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lunedì 1 gennaio 2018

E' l'istinto che ci salva in San Frediano



Mentre bevevo uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sangiovese mi sono venuti in mente quei giornalisti laureati che in quello stesso momento stavano preparando articoli sui cani spaventati dai botti. Una metafora della triste avventura in Viola di Hagi per il quale sarà il 32 dicembre e non il primo gennaio. Poi guardando il bicchiere mezzo pieno di bollicine italiane ho voluto sperare che sia stato premiato l’ottimismo di chi ha indossato mutande rosse. Passa il tempo fino a scoprire che stai invecchiando quando parlando con altri tifosi ti accorgi che il tuo giocatore preferito ha smesso di giocare da qualche anno e oggi fa il club manager. Scopri che per un 2018 migliore è giusto fare anche delle rinunce; basta giudizi affrettati e processi sommari. Scopri che se i tifosi vanno sempre meno allo stadio può anche voler dire che meno gente rimarrà delusa. Molte si saranno depilate, un po’ come quei giocatori che sparacchiano alla disperata dalla distanza, non si sa mai insomma. E non capendo perfettamente i meccanismi di gioco prometto che continuerò a non fare analisi tecniche, così come fa la Nicoletta che non è un’esperta di prodotti alimentari ma quando c’è da scegliere compra sempre zucchine di taglia media e leggermente curvate. E’ l’istinto che ci salva in San Frediano. Sulla sponda sinistra dell’Arno l’anno comincia sulle note di La La Land. Qui aspettiamo La La La vittoria sull’Inter. La La La maiala di tomà da vociare a Banti. Al Fronte Gobbo Interno, che ringrazio per gli auguri inaspettati che ci ha voluto inviare e che condivido, ricordo di non farsi trovare felice che l’anno nuovo se ne accorge. Non so cosa avranno fatto gli alieni, ma il Bambi ha salutato il sole e mangiato frutta, così per il primo anno non ha dovuto mettere il Gaviscon nell’impasto delle lasagne. Il primo caffè significa che ci siamo ancora, così anche quest’anno non avrò la pretesa di convincervi. Mi aspetto che possiate ricambiare.

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