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giovedì 21 novembre 2013

Meglio il front-office che la dietrologia

Certe partite di qualificazione ai mondiali ci spingono ai pensieri più spinti, e se proprio dobbiamo fare della dietrologia, come non parlare di culi, proprio là dove lo spingere risulta il verbo più appropriato. Del resto nel calcio la fortuna è importante come il fattore campo, e se una squadra ha culo non ti lascia scampo. Insomma, basta un palo beffardo e ci lasci le penne. Così come proprio da una partita finita male nacque la ricetta delle penne agli scampi. Da una partita di scampi marci come i nostri pensieri, invece, c’è chi ha rischiato di lasciarci le penne. La dietrologia femminile è comunque preferibile a quella maschile, sempre così pelosa, molte volte l’uomo fa pensieri spinti sulla dietrologia femminile per rimanere solo con il palo in mano dentro a bagni beffardi. Spesso i dubbi sulla regolarità del campionato ci assalgono, pensieri che fanno attrito con le pareti della nostra morale, non a caso Brando usava il burro. Qualcuno che non ama i derivati del latte potrà sempre rifugiarsi nella vasellina, perché lubrificare la propria mente da sospetti fa bene, anzi è indispensabile come schiarisi la gola prima di una confessione fiume davanti al giudice Tosel. In questo caso si parlerà di discriminazione territoriale, visto che non si parla mai di confessioni lago. Parlare come un torrente in piena potrebbe quindi portare a dissesti idrogeologici, mentre parlare come un torrente in secca provoca dissesti ideologici spesso di stampo mafioso. La reticenza si sa è come il vento. I pensieri cattivi non fanno bene al calcio, così come il clan dei Calvaresi, per i quali però basterebbe un vaccino a lento rilascio, la moviola. Più interessante sarebbe capire perché sempre più calciatori si lasciano crescere la barba, molti si vergognano di questo calcio, per altri radersi meno sembra poter concedere più tempo da dedicare ai social network senza arrivare tardi agli allenamenti. La barba è comunque una barriera, di fatto costringe gli agenti esterni a scavalcarla per poter aggredire il viso, ma non tutti gli agenti esterni hanno il piede di Pirlo. Non tutti sono agenti esterni che scavalcano come Cuadrado. Altri hanno agenti come quello di Pizarro che la barba se la lasciano crescere per non farsi riconoscere. La barba e i baffi impediscono ai pollini di raggiungere i polmoni mediante inalazione, i pollini non i palloni. I raggi del sole possono danneggiare la pelle, Massimo Mauro, uno degli acari più fastidiosi, rompere le palle, e la Fiorentina rischia di più perché ha sempre il pallino del gioco. Look, anche moda quindi, oltre a sinonimo di virilità, vedi Montolivo che non ce l’ha, che insieme alle grandi e inseparabili cuffie per la musica ci mostrano un modello di giocatore che parlando di pollini, palloni, pallini e palle, possiamo dire che fa ridere i polli. A Udine intanto sembra proprio che a parte Egazy siano tutti arruolati, spero che almeno questo sgombri il campo dalla dietrologia, anche se quando si parla di dietrologia forse sarebbe meglio parlare di gamberi e non di sgombri, comunque nel calcio la dietrologia è inevitabile, basta un risultato, un fuorigioco non segnalato o un rigore non dato e il sospetto infetta i nostri pensieri. Chi fa dietrologia parlando dietro le spalle viene messo dietro la lavagna. In molti salumifici si fa dietrologia anche dietro ai prosciutti. Purtroppo la dietrologia è ciclica, bisogna conviverci, non dico una volta al mese come il ciclo e nemmeno in maniera invasiva come un ciclone che invece della Sardegnna dovrebbe colpire la Lega, e allora quando i sospetti piovono così copiosi cerco di mettermi al riparo. Un centro commerciale va benissimo per ripararsi da questo nudifragio.