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lunedì 27 aprile 2015

Ci credo ancora. Devo.

Terza sconfitta consecutiva che rischia seriamente di sciupare tutto ciò che di bello era stato fatto in campionato. Brutta, che va al di là del punteggio, il Cagliari ci ha umiliato e poteva finire anche peggio. Grazie alla solita non partita post Erasmus, alla mancanza di concentrazione, di nerbo e voglia. Squadra completamente svuotata come se fossero passati i ladri a rubargli un’anima che a questo punto dovrebbe essere di rame, ormai incapace di recuperare le forze nervose dopo gli impegni di coppa. Sicuramente un grande limite che ridimensiona tutti, con la speranza però che possa riuscire a portare a casa la coppa anche se con i denti. In generale per quello che ha fatto vedere in stagione sarebbe davvero un peccato buttare via tutto così. La sconfitta fa male un po’ come un "Non ti amo" che sono tre parole bruttissime da sentirsi dire, ma anche "Patente e libretto" quando hai bevuto non scherzano. Diciamo allora che almeno la patente è salva e che quindi potremo andare a Varsavia in macchina. Fidatevi. Non di me naturalmente o del fatto di arrivare in finale, non vi fate cioè troppe seghe mentali che poi vi inibite quando c’è da fare del sano car sharing verso la Polonia solo al pensiero delle caccole attaccate sotto al sedile. Andrà tutto bene. La macchina è pulita. Poi vi assicuro che ho un navigatore con mappe europee aggiornate, non sono un tifoso che si perde d’animo, che non sa dove andare perché parte dal presupposto. Oggi per esempio sono a Genova. Insomma, non perdete la speranza, anche le giornate migliori possono diventare di merda. Si, anche se la squadra ha giocato come ormai troppo spesso le succede rimediando figurucce come in un’orgia di dispiaceri dove chi capita capita, anche se Firenze è diventata stazione di rifornimento al miglior prezzo, Salah è stato risucchiato nella mediocrità generale, Badelj è tornato ad essere imbarazzante, e Savic messo a sedere da cani e porci tanto che ricorda sempre di più Della Martira, malgrado tutto ci credo ancora. Devo. E il carattere mi aiuta per fortuna, non è che non mi danno fastidio certe partite orrende, anzi, subito dopo la sconfitta ho fatto lo sgambetto a un poveraccio che faceva jogging in via Sant’Agostino proprio perché sono uno che non lascia correre. Però guardo avanti con fiducia, faccio entrare la luce dalla finestra e così controllo anche se il bucato è asciutto. Non ce la faccio a rinchiudermi dentro a serate depresse, e a stare in locali senza finestre io proprio non ce l'affaccio. Cerco di combattere lo sdoppiamento della personalità tipico che prende il tifoso Viola dopo certe sconfitte. Quando a volte crede di essere un coglione, e a volte crede di essere l'altro. Solo perché tifa Fiorentina. No, al massimo dello scoramento ho provato qualche volta a metterla in un angolo della mia mente. Ma ho la testa tonda.