.

.

domenica 4 marzo 2012

Dolce e Gabbanalità

Se il ritiro deve generare banalità del tipo, adesso saranno quattordici finali, bisognerebbe almeno spiegare a Cerci, che quando scorrono i titoli di coda del film scelto da Rossi per stemperare la tensione, può anche alzarsi, perché di finali, a differenza delle bischerate partorite nelle conferenze stampa pallonare, ce n'è sempre e solo uno. Se Montolivo non rinnova per esempio, c'è solo un finale, non è che ci vuole uno scienziato per capire che se ne va depredandoci, oppure bisognerebbe spiegare a Banelio Paradossi che anche di Finale Ligure c'è uno solo e non uno per regione. Su questa disquisizione geografica, il buon Cerci, dopo che gli è stato spiegato che quel Finale è in Piemonte e Re di Puglia in Friuli, ha subito twittato alla fidanzata per avvertirla di aver capito che Finale Emilia non è nel modenese come avevano sempre creduto loro, ma all'estrema periferia di Milano, e proprio perché ai confini del Capoluogo lombardo che sono i romani con il loro intercalare a trasformarlo in Finale demilano. A Montolivo il ritiro è servito invece per capire che la palla è rotonda, a Lazzari che le partite iniziano da zero a zero, a Pasqual invece, che quando va bene ci rimangono sullo zero a zero. Chi ha tratto però più vantaggi dal ritiro delle riflessioni d'autore è stato Vargas, che ha capito finalmente che per fare bene il cross non sempre c'è bisogno di un KTM, oltre che arrivare sul fondo non vuol dire toccarlo, come ha fatto invece lui in una crisi senza fine. La squadra si è confrontata per capire i perché di questa crisi, in modo da poterne uscire a cominciare da oggi, e la cosa che ha rasserenato un po' tutti è il fatto che l'immobilità di Montolivo in mezzo al campo non fosse dovuta alla sua posizione contrattuale, ma invece alla sua modernità d'interpretazione del ruolo, dopo aver confessato che le sue partite ospitano momenti di flash mob, con la finalità di mettere in pratica un'azione insolita appunto, che è quella di rimanere improvvisamente immobili. Al che il povero e ingenuo Cerci, ha fatto presente a chi gioca dimostrando di avere una trasmissione a Riccardano, che per mettere in pratica un'azione insolita, dovrebbe semplicemente riuscire a farla una benedetta azione a modo, almeno una prima della fine della stagione. Il Ricca, ricco di spunti intelligenti più che di quelli sul campo, ha spiegato a quel miss faccia a culetto di Alassio, che per combattere il mobbing da fine contratto solitamente messo in atto dalle società, ha voluto rispondere appunto con il flash mobbing.