Come per le partite contro la Juve anche certi editoriali non c’è bisogno di prepararli. Si dice così. Qualcuno dirà menomale, malignamente. Sia per quanto riguarda la squadra che così in mancanza d’indicazioni precise da parte del Mister potrebbe interrompere la serie negativa, e sia per quanto riguarda il mio editoriale che così potrebbe contenere frasi di senso tattico compiuto. Occuperò il tempo relativo alla preparazione del post come se fossi in ritiro senza niente da fare. Giochi di parole come i momenti enigmatici come questo insegnano. Bisogna riconoscere a chi per primo aveva capito che Montella è affetto da un amplesso di superiorità, che il suo non era un presentimento, ma una precipitazione. E non tutti hanno un dono speciale come quello di percepire in anticipo se piove. Ricordo solo Bernacca. Così come quando non sono impegnato a preparare l’editoriale, mollo tutta la carica elettrostitica che metto nelle cose che faccio, non ho bisogno di far apparire la realtà più bella di quella che è, e neanche l’allenatore più bravo. Nell’intimo della mia cameretta imposta dal ritiro di Andrea Della Valle posso dire che Peppa Pig è un cartone diseducativo, sono sempre tutti troppo felici, come se Montella non esistesse, il padre non fa un cazzo dalla mattina alla sera eppure hanno la villetta singola. Probabilmente spaccia. Da una parte però è un bene che abbiate esagerato con il Mister, così senza tante rinunce alimentari alla fine mi viene da dire che per la prova scostumati siete a posto anche quest’anno. E quando non devo preparare l’editoriale sfrutto il fatto che mi devo mettere in un angolo, in modo che sia quello di cottura, così posso dire, fare, baciare, salsiccia e friarielli. Ieri mi sono messo a vedere la partita dell’Inter con una amica che le vede tutte e poi s’immedesima: “Come sta andando la partita Iva?” Le ho chiesto mentre giocavo con le parole: “Molto combattuta. Ho avuto un paio di occasioni da goal ma il pressing fiscale è altissimo”. Oggi mi pare di avere il destino sognato, mi sembra una giornata che compromette bene. Perché dopo le sconfitte interne contro il Verona e il Cagliari mi sento di dire che sbadigliando s'impara. Fuori dal solito ottimismo stucchevole dico che bisogna provare a vincere per non buttare via un campionato che ha conosciuto momento esaltanti. E' da mio nonno Gastone che ho capito quanto sia doloroso vivere di rimpianti. Lui fino al 2000 ancora soffriva per un 5 di briscola giocato di prima mano il 6 maggio '88. E poi una considerazione finalmente amara, oggi che non sono costretto a preparare l’editoriale e posso esprimere tutte le mie negatività represse, vi confesso che i miei cantanti preferiti sono morti, gli attori pure e gli scrittori anche. Ora, ci sarebbero una decina di voi che apprezzo particolarmente.