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mercoledì 22 aprile 2015

Montella piace più a un pubblico femminile

Dopo tutte le analisi che ho letto sui mali della Fiorentina mi sono rincuorato. Oggi ho il soqquadro completo della situazione. Pensavo ad un problema più generale, più strutturale, il fatto invece che tutti i mali vengono ricondotti ad un unico soggetto, da una parte mi consente di intravedere una soluzione molto più semplice e di rapida attuazione, basta chiamare l’idraulico per riparare la perdita, dall’altra ho avuto ulteriore conferma delle mie scarse capacità di comprensione. Sono stato sempre molto precoce anche con le donne, a 14 anni già non le capivo. Consentitemi però di riconoscere almeno un pregio a Montella che a differenza nostra, se da una parte possiamo suggerirgli soluzioni di natura tattica, non potremmo certo andare alla Buitoni con in mano una pizza e metterci ad urlare: "chist’ è vera, band e sciem" come invece lui si. Apprezzo Montella forse perché più di voi sento di avere una radice comune, non a caso avrei la tentazione forte d'insegnare ai siciliani come fare i cannoli, mi trattengo solo perché so che qualcuno di voi vedrebbe in me dell’insopportabile presunzione. Mi accontenterò quindi di disquisire con il Bambi sulle caratteristiche organolettiche del pan di ramerino a noi certo più affine. Il sentimento in cui più di tutti si riconosce oggi martedì 22 aprile il tifoso Viola, quello lontano dai fasti delle vittorie di prestigio in trasferta, e dopo la sconfitta interna contro il Verona, si ricolloca nel giusto alveo, riprende sembianze più familiari. Il rammarico e l’amarezza riaffiorano come la muffa là dove passo l’acqua dell’Arno. La storia del tifoso Viola con la sua squadra è tale e quale a quando una donna dice "Ti sono debitrice" ma poi non te la da. Devo dire che sia nell’approccio alla passione che nella gestione della sconfitta preferisco però la donna all’uomo sempre troppo concentrato a dimostrare la propria competenza, superiore non solo all’allenatore di turno, ma soprattutto al proprio barbiere. La donna è più fatalista e poi non perde tempo ad entrare nel merito perché non ha tempo, ha sempre più cose da fare contemporaneamente, mentre metabolizza la sconfitta prepara il minestrone e conforta il marito sprofondato nella depressione. Figli a scuola, colloquio con i professori, spesa, stirare, pulire e cucinare, mentre lui guarda fisso fuori dalla finestra senza dire una parola da lunedì sera. L’uomo si ammazza solo all’idea che Montella possa rimanere ancora un altro anno, lei se la Morte arriva a prenderla chiede tempo per truccarsi prima di uscire. Ed è per questo che in media le donne vivono più a lungo degli uomini.