la Juve da una crisi di nervi, così tanto che se ci fosse stato ancora Toni avremmo almeno potuto citarlo come Toni Manero, e invece anche se ci sarà unità d'intenti tra tifoseria e squadra, dovremo presentarla più come un'unità di crisi che una partita, nella quale più che affidarsi come sempre al caso invece che al gioco, bisognerebbe affidarsi a Bertolaso, e al posto della colonna sonora dei Bee Gees ci affideremo al falsetto dei parenti più stretti di quelli che un tempo furono gli ultras, e che oggi sono i Cugini di Campagna. E mentre dopo Catania abbiamo mandato in ristampa l'ennesima sconfitta, la Juve ha scelto la linea del silenzio stampa, strampalato e strappalacrime come una sceneggiata napoletana, alla quale probabilmente abboccherà il Merdola arbitro di turno e attore principe della sceneggiata della compensazione, come il grande Mario e come a Parma, in modo che al minimo contatto in area sia subito fallo da “O zappatore”. Insomma una partita che troverà due squadre tramortite, una dalla propria mediocrità di risultati e gioco, e l'altra dalla rabbia e dalla frustrazione per un campionato che il Milan gli sta vincendo sotto il naso, entrambe deluse, chi per un altro anno buttato via e chi per l'ennesimo senza vittorie. La delusione però potrebbe essere il propellente giusto per generare sussulti di reazione, orgoglio, voglia di regalare una gioia da una parte, e quella di mantenere vive almeno le speranze dall'altra. La vedrò insieme a un ex calciante di parte bianca, figlio di calciante di parte bianca, gente che per smacchiare usa l'Omino bianco, e che ha tradito il bianco solo per non lasciarci il conto in banca. La guarderò con chi da fiorentino ha senso di appartenenza da sempre, con un bianco quindi per non andare in bianco, insieme a cena per non rimanere a digiuno di una vittoria che servirebbe alla classifica e anche all'umore. In centro dove insieme all'Arno scorre anche la fiorentinità, e anche per ripulire l'immagine di chi calciante lo è stato davvero per passione senza essere per forza un delinquente. Con la speranza e come dolce, che a proposito di “febbre del sabato sera” e conseguente mania del ballo, che vede trasmissioni dove si usa la paraffina per mandare in onda Milly Carlucci ancora in posizione eretta, insomma con la speranza che Conte debba sopportare un tale sforzo per ingoiare la sconfitta e l'addio definitivo allo scudetto, da procurargli in ernia del disco music.