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domenica 15 gennaio 2012

Foulard

Oggi scrivo per dire che non scrivo, come fare un gol senza esultare. Come cucinare senza mangiare, perché è bello lo stesso. E non scrivo per lasciare tutto così com'è, fino alla partita, che poi è lì in fondo alla discesa della mattinata. I sentimenti che ognuno di voi ha riversato con generosità sul blog, troppo giovane e quindi vetrina inadeguata a renderne il giusto merito, ma da questi impreziosito senza nessun merito, hanno un sapore troppo buono per essere rigovernati nella lavastoviglie di una domenica mattina di gennaio. E allora li riscaldo un altro po', magari per dare modo a chi non ha assaggiato di farlo, oppure semplicemente di rifarlo. E poi ieri un' alchimia trasversale ci ha investito, dolce, e c'è stato un momento in cui di quei sentimenti si è parlato qui e su Fi.it, come fossimo a reti unificate. Allora voglio illudermi che continui, anche solo per un attimo, e dopo potrò nascondermi dietro il racconto della partita. E come il sapore di un bacio a lungo desiderato, o il profumo sulla camicia, stringo il foulard tra le mani e lo porto al naso per annusarli tutti quei sentimenti, e sto bene.

3 commenti:

  1. Rigovernare no! si rigoverna il sudicio, quello che si butta via. Questo invece l'è il meglio, che viene fuori soltanto di rado e, in genere, quando siam giù di carreggiata. Volevo mettere la foto della "flor de manacà" qui a lato ma un mi riesce. Comunque ce l'ho nel profilo, per augurio. Lo guardo e sogno viola (ma tra poco torno!)

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  2. La prima partita della Fiorentina senza Andrea. Come gli spaghetti con la bottarga ma senza acciughe, chi è abituato a riconoscere quel sapore sentirà la differenza, non è un ingrediente usuale tanto che il mondo esterno non si accorgerà di niente, ma a noi, nel nostro microcosmo, mancherà quell’ingrediente, quel modo di porsi sia per contrastare gli eccessi che per valorizzare il piatto. Se è vero che nessuno muore mai finché ne è vivo il ricordo, se è vero che niente accade per caso, se abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa di trascendente o di aggrapparci a quelli che vogliamo definire segni per dare più corpo a questa vita, come l’invecchiamento in barrique fa al buon vino, sarà solo il futuro a dimostrarlo. Ma quel futuro è già partito, e l’odore di quelle acciughe ha già invaso tutti i muri della mia cantina.

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  3. Vedo come quel momento, che avrei sperato anche fosse stato solo un attimo, andare oltre le previsioni del cuore, e allora vi offro l'autogestione. Perché non potrei fare di meglio.  

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