E’ finalmente vigilia di Fiorentina - Samp, non ne potevo più di seguire tizioh, caiorro e semproniovic a giro con le nazionali, tanto ne faccio pochi di chilometri. E poi sarà anche vigilia di Pasqua. Insomma, alla fine dei giochi stiamo sempre aspettando qualcosa, dimenticando che c’è anche un presente, che diventa passato aspettando quello che sarà domani. La mia proposta è di vivere di più. Adesso. Che almeno sappiamo di cosa si tratta. Lunedì ci si lamenta della settimana, da martedì a venerdì si aspetta il sabato. Sabato piove. E domenica divano. Visto che siamo in tema, anche Pietro, Giovanni e Giuda aspettavano Gesù alle 19:00, con fingerfood e mojito per l’ultima apericena. Dico che è meglio fare i conti con l’acqua fredda della vita che ti scorre dentro come un fiume. Anche se questo comporta fare i conti con qualche infortunio di troppo, e soprattutto con quelli di Rossi. Fare mente locale per me oggi significa Provincia di Cosenza. Certe sere calabresi provo a mettere tutto a posto, i sogni nel cassetto, gli scheletri nell'armadio. La testa sulle spalle. Ma niente: è un casino, e allora rifaccio la valigia per tornare a casa. Col dottore ieri sera abbiamo parlato un po’, e alla fine anche lui che è un uomo di scienza non ha saputo rispondere alle mie perplessità su dove sta andando la medicina. Chissà se troveranno mai una cura per quelli che di fronte ai tuoi problemi dicono "e tu non pensarci". Così anche il farmacista aumenterebbe il fatturato. Guardiamo all’oggi. Perché oggi essere Viola è un bel vivere. In un cantiere di 800 anime come questo, sono stati giorni dove ho chiesto con spavalderia estrema la fede calcistica a tutti quelli che ho incontrato tranne a chi mi doveva firmare gli ordini e i SAL. E’ stata una goduria. Ho preso per il culo davvero tutti, juventini, romanisti e milanisti. C’è grande rispetto OGGI per la Viola, non DOMANI però. Anzi, a proposito di quello che potrà essere, è importante che la Fiorentina non perda più neanche una borsa con i medicinali durante un trasferimento, o che almeno non si venga a sapere al cantiere di Mormanno. Son già tutti lì ad aspettarmi la prossima volta. Incuranti della Pasqua e del fango. Si, il presente è bellissimo così. “Così come?” mi ha risposto un gobbaccio di Mottafollone. “Come la bici che avevo da piccolo. Senza freni”.