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lunedì 11 gennaio 2016

Mi fido solo dei cuochi grassi


Ho attaccato un post-it sul frigo e l'ho lasciato in bianco, così, per ricordarmi di non ricordare l’ultima giornata del girone di andata. Anche se la sconfitta dell’Inter in casa al quinto minuto di recupero ha un suo perché. Una conferma della teoria sulla struttura del calciatore che gli consentirebbe di star in piedi, ma lui vuole il rigore e cade lo stesso. Intanto lotto facendo uso di tappi per le orecchie per non smettere mai di sognare, anche se devo fare i conti con la movida d’Oltrarno che non mi lascia dormire. A caldo avevo parlato di lacrime, e sempre di lacrime ho parlato anche con un Bambi filosofeggiante, che allora mi ha consigliato di allontanare tutto ciò che mi fa piangere. Ci ho pensato, ma poi non saprei più con che cosa fare il soffritto. Il Bambi cerca di fare del suo meglio, di svolgere cioè il suo ruolo di amico nel migliore dei modi. E ci sono dei momenti dove una parola è di conforto, a volte "Scusa" sono le uniche cinque lettere che uno vorrebbe sentirsi dire. Ma più spesso "Pizza", specie se c’è una sconfitta interna della Fiorentina contro la Lazio, con conseguente sorpasso di Napoli e Juve. Quando ti assale quella tristezza presente nelle tovaglie in plastica a fiori a casa delle nonne. Per tornare sull’episodio sgradevole della mini contestazione ad ADV, quello che mi dispiace di più è la modalità troppo scontata per una piazza come Firenze, o se preferite prevedibile come il bagno in fondo a destra. Sempre meglio uno striscione che evita soprattutto il rischio sempre alto di trovare il bagno occupato. Trovo molto più giusto che sia stato il Napoli a diventare campione d’inverno, e i tre punti che ci separano dalla vetta della classifica sono alla fine quelli dello scontro diretto. Se avessimo pareggiato al San Paolo la classifica oggi vedrebbe quattro squadre a 39. Penso poi che molte delle polemiche presenti nel calcio vengono alimentate proprio dall’utilizzo della Rete, è lì che s’innescano i focolai. Una cassa di risonanza che genera personaggi, e che addirittura inventa nuove professioni. Una volta, quelli che ci mettevano mezz'ora a descrivere il colore di un maglione si chiamavano daltonici, oggi li chiamano fashion blogger. Io stesso avrei detto le mie bischerate al bar invece che scriverle su un blog. Non esagero, la Rete ha cambiato i nostri usi e costumi, un tempo per le nostre mamme quella di tenere la casa in ordine era una missione, oggi lo si fa solo nella zona dove si scattano i selfie. Mentre ci saranno generazioni prive della scatola di fotografie intorno alla quale riunirsi per riguardare la storia della propria famiglia. Quelle dove si vede la mamma giovane, immortalata in bianco e nero dal babbo, a Parigi in viaggio di nozze. Intanto voglio continuare a dare fiducia alla società e alla squadra, del resto la classifica è lì a dimostrare che se la meritano. E la classifica si vede insomma, non sono discorsi, così come mi fido solo dei cuochi grassi e dei mendicanti magri.

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