.

.

domenica 28 gennaio 2018

Cose normali



Con la voglia di sentire altro le parole di Pioli mi avevano ingannato, ma alla fine niente di rivoluzionario. Un classico di chi è distratto o di chi spera di sentire quello che vorrebbe. Era già successo quando dissi alla Beatrice dalle poppe grosse di avere il pane duro (serviva per la ribollita) e lei capì che avevo un’erezione. Colpa della madre che tastava i salami e sosteneva che i migliori erano quelli più compatti. Da quel giorno sono anche molto attento a non comprare la marmellata di sousine. Purtroppo le interviste tradizionali come quelle di Pioli non rispettano più la realtà, nelle pubblicità anche la famiglia viene reinterpretata, ed oggi è composta da padre albino, il secondo padre alpino, figlio adottivo altoatesino in prestito con obbligo di riscatto, figlia transgender, l’unico rimando alla tradizione è la mamma maiala. Pioli oltretutto toglie anche il grasso dal prosciutto, si dice che Lo Faso non l’avrebbe presa bene, da qui la sua mancata convocazione trasformata in un’influenza diplomatica. Quello che mi sento di dire è che non c’è niente di male a fare e dire delle cose normali. Perché tale sarà anche la formazione di oggi. Cose normali come battere il Verona. Però capisco anche la sofferenza di quando il tifoso sa che il tuo è un coglione mentre gli altri allenatori no. Si, sono intriganti le donne che fumano il sigaro, ma io ho solo voglia di ricominciare da un gol di Simeone. Non voglio insomma che le donne buttino via la dolcezza, tanto tra un paio d’anni tornerà di moda e potranno indossarla senza essere derise. Siamo tutti a cercare il fenomeno in campo, il fenomeno in panchina, la ricerca spasmodica di talenti in cucina, quelli che cantano, ballano, il tiro vincente dalla metà campo insomma. Alla fine ho come il sospetto che il talento più puro sia quello della normalità, di chi riesce a vivere serenamente anche a metà classifica, di chi è ancora capace di guardare Rete 4.

Nessun commento:

Posta un commento