Se è vero che sabato non ci sarà Jovetic come purtroppo sembra, bisognerà riporre le speranze nella promessa di gol fatta da Amauri a Mencucci, nell'attesa che alla fine non si riveli una promessa da Amaurinaio. Come del resto andrà cercificata anche la ritrovata vena del Messi di Valmontone e di quel montone di Vargas, che a proposito di lupi di mare è stato imbarcato sul cargo della sua professionalità scellerata a largo delle coste del buonsenso, così tanto da fare cargare per domeniche e domeniche, storie che il grande Domenico ha cantato in “marinai donne e guai”. Premesso che se da questi è lecito aspettarsi i colpi vincenti, è augurabile però che gli altri almeno non manifestino dei colpi di sonno, e voglio sperare che sia proprio il reparto di centrocampo, che più di tutti soffre di narcolessia, a smentirci e a dare mandato realizzativo a chicchessia. Si perché ormai quello che ci manca oltre ai punti in classifica, è proprio l'entusiasmo generato da un evento inaspettato, diciamo da una sorpresa tanto improvvisa quanto gradita, perché siamo appassiti dentro la consuetudine del menage più scontato, quella per intendersi del passaggio sbagliato di Lazzari oppure del bradipismo di pensiero, vorremmo che so, un Montolivo che nel cruciverba del sua ultima stagione in Viola giochi finalmente un verticale invece dei soliti passaggi in orizzontale, ci piacerebbe anche una sua espressione più cattiva, che non sia quella della Pimpa adatta più a un pubblico da zero a otto anni, e per dimostrarci soprattutto di non essere una pippa accetteremmo volentieri anche un suo gol come cauzione per uscire da un campionato anonimo. E poi finalmente Lazzari, ci stupisca con una doppietta che non sia quella per scalare di marcia con la sua vecchia cinquecento, e neanche quella per sparare al parrucchino di Conte scambiato per un fagiano, ma che riabiliti invece quel pover'uomo di Corvino che l’ha acquistato, nella partita che potrebbe trasformarlo da giocatore inviso alla tifoseria a quello che la rende invasata dopo la prova della vita. Gregari in paradiso quindi, e Rossi che come sua abitudine dopo le vittorie più importanti si tuffa nelle fontane, accetteremmo anche che per sbaglio si butti nella vetrina della boutique delle sorelle Fontana, perché abbiamo bisogno di una scossa che ci faccia sentire ancora vivi e liberi il nostro campionato dalla paura che un po' ci mortifica. Una donna in ogni porto e un pallone in ogni porta, due a zero, uno in Fiesole e uno in Ferrovia.