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giovedì 24 settembre 2020

Saadismo


Tra un po’ verrà fuori che a Suarez hanno dato anche il reddito di cittadinanza a dimostrazione che non odiamo gli stranieri ma i poveri. Che poi parla comunque meglio di Luca Giurato e come se Lotito non parlasse all’infinito. Se pensi che Del Piero andava al Cepu e che per Del Neri ci voleva Olga Fernando di che parliamo. La cosa fondamentale però è che adesso è proprio arrivata l’ora del trench. Dopo l’intervista di Commisso, quelle di Nardella, Giani e Renzi, il David ha tradito insofferenza ematica (forse sta patendo anche la mancanza dei turisti ad ammirarlo). Poi l’esperienza mi dice che nelle intercettazioni la gente millanta, lo penso la notte in albergo quando lontano dai miei affetti rifletto su cose diverse da quelle nella comfort zone, pensieri patetici tipo che se non la smetto di fare il giovane a 60 anni poi l’INPS sposta sempre di più l’età pensionabile (già sanno quante vasche faccio). Mentre lo spirito di Renzi nell’analizzare i fallimenti avrebbe fatto comodo pure a Cecchi Gori. Poi c’è chi per sopravvivere in San Frediano annuisce e chi invece si finge morto col rischio che nessuno se ne accorga. Intanto sembrerebbero tornate le mezze stagioni, e forse per questo, oppure sempre per i pensieri lontani da casa, per me la Boldrini ha alcuni tratti che ricordano la Fenech. Suarez va bene giustappunto per fare due battute ma la più grande farsa rimane quella di Saadi prima al Perugia fatto di nandrolone e poi a Udine capace di trasformare la città in un bordello. Chiude con la Samp dove non gioca mai, smette e va ad Hollywood a intraprendere la carriera cinematografica. L’ultimo filmato è del 2015, dopo che i Tuareg dove si era rifugiato lo vendono al governo libico (aveva finito i soldi), lo vede bendato e preso a ceffoni. Oggi non si sa se è vivo o se è morto. Comunque andrà tutto bene, anche se non a Milano (loro sono maestri della panatura).


 

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