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domenica 8 gennaio 2012

E ora la linea a Enrico Caviale

Siamo arrivati alla partita di non ritorno pur essendo ancora nel girone di andata, da dentro o fuori pur giocando fuori, a Novara, quando anche il pareggio sarebbe peggio dell'indifferenza, ma partendo proprio da uno zero zero che non ci lascia affatto indifferenti. Perché lo vorremmo subito modificare, perché lo dovranno subito cancellare, intanto, i tifosi per non sapere ne leggere e ne scrivere, hanno già messo alla propria squadra, le valigie fuori della porta, e per credere che non ci tradirà più con il brutto gioco, mortificandoci con scappatelle come quella da Firenze a Genova di Gilardino, bisognerà che ci dimostri di sapere ancora vincere, di sapere amarci. E la vittoria va apprezzata sempre in purezza dato il suo pregio, specie se arriva in questo particolare momento, è come il caviale, che dato il costo e il suo fine aroma si sconsiglia di cucinare, al pari di una sconfitta che ingigantirebbe la crisi, proprio come una macrofotografia capace di trasformare il caviale appunto, in cacca di pecora. Si, perché oggi il menù sarà terribilmente gradito oppure finemente disgustoso, non ci saranno brodini per il mal di stomaco, e lo chef che ce lo servirà sarà intransigente come il risultato nero su cappello da chef bianco, inflessibile alle paturnie di clienti chiassosi o depressi, non potremo chiedere niente fuori menù, se non indire il digiuno della passione, e se il risultato non sarà buono il menù sarà peggio. Quindi antipasto di crostini toscani con fegatini di pollo, oppure con olio di fegato di merluzzo, e poi crostoni di cavolo nero o saranno cavoli amari. Dopo gli antipasti una bella zuppa di ceci o una bella zappa sui piedi, l'altro primo prevederà invece delle penne agli scampi o non scamperemo alla vergogna quando ci spenneranno vivi dopo la sconfitta. Trionfo o tonfo di secondi, con una frittura di paranza o una fregatura che non lascerà più nessuna speranza, e per gli amanti della ciccia invece, la scelta potrà ricadere sulla rosticciana o su un rosticciere, che mentre ci vedrà ricadere a terra provati dalla delusione, terrà lo spiedo strategicamente puntato là dove lo spazio di penetrazione gli permetterà di farci rosolare sul girarrosto della mortificazione. Carciofi, rape e zucche vanno bene per entrambi i menù, grande carta dei vini tra negroamari e cazzi amari, baroli e bare, lambruschi e lambrette, chianti e schianti, amarone per entrambi, pigato o sfigato, lacryma christi o solo lacrime, e poi dolce o amaro, con tiramisù o tiramigiù, vin santo e cantuccini oppure uno schianto co' i' capo su tutti i cantuccini di casa. Si insomma, o sarà Enoteca Pinchiorri o il piacere di una vittoria con noi farà lo gnorri, mutando la sua eleganza di grande ristorante in un Kebab, che ci lascerà addosso un odore arrogante di cipolla, e che oltre a rovinarci la domenica ci costringerà a tenere il maglioncino di cachemire fuori dalla finestra tutta la notte, che sarà una di quelle dove ci si rigirerà come sui carboni ardenti, oppure dove faremo all'amore...con il sapore, quello di una vittoria che non dovrebbe procurarci nessuna indigestione visto il nostro reiterato digiuno in materia, che ci procura invece la sola ammirazione di Pannella. 

3 commenti:

  1. Di questa vittoria finalmente sonante in trasferta, da qui ho sentito solo gli odori. Non so se è caviale o buona ribollita, ma a me van bene entrambe. Ho letto di alcuni arabeschi fra gli "icce" che farebbero sognare, goal in pallonetto di Monotlivo..Sia quel che sia, che si mangi a volontà sperando si concedere subito il bis.

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  2. Tutto molto semplice Jordan, un bel po' ribollita ( con tutto il rispetto per il piatto) è stata lasciata in frigorigero e sostituita con caviale fresco. Finalmente un buon pasto domenicale.Non c'è  da dormire sonni tranquilli, per smaltire il vecchio menù ce ne vuole ancora, ma il fegato questa volta ne ha tratto un primo giovamento..

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  3. Il modulo che mi sembra quello che meglio si adatta all'organico che abbiamo (ma non condivido il mettere Romulo in terza posizione dietro a Cassani e De Silvestri), un Montolivo che si può muovere di più se sorretto da due mastini invece che da uno solo, e due davanti che si muovono parecchio. Manca quello che sa colpire di testa, e, avendo Vargas e Romulo (che io metterei) ai lati a crossare mi sembra che ci voglia. Quindi un centravanti e chi potrà giocare al posto di Montolivo, quando, tra gennaio e giugno, se ne andrà. Per ora Delio Rossi si arrangia, e benino, ma per i miracoli si deve rivolgersi al cielo.

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