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lunedì 13 aprile 2015

Con leggerezza

Quando si lotta su tutti i fronti lo si fa solitamente contro qualcuno, che alla fine può risultare anche più forte, sembra un concetto banale ma lo voglio ribadire. Qui, per rimarcare che non sono un tifoso del Barcellona, Paris St. Germain e Chelsea. Vivo in San Frediain. E quindi niente cambia per me, stesse valutazioni di quattro giorni fa sulla stagione, stesse valutazioni di prima della partita con la Juve. Poi spetterà alla società e a Montella capire perché la squadra si è smaterializzata, e porre rimedio attraverso il mercato. Per l’immediato invece c’è da eliminare molto velocemente quella supponenza che si è impossessata della squadra, che è solo una questione di testa e non di gambe visto che subito dopo la partita con la Samp, Fiorentina e Lazio erano considerate le squadre più in forma del campionato. La società adesso deve pretendere da squadra e allenatore una reazione, deve pretendere che il gruppo torni a mostrare un’anima, quella che ci ha portato a giocarci tutti gli obiettivi fino a ieri. Non mi sembra il caso di parlare dei singoli, lo faccio soprattutto per quelli reclamati a gran voce, e a parte l’accompagnatore turistico di colore che piace tanto a Mancini, per fortuna ieri c’è rimasto solo Diamanti da buttare in pasto alla frustrazione. Mentre a chi ha avuto il buon cuore di reclamare una mia maggiore partecipazione, rispondo che c'è troppo sole per restare chiuso nei vostri smartphone. Però sono fiducioso e sereno, lo dico per tranquillizzare tutti coloro che magari si preoccupano per me. Fisso il vuoto, ma poi lui ride per primo e allora ci sganasciamo. Per fortuna so come si vive con il sorriso anche una sconfitta pesante che arriva a braccetto di un’altra tale e quale. Con leggerezza, da non confondere con la superficialità, forse uno scudo che mi sono creato nel tempo per superare cose ben più importanti e dolorose di una partita di calcio. A chi s’incazza e se ne va dal blog sbattendo la porta, evidentemente non sono riuscito a trasmetterla, a chi ha finito il vino e per la cena porta rancore, quello che posso dire è che con la tosse si va dal medico e non al cinema. Perché queste se ci pensate bene sono giornate solo appena appena un po’ velate, per rendere bene l’idea diciamo pure che dopo una bella vittoria il sole mi fa venire in mente il mare, le ragazze in costume, le scorribande che facevo da ragazzo in motorino. Dopo una sconfitta il sole mi fa pensare invece che potrei fare la lavatrice. Ma anche fare il bucato serve, specie se devi farti perdonare qualcosa dalla Rita. Quindi mettiamo a frutto gli errori della squadra per riguadagnare posizioni in famiglia. Se la squadra sbaglia l’approccio, di certo non commetto lo stesso errore nell’affrontare la quotidianità, non mi chiedo cioè come mai un uomo possa entrare armato in tribunale. Mi chiedo soprattutto perché non ne esca mai condannato. Sarà per questo mio modo di farmi scivolare le cose meno gradite, per questa mia leggerezza, che non ci capiamo più, come una coppia in crisi, perché voi volete solo compiacervi delle cose che vanno storte per cercare riscontri nel vostro impianto accusatorio, mentre io tendo a rimuovere sul nascere i fastidi in genere, almeno quando non sono cose importanti come queste, e non è che non li affronto, li disinnesco sul nascere, li mortifico girandogli le spalle, li rallento con appositi dossi mentali. Ho sempre pronto un alibi per non farmi trovare sul luogo della sconfitta. Lo so che è carattere e che non posso pretendere stuoli di adepti, ma se posso vi insegno un trucco che fa parte di una strategia più ampia. In questo caso la tecnica aiuta, e quella s’impara, non c’entra niente l’indole. A casa mia per esempio non abbiamo problemi coi testimoni di Geova da oltre 15 anni. E forse un giorno aggiusteremo pure il citofono.