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lunedì 20 settembre 2021

Se Rabiot non fosse francese


Raggiunte la 500.000 firme il Bambi dice che sarà più facile in futuro sopportare gli ingressi in campo di Kokorin. E’ già vigilia e così cerco di andarmi d’accordo, maledette abitudini quali il lunedì. Meglio dell’ironia oggi che del pessimismo domani. Magari la felicità non va nemmeno rincorsa ma devi solo aspettare che ti arrivi tra capo e collo come una scure. Oppure ancora, e come da foto, aspettando Godot. Quando anche le romane ti danno delle gioie mi verrebbe da dire “e ora scatenate l’inverno”, se non fosse che devo andare al Brennero. Lo so che sembrerà strano ma c’è stato un  momento storico in cui i portieri erano giudicati per le parate e non per la capacità di giocare con i piedi. Lo so, sembra incredibile. In Scottish Premiership intanto ho perso le tracce di Hagi contro il Motherwell, non vorrei si fosse trasferito in un campionato a lui più consono e mi è sfuggito per seguire l’esordio con sconfitta di Borja Valero contro l’Audace Galluzzo. Settimana di vendemmia, vediamo se anche di metafore. E se Rabiot non fosse francese probabilmente si chiamerebbe Sturaro. Come spunto la considerazione di Pioli sui 48 minuti di gioco effettivo contro la Juve, dovuti all’atteggiamento dei giocatori, degli allenatori e degli arbitri. Troppo pochi anche per chi paga il biglietto.

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