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domenica 21 febbraio 2021

Un anno di lievito


Dice ma che senso ha scrivere di Fiorentina così, rispondo che è più o meno un modo di affrontare le cose. Ne sa qualcosa la Chiara quando una sera mi raccontò che il relatore le disse che la sua tesi di 90 pagine era un po’ troppo breve, e suggerii con successo di aumentare il carattere da 12 a 12.5. O così come quando risolsi anni di liti tra il Bambi e la sua compagna, argomentate in modo aggressivo, facendogli rendere conto che avevano la stessa opinione. Al Pizzichi consigliai di svegliarsi presto e andare a correre in modo da evitare di preparare la colazione alla moglie. Dopo tante radiografie, massaggi, sport, feci presente al Centi che quel mal di schiena era la conseguenza del tifoso Viola costretto ad abbassare continuamente le aspettative. Ho fatto qualche accenno al modo di affrontare le cose che influenza il modo di scrivere, ma poi c’è la cosa più importante; il perché scrivo. Passo le notti insonni a cercare le parole da scrivere solo perché non sono occupato a vivere. E quando sono costretto a farlo allora utilizzo la scrittura per aizzare. In questi giorni ho sfruttato le foto del rover su Marte per insinuare a un amico complottista che in realtà quelle immagini erano del quartiere bene di Foggia. Quindi scrivo che la Fiorentina è ormai molto più di un anno che manifesta il proprio deficit cognitivo, solo che lo fa sul campo invece che con striscioni e penose esibizioni dal balcone. Non è andato tutto bene. Ma forse ci salviamo. Adesso non mi resta di capire, e poi naturalmente raccontare, se oltre a quella che coglie il tifoso Viola, c’è angoscia esistenziale anche su Marte. Il Mes è finito, andate in pace.

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