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martedì 12 gennaio 2016

Under pressure

E' morto  David Bowie e lo piangono una trentina di generi musicali diversi. O forse non è morto, ma è solo il suo periodo dark. Periodo nero anche per quei tifosi Viola che hanno perso la fiducia nei Della Valle, io ancora mi salvo perché faccio parte di quella parte di illusi già da quando nelle barzellette con inglesi, francesi e tedeschi facevo sempre vincere l'italiano. E poi uso l’ottimismo anche più in generale per avere benefici economici, essere positivi aiuta sempre. E se Tino Costa Poco, io invece percepisco uno stipendio a sei cifre semplicemente perché conto anche i 2 zeri dopo la virgola. Mentre lo scetticismo che regna sovrano dopo la sconfitta con la Lazio genera molta agitazione intorno al mercato della Fiorentina, con tifosi che rasentano quasi l’isteria, e allora mi auguro di cuore che ci siano i saldi anche sugli ansiolitici. Insomma, gli uomini mercato della Fiorentina sono più “Under pressure” del solito. Il tifoso Viola aspetta che succeda qualcosa, e lo stallo lo snerva, così come l’ultimo panettone ancora confezionato che mi è rimasto sul mobile del soggiorno. Ogni volta che gli passo accanto mi fa "Oh, che cazzo dobbiamo fare?". I panettoni con i canditi poi sono più volgari persino dei tifosi inferociti con i Della Valle. C’è veramente tensione in città, sono entrato in un Viola Point per comprare la maglia di Tino Costa Parecchio (La maglia), ed ho urtato un manichino con la sciarpa Viola. Ho chiesto subito scusa, lui per la verità non ha detto niente, ma aveva un'espressione tipo "Scusa un cazzo”. E comunque c'è chi sta peggio del tifoso Viola ansioso, metti che, oltre ad essere dispiaciuto per David Bowie, uno è pure marchigiano. Il Bambi è convinto poi che se tutti dicono “BAUI”, vuol dire che era David a pronunciarlo in maniera sbagliata. Va bene Tino Costa, Lisandro Lopez e pure Grassi, ma io intanto surfo felice insieme al bambino che è in me, sull’onda di questa fantomatica operazione clamorosa che vedrebbe la Fiorentina prossima a chiudere per un esterno che gioca in un top club della Premier League. Surfare sull’onda della fiducia, che è un approccio sostanzialmente diverso da chi dopo gli acquisti di Costa e Schetino vede invece il naufragio di tutte le trattative più importanti



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