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mercoledì 20 gennaio 2016

Quando lui non accende il riscaldamento in macchina

Contro il disfattismo applicato allo striscione lancio l’ennesimo grido di ottimismo, se il mondo e la classifica Viola vanno a rotoli, la luce della speranza non si spegnerà mai finché sulla Terra rimarrà anche solo la stufetta del bagno, o il sinistro di Ilicic. Poi a sostegno di chi vuole ancora sperare, c’è uno studio condotto dall'Università di Todi, nel quale si afferma che la Fiorentina non potrà vincere lo scudetto. E siccome a Todi non c'è nessuna università, significa che lo potrà vincere. Ed eventualmente arrivasse anche uno striminzito secondo posto non facciamo tanto i "pignolini", considerato che anche i puristi della carbonara si piegano al volere della pancetta. So che in molti invece prevale la diffidenza, e quindi monta forte il sospetto nei confronti dei “Braccialetti & Braccini”. Un sospetto che s’insinua subdolo come quando lui non accende il riscaldamento in macchina, perché probabilmente è intenzionato a scoreggiare. Leggo troppa rabbia sopra certi striscioni, il tifoso si macera dentro perché i giorni passano e gli acquisti non arrivano. Ma capisco di più chi lotta dentro quando si siede vicino a un finestrino appannato e non ci fa nemmeno un disegnino elementare. Altro che l’ostentata arroganza di uno striscione, il rigurgito acido delle parole su superfici adattate alla bisogna. Penso che il mercato di gennaio non sia facile, la difficoltà più grande è quella di individuare giocatori veramente funzionali, e poi avere la fortuna che siano capaci d’inserirsi in tempo zero (vedi Salah), perché altrimenti il rischio è quello di non aggiungere niente da un punto di vista tecnico, e alterare invece i già fragili equilibri. Bisogna essere molto bravi e anche avere un bel culo, oltre ad una bella macchina. La situazione mi ricorda chi è costretto a pagare comunque il canone Rai, e quindi ipotizza di comprare un televisore, ovvero buttare via i soldi per non buttare via i soldi. Quando poi Renzi dice: "Fannulloni via in 48 ore", personalmente spero si riferisca anche a Jakovenko, esempio di risorsa male allocata come il televisore. Ci vuole la capacità di vedere oltre, come Sousa con Kalinic, individuare cioè il giocatore che fa la differenza per ridare entusiasmo, là dove si pensava ormai solo a una deriva di striscioni carichi di amarezza e rimpianto. Il mercato delle idee, insomma, io non avrei mai pensato che il matrimonio gay potesse avere l'indiscutibile vantaggio di raddoppiare gli addii al celibato. C’è invece chi pensa, a proposito di unioni, che Tino Costa e Tello siano l’esempio più classico delle nozze coi fichi secchi.

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