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venerdì 6 settembre 2013

Calcio malato

Non solo il dado, anche il mondo del calcio ha più facce, qualcuna a culo e allampanata come quella di Montolivo, altre rigorose come quella di Bergonzi, più facce della stessa merdaglia, come i tanti Giuda che tradiscono la fiducia d’intere tifoserie e società per il denaro o l’ambizione. Ambiente patinato ma anche teatro di storie che riportano i protagonisti nel mondo di tutti i giorni, quello nel quale le copertine non sono patinate ma di carta vetrata, quando non sono addirittura di carta igienica. Si dice che la dote migliore di un attaccante sia la freddezza davanti alla porta, qualità che per i più grandi diventa una vera e propria ragione di vita anche fuori dal campo, quindi non solo davanti al solito portiere in uscita ma per esempio davanti alla bellezza della porta San Frediano. I bomber più spietati si muovono nella vita di tutti i giorni come tanti Clint Eastwood, Steven Seagal, John Rambo, o ancora più duri come Gene Wilder impersonato perfettamente da Montolivo e la sua asticella. Un amico che lavora al Mercato Centrale e che vende frattaglie mi ha assicurato che Gomez è un freddo anche nell’alimentazione, non proprio come Hannibal Lecter, ma comunque un tipo bofrost, è rimasto sorpreso di come Gomez sapesse cose che vanno anche al di là del semplice rettangolo verde, come la salsa che ha lo stesso colore del campo ma che sta bene sui bolliti che non siano solo certi vecchi difensori centrali, d’altronde vendendo solo schifezze non può certo sorprendersi se qualcuno vuole del cuore, del cervello, milza o addirittura della matrice, che agli stranieri viene tradotta come “Fallopian tube”. Mario e Carina vanno spesso a fare la spesa da lui, del suo racconto mi è rimasta impressa la lucidità di Super Mario che ha spiegato alla fidanzata di trovare meno difficoltà sotto porta che davanti a quello sguardo spento, le ha spiegato che gli occhi di quell’animale erano freddi. Freddi come la neve d'inverno che cade a Monaco.  Si', freddi e quindi difficili da masticare, più ancora che di riuscire a buttarla dentro dopo aver masticato il pallone con il destro. Gomez è un freddo ma è anche un pratico, mi pare che si possa considerare proprio quel tipo di giocatore senza tanti fronzoli, di quelli che cercano la strada più semplice per fare gol, quella di farsi trovare nella posizione più favorevole per battere a rete, magari non sarà spettacolare ma comunque sempre molto efficace. Carina sostiene che è pratico anche fuori dal campo, dice per esempio che quando gli ascensori del suo palazzo di Monaco erano fuori servizio, lui non si faceva ne in qua e ne in là pur abitando al diciottesimo piano, utilizzava senza tanti problemi quelli in funzione più vicini che si trovavano nel palazzo di fronte. Gomez è consapevole della sua forza, non è una di quelle persone che vede l’erba del vicino sempre più verde, a meno che non abbia inforcato i suoi tanto amati Ray-Ban. Chi è in grado di fare gol non se lo dimenticherà mai, ci potranno essere periodi di astinenza anche lunghi come fino alla seconda giornata di campionato, ma poi tornerà sempre a timbrare il cartellino, il bomber, il gol ce l’ha nel sangue, chi soffre di amnesie sono altre categorie, per esempio Ljajic che ha dimostrato di dimenticare, un vero irriconoscente, poi c’è chi non si ricorda mai di pagare, oppure casi più gravi come appunto quello di Vargas, l’altra faccia del calcio, che si è perso ormai da qualche anno, e ultimamente proprio dopo aver deciso di curarsi per disintossicarsi dall’alcolismo, si è perso anche a Careggi. Gravi amnesie le sue, l’ha ritrovato il cugino. Era una donna. Eccole le due facce della stessa medaglia, il calcio dei ricchi che mostra come il denaro non possa comprare anche la felicità dell’anima, Gomez e Vargas, a uno gira tutto nel verso giusto e lui gira tutti i palloni nel verso giusto della porta, l’altro soffre e cerca faticosamente di ritrovarsi, per questo va anche dall’analista ma quando gira male gira male, l’altro giorno sono andati  insieme al ristorante giapponese, solo che nel biscotto della fortuna di Vargas c’era scritto “Muori”. L’argomento della depressione è stato dibattuto ieri sul blog, anche molto bene, argomento serio sul quale non mi sento di fare ironia, e Vargas penso che sia ormai un depresso cronico, la Fiorentina gli offre un rinnovo del contratto ma la possibilità di rivederlo viaggiare su quella fascia come un tempo sono ridotte al minimo, e questo mi manda in depressione, cronica nel suo caso perché anche quando la Fiorentina s’imbarca per qualsiasi trasferta si riaffaccia impietosa, e se per tutti gli altri il viaggio aereo sarebbe anche meraviglioso, per lui no, colazione a Londra, pranzo a new York, e bagaglio, solo il suo, in Brasile. Poi ci sono anche i giocatori che ammaliano le platee con prodezze, che vengono a loro volta ammaliati da certe carezze, quelli che amano fare spettacolo, e anche certi spettacoli della natura, che si esprimono con giocate fini a se stesse, fini come devono essere le caviglie che fanno parte degli spettacoli della natura, molti amano fare i tunnel. Ma questa è un’altra storia, di quelle che piacciono tanto al nostro Foco.

50 commenti:

  1. A me pare che le manifestazioni più diffuse della depressione non comprendano la fuga nell'alcolismo o in altre tossicodipendenze che non siano la farmacodipendenza. Ciò non toglie che esistano dei casi di fuga nell'alcolismo, ma, ripeto, non prevalenti. Le cause della depressione mi sembrano prevalentemente congenite, cioè caratteriali, combinate con esperienze di vita che in qualche modo scatenano la depressione in chi vi è predisposto. Per l'alcolismo e le tossicodipendenze in generale si potrebbe invece dire l'opposto, e cioè che sono causate prevalentemente da fattori ambientali combinati con fattori di debolezza caratteriale che rendono il soggetto più esposto ai suddetti fattori ambientali prevalenti. Quanto al suicidio, a me pare che si tratti nella maggioranza dei casi di una tendenza caratteriale che purtroppo a volte viene messa in pratica in risposta ad esperienze di vita traumatizzanti, esperienze traumatizzanti che però fanno parte della vita di miliardi di persone senza portare, nella stragrande maggioranza dei casi, al suicidio. Compito dell'ambiente familiare, sociale e sanitario è saper individuare i casi di tendenza suicida per affrontarla a viso aperto e combatterla.

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  2. Da quattro mesi con me vive una gatta, vegana, che impazzisce per il tofu al pomodoro. Io la amo, lei ricambia, con lei la depressione svanisce.

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  3. Sia chiaro, quanto sotto è detto non sulla base di una competenza specifica ma di semplici esperienze di vita e di studi in campo umanistico letterario.

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  4. A me pare invece che molti giovani con palesi tendenze depressive, sottovalutate o ignorate o comunque non fatte curare, trovino come facile e immediata via di fuga e "automedicazione" proprio l'alcool, e divenirne dipendenti è facile...Questo naturalmente non significa che tutti gli alcolisti siano stati dei depressi. La psichiatria e la psicoterapia ad ogni modo le vedo pratiche troppo recenti per poter dare delle risposte certe, mi sembra anche che ci sia poca vera scienza dietro.

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  5. Antoine non sbaglia, gli animali vengono utilizzati in molte terapie, non a caso la Cristina De Pin ha scelto Montolivo.

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  6. Chiari io ipotizzo che alla base dei disturbi di Vargas, Adriano, Edmundo, ci sia l'immenso impegno richiesto dal passaggio dal mondo di origine all'Europa, dallo stress che il loro lavoro impone, dall'età molto giovane, dagli stessi guadagni. Tutto ciò combinato insieme può far perdere l'equilibrio. Non a caso molti uomini e donne di successo l'hanno perduto, dalla Monroe e Elvis per motivi analoghi.

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  7. Io invece, Ludiwg, penso che il caso Vargas rientri nei casi degli alcolizzati che ho provato a descrivere qui sotto, cioè di chi lo è diventato in un ambiente dove l'alcolismo è una piaga sociale e che non è poi riuscito a vincere la dipendenza maturata precedentemente anche in un nuovo ambiente che invece sarebbe il più adatto a combatterla.

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  8. Se non sono male informato vi sono molte forme di depressione, ma tu Deyna mi sembra che le allarghi ulteriormente. Non mi convince la rappresentazione che vede masse di giovani depressi o potenzialmente tali. Userei altri modi per definire il loro comportamento.

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  9. Possibile ma forse proprio l'immenso salto culturale, l'abbandono di un modo di vita, la consapevolezza di non poter sbagliare una partita, e lo stress correlato, la lingua, la montagna di soldi guadagnati hanno determinato il ricorso ad una panacea che ben conosceva: l'alcool.

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  10. Certo è possibile, Lud, ma si tratta di una ricaduta in una dipendenza sviluppata precedentemente.

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  11. A questi ragazzi è richiesta una grande maturità e freddezza. Chi non ce l'ha si perde. La società non so quanto faccia sul piano psicologico per favorire l'inserimento.

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  12. Caro Pollock, non sopravvaluterei Montolivo, il quale sembra più simile ad un asparago che ad un animale.

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  13. Non parlavo di masse, Chiari, ma di chi ha magari sui 15/16 chiare tendenze depressive, in famiglia non le notano o sono contrari alla psicoterapia e all'aiuto esterno, e il ragazzo come scopre l'alcool con le prime uscite con gli amici, trova iniziale sollievo al suo malessere, e non se ne stacca più. Si son fatti i nomi di tre sudamericani, ma non sono pochi gli italiani "problematici", anche consumatori di cocaina. E' l'ambiente stesso che porta certe tentazioni, le seratone in discoteca, i party con attrici e starlette che non si devon preoccupare di far vita da atleta...Una volta il consiglio delle società ai calciatori era di sposarsi presto, ma ora sposano le veline!

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  14. Agli esami del sangue lo trattengono ore perché pensano a uno scherzo, risulta sangue mischiato a clorofilla...

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  15. Quindi è commestibile! Ah ah ah!

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  16. Faccio fatica, Deyna, a vedere in un giovane di 15/16 il depresso, posso vedere le sue ansie, le sue frustrazioni, i suoi disagi, le sue fragilità che lo espongono alla fuga nella tossicodipendenza. Per me però il depresso tipo è un altro caso, un caso individuale, per quanto non raro, ma prodotto da fattori di fragilità caratteriale che si combinano anche con doti intellettuali ragguardevoli che consentono esperienze forti e persino qualificanti ed esaltanti, ma che le alterne vicende della vita o anche solo il passare del tempo ridimensionano creando frustrazioni che portano, nei casi appunto di fragilità caratteriale, alla depressione.

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  17. Deyna mi sembra tu faccia un po' di confusione tra la malattia che ha una patologia ed una causa organica, per tutte le parti del corpo, quindi anche per il cervello, e le cattive abitudini, le debolezze caratteriali, le carenze culturali dei tempi d'oggi, che portano, quelle sì ad abusare dei vizi, dei "mezzi d'evasione". Poi anche così si arriva a distruggersi fisicamente, quindi si cade nella patologia, ma non devi confondere la causa con l'effetto. Che la scienza medica sia, anche nel 2013, ancora molto empirica e quindi ignori tanto e soprattutto per quanto riguarda i problemi psichiatrici, cioè poco sappia su come funziona il cervello e come intervenire in caso di provate patologie, è un fatto, ma da qui a pensare che ogni errore comportamentale sia giustificabile patologicamente per me ce ne corre. E' vero piuttosto il contrario, almeno molto spesso.

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  18. Le tossicodipendenza e l'alcolismo scaturiscono in situazioni di disagio psicologico, che non necessariamente è così grave da essere sfociato in una patologia depressiva. In quest'ultimo caso, però, è molto probabile che si instaurino per i motivi che spiegavo ieri. La predisposizione alla depressione varia da individuo ad individuo e sicuramente c'è una componente anche genetica, visto che casi di patologie del genere si presentano spesso in più soggetti di una stessa famiglia. In molti casi il percorso depressivo nasce da un trauma che viene all'inizio rifiutato ma interiorizzato, in altri da una serie di eventi. Il tutto però sfugge da una volontà, sono meccanismi mentali molto complessi che variano da persona a persona. La patologia è presente e poi si manifesta in genere dopo un episodio negativo che può essere un lutto, una separazione, una perdita del lavoro ecc. che destabilizzano un equilibrio auto indotto molto fragile. In sostanza, Chiari, il tuo discorso potrebbe essere in sostanza esatto, solo è un po' più complicato. È la percezione di sé, in rapporto con l'esterno e con gli altri che subisce un processo, spesso non riconosciuto neanche dal soggetto stesso, che porta a sviluppare la patologia. Patologia che è anche fisiologica, perché agisce sul cervello inibendo delle funzioni come la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina. Non a caso la cura farmacologica tende a sopperire queste mancanze. Il carattere , secondo me, è una cosa un po' complessa e va scisso tra la manifestazione esterna e l'interiorità. Spesso chi sviluppa queste patologie, esternamente sembra una persona allegra, socialmente ben inserita e gradevole. L'alcol e la droga molto spesso vengono assunte per mascherare il disagio.
    Comunque, fidatevi, è una vera piaga sociale in questi ultimi anni. È una malattia che non risparmia nessun ceto sociale ed è molto più diffusa di quello che si può credere. Rimarreste stupiti se andaste in un' ASL dal numero delle persone in fila per la psicoterapia o la somministrazione dei farmaci.
    Io non sono un medico e quello che so lo so per esperienza personale e per la voglia che ho avuto dopo di capire che cazzo mi era successo. Purtroppo sono situazioni e dinamiche che è difficile capire per chi non vive ,direttamente o indirettamente, certe cose. È difficile da capire anche quando ce le hai.

    E ora figa depilata a pioggia please!

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  19. Personalmente, quando (come scrissi ieri sera) una donna mi condusse agli estremi e quando caddi in depressione da struggimento del tempo che passa, non cercai riparo nell'alcol. Ma non saprei generalizzare. Magari avrei dovuto e mi avrebbe fatto bene.

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  20. Con tutta la fica che c'è ni' mondo tu mi va' 'n depressione pe' una donna? Chiodo stiaccia chiodo, da che mondo e mondo, e avanti la prossima (meglio ancora le prossime).

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  21. No, la depressione fu dopo, quella era disperazione e, in effetti, donna scacciò donna. Ma, vedi, sono alla terza davanti al sindaco e non so se è finita.

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  22. Fogo sul concetto di piaga sociale concordo e su quello di malattia, a livello generalizzato, che dissento. Per me malattia è ha un'eziologia virale o batterica o comunque esterna, comunque non è fenomeno che ti autoimponi. L'uomo ha anche la sua volontà, se no è un albero! Io sono pressochè astemio, non ho mai bevuto, non mi son mai drogato, nemmeno una canna. Tabacco? fumavo, ed ho smesso, da un minuto all'altro quando ho deciso che mi faceva male, con la tavola sono in lotta perenne, ma sono in lotta, non mi lascio certo sconfiggere! Le donne non han mai fatto male a nessuno se prendi le tue precauzioni, lì purtroppo i limiti te li mette l'età. Per tutto questo son poco incline a capire chi non sa resistere e non concordo col giustificare tutto con problemi esterni, come una malattia. No, se bevi, se ti droghi, se fumi è colpa tua perchè lo decidi tu e credo che questo modo di inquadrare le cose sia anche terapeutico, che eviti i nascondigli e faccia prendere ad ognuno coscienza delle proprie responsabilità, senza il che difficilmente se ne esce.

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  23. anch'io sono alla seconda e ti garantisco che, se non perdo il cervello, è finita, per questo tra parentesi ho messo il plurale.

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  24. Volevo scrivertelo prima che per te era commestibile, ma avevo paura che equivocassi sdegnato! Ahahah

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  25. Anch'io sono alla terza, ma adesso basta, altrimenti ci pensa la natura. Eheheh...

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  26. Jordan, il tuo discorso è anche giusto, ma vedi le cause che portano ad una dipendenza sono molteplici e variano anche a seconda del tipo di dipendenza. Chi comincia a fumare lo fa generalmente da ragazzino e non certo per problemi psicologici. Lo si fa per dimostrarsi più grandi, per fare i ragazzacci davanti alle sbarbine in un momento in cui si ragiona esclusivamente tramite uccello, perché è una piccola, grande trasgressione, visto che dovrebbe essere proibito. Motivazioni che servono anche per cominciare a bere, di diciassettenni che si inzuppano nel negroni ne vedo a decine la sera. Le droghe hanno un percorso più complicato, si prova quasi tutti, ma la dipendenza non è così automatica. Il discorso cambia quando la sostanza che decidi di assumere, la cerchi per lenire un disagio psicologico. Se non stai bene con te stesso fai il più delle volte due scelte: ti isoli o cerchi di rimanere un animale sociale. Se decidi per l'estraneamento magari ti aiuti con un certo tipo di sostanze che possono essere oppiacei o droghe comunque pesanti, se invece senti necessità di avere un rapporto sociale, ti dirigi verso cose più "euforizzanti" che possono essere alcol, coca ecc. Li nasce la dipendenza secondo me. L'autodistruzione è condannabile, ma io credo che nessuno inizi questa strada senza avere un fardello sulle spalle, che non è per forza una patologia. Indubbiamente ognuno reagisce in maniera diversa e posso concordare che in questa reazione possano avere un ruolo l'impianto famigliare in cui si è cresciuti, il tessuto sociale che ci circonda e quanto siano cementificati certi valori. Nel mio paese c'era uno di quelli che venivano chiamati "scemi di guerra". Lui e mio nonno avevano fatto la guerra insieme, nello stesso reparto. Mio nonno, una volta tornato, si è fatto una famiglia e ha lavorato una vita, l'altro la guerra l'ha fatto andare fuori di cervello. Questo per dire come siamo diversi nella struttura mentale e come ognuno di noi elabora le cose. Tutti dal concepimento in poi ci creiamo un castello di carte che è poi il modo in cui vediamo, assorbiamo e metabolizziamo quello che ci circonda. È una struttura che ci creiamo in base alle esperienze, all'educazione, a come ci vengono insegnate le cose a come ci vediamo rappresentare dall'ambiente esterno. C'è chi riesce a fondare il suo castello su basi solide e chi lo può veder cadere giù al primo scossone. Nessuno si può condannare se è più fragile, non ha colpe.

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  27. Io ho scongiurato anche il pericolo della prima di moglie. Ciò non significa però che le mie controparti non siano coniugi. Ehehehehe

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  28. COLONNELLO, le nostre esperienze (anch'io sono stato sposato) ci insegnano che un divorzio é per sempre. Il matrimonio si presta alla domanda usata per il coito : bisogna essere bravi, non brevi. A proposito della gatta di ANTOINEROUGE, ma GATta molesta? Ancora nel principato a spedire sms a Pradé?

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  29. Vabbè, l'antidepressivo lo somministro io, Rosie Jones, il meglio che può dare la perfida albione

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  30. Segatio matutina sempre bona est, segatio meridiana neque bona sana, segatio vespertina mors tua s'avvicina. (dalle memorie di chi, in altra sede, guardava Gabriel Pontello, ventilava il Conte Pontello, mai aveva letto Pontiggia ed ora lavora sui ponteggi).

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  31. Fiorentina.it sposa la tesi di un Vargas grande acquisto se recuperato. E lo è, senza dubbio alcuno. Non è un Oliveira, che dovrà tappare qualche buco, è un potenziale titolare capace di cambiare volto alla squadra e di formare con Cuadrado una delle più forti coppie di esterni del mondo.

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  32. Acquistato da Corvino....ad alcuni potrebbe cogliere un infarto.

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  33. Non regalato Sopra, pagato molto caro. Se venduto al momento giusto però avrebbe reso un bel po' di soldi.

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  34. Non è una tesi, essendo ovvio a tutti che Vargas, se recuperasse la sua forma perduta, sarebbe un grande acquisto. Solo che nessuno sa (neppure lui) se la recupererà.

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  35. Foco, con codesta filosofia puoi giustificare tutto, anche chi uccide, chi ruba. Di certo per arrivare a quei punti anche lui potrà aver avuto i suoi background giustificativi, l'ambiente, i genitori alcolizzati, i compagni bulli, la povertà, la violenza o che so io. C'è chi reagisce non riuscendo a controllarsi dal far male a se stesso e chi perde i controlli anche verso gli altri. Ma qualunque sia la storia il controllo ci deve essere, se no è troppo facile, è anarchia, è casino globale, è giungla. Se è vero che ognuno crea il suo cartello di carte deve essere un must impegnarsi a crearlo più solido possibile, perchè se passa la linea che è tutta colpa del fato, che son fatto così, che non è colpa mia, di castelli solidi ne vedrai ben pochi e tutta la società andrà a donne di facili costumi, purtroppo ben metaforicamente.

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  36. Le donne hanno nell'indole la tendenza a rovinarti, l'unica difesa è rovinarle preventivamente prima che loro rovinino te. Cercare di capirle fa perdere solo tempo e fatica, non puoi capire chi prima non riesce a capirsi da sè, evitare questi vani sforzi fa restare giovane e disteso il sistema nervoso. E quando dicono che dietro fa male è bene trattenere la sensibilità e proseguire a diritto, tanto se non lo fai te lo farebbe chi arriva dopo.

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  37. Vita, sei giovane ma già molto saggio.

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  38. Bona, VITA, diciamo che che le donne sono come il globo terrestre....Sotto la crosta c'è la mollica.

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  39. va bene...pero', Jordan, é altrettanto facile dire: "controllati!" o il sempiterno "aiutati che dio t'aiuta" . E' un po' come dire a qualcuno: " non mi interessa poi tanto quello che stai passando, tu controlla le tue sofferenze, che io penso alle mie e vedrai che tutto si aggiusta " . Non penso che sia una questione di linea che passa o no, perché qualunque sia l'opinione generale , alcune persone non riescono a vivere bene e non provano piacere a fare quello che fanno, a provare quello che provano, e se anche gli altri li giustificassero in pieno, cio' non li aiuterebbe a stare meglio, perché la sofferenza é dentro e non fuori da sé . Se pensi che sia solo una debolezza, allora puoi aiutarli a essere piu' forti, se vuoi, oppure li giudichi e ti tiri fuori. Ognuno é libero di farlo, ma cercare di capire le ragioni non vuol dire giustificare le azioni, é piuttosto un tentativo di trovare il bandolo di una matassa piu' complicata di quello che puo' sembrare a prima vista.

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  40. Ma porca putt.... sei mesi di stop per Hegazi, che era appena tornato dal precedente infortunio.

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  41. La soluzione prospettata all'infortunio dell'egiziano è il tuttofare Ambrosini, uno che copre ogni ruolo dal portiere alla seconda punta. E non soffre di depressione.

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  42. Savic invece tre settimane di stop

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  43. Due infortuni che mettono a nudo la strettezza del reparto difensivo. Immagino che partirà la caccia allo svincolato.

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  44. Povero Hegazy, Mariani strikes again. Ma perché continuano a mandarli a Villa Stuart, i nostri...

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  45. L'infortunio di Savic sembrerebbe una bufala.

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  46. Ah sì? Meno male, dove l'hai letto?

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  47. Su Fiorentina.it ipotizzano il francese Gallas (il migliore fra quelli peospettati, ma ormai ha 36 anni), il "nostro" Kroldrup (che ai tempi era, secondo me, il nostro miglior centrale, migliore di Daino e Gambero, ma era quello che giocava meno, mah) e l'olandese Boulahrouz.

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  48. Sono felicemente d'accordo che Per fosse il migliore dei tre e il più negletto a torto.

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