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giovedì 11 gennaio 2018

Come eravamo diversi



Il bello di Firenze sta proprio nelle divisioni in cui si esalta, riva destra e riva sinistra, lampredotto o schiacciata all’olio, guelfi e ghibellini come metafora di una diversità necessaria a generare il DNA della genialità. Incrociare un guelfo con una ghibellina o viceversa evita accoppiamenti monotipo che innescano solo problematiche serie all’interno del corredo cromosomico cittadino. Prendiamo il Bambi e la sua ex compagna (entrambi guelfi) entrambi con gli stessi disturbi mentali, siccome entrambi stalker, quando lei abitava all’Antella e lui in via del Campuccio, passavano intere giornate ognuno sotto l’abitazione dell’altro a telefonarsi per chiedere “Dove cazzo sei?”, “No, dove cazzo sei te?” Da ghibellino, la diversità con la guelfa Beatrice s’incastrava perfettamente e faceva sì che io ammiravo le sue poppe grosse mentre lei mi chiedeva se mi piaceva lo smalto. Non solo, parlo sempre e solo delle sue poppe, ma quando la gonna corta le scopriva le cosce lisce nella parte non abbracciata dalle autoreggenti, il contrasto con le mie invece molto più pelose si faceva estremo. Come eravamo diversi. So di coppie di tifosi Viola monotipo che hanno scambiato Hagi per Baggio, che hanno problemi seri con lo streaming, e purtroppo nei casi più rari costretti a vivere esperienze di pre-morte prima di ricordarsi dove avevano parcheggiato. Quel guelfo di Nardella insieme a quella guelfa della sua compagna hanno deciso che la voce del prossimo “Escamillo” sarà quella asmatica di Roberto da Crema per un discorso di pari opportunità. Fino ad ora ho parlato solo degli svantaggi dovuti ad un accoppiamento monotipo, ma non dei vantaggi che si hanno quando la coppia è perfettamente assortita per diversità. Non voglio parlare di coloro che ne sanno più di Pioli, parlo più volentieri della mia esperienza personale, che grazie alla Rita non è fatta solo di vantaggi, confesso addirittura un superpotere. Riesco ad indovinare che lavoro fa la mamma del tipo che di solito mi incula il parcheggio sotto il naso. Sembra incredibile ma fanno tutte lo stesso mestiere.

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