.

.

martedì 15 settembre 2020

Andrò a vendere il cloro di famiglia


Speriamo che Pradè sia un dirigente sul pezzo come quelle persone che hanno sempre in mente un farmaco di riserva per quando è il loro turno ed entra qualcuno che conoscono. Basta non chiamarlo piano B come beffa. Ed è così che le case dei tifosi Viola si sono svuotate, tristi, desolate e silenziose, dopo mesi e mesi a casa i figli sono tornati a scuola. Poi improvvisi sono cominciati i botti delle bottiglie di spumante. I genitori più ansiosi, invece, stavano fuori dalle scuole come se i figli fossero alpini in partenza per il fronte. O forse aspettavano solo che passasse Borja Valero. Detto ciò niente che uno spaghettino al dente alle vongole non possa risolvere. Non vi meravigliate se in alcuni giorni della settimana troverete l’editoriale in largo anticipo, non è una questione di prostata, è solo che sono stati ripristinati gli orari, e alle 6:30 sarò già in acqua. Al di là dell’umido che ne consegue e che si posa su certi concetti, delle ambizioni, dello stadio nuovo, del Covid 19, quello a cui dobbiamo aspirare è un mondo alla pari dove le donne ce la mettono tutta e gli uomini ce lo mettono tutto. Poi naturalmente Montalbano. Ci aspetta una nuova stagione magari senza quel susseguirsi impazzito di emozioni del calciomercato che fu, forse ancora con l’oscillazione dello spread, molto avvicendamento del gioco chiamato ripartenza, speriamo senza più l’incalzante succedersi delle sconfitte targate Montella e dei bollettini della Protezione Civile. In ricordo di quel ricordo coi pantaloncini corti di un gioco basato su un movimento oscillatorio impresso in autonomia o mediante la spinta di un attore esterno all’attrezzo, solitamente costituito da un appoggio di vario tipo (in questo caso asse di legno) appeso a un sostegno attraverso corde o altri collegamenti. O altalena delle voci, dei ritorni, delle speranze.

Nessun commento:

Posta un commento