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martedì 20 ottobre 2020

Quel brodo


Lo Zen e l’arte di attendere un’idea di gioco è una visione variegata del calcio, un opaco e tortuoso viaggio iniziatico. Per Iachini urlare “Gioca” è un modo per sgombrare i canali della coscienza ostruiti dalle macerie di soluzioni tattiche senza fondamenta. Il suo viaggio metafisico passa attraverso gli acquitrini e le paludi del non-gioco fino a portarci in un mare di merda. Beppe, invisibile plasmatore di un centrocampo da arare e seminare a colza, il suo itinerario della mente ha imboccato il vicolo cieco dove di solito pisciano i tifosi con problemi di prostata. Le partite dei Viola non fanno male è solo il giorno che muore, è solo il giorno che muore. E se ci siamo abituati alla metodologia della demolizione fatta con cariche di ‘nduja, ci abitueremo anche alla movida pomeridiana. Covid e Fiorentina mi fanno dire che vivremo distanti e di stenti. Palestre e piscine in nomination anche se almeno la panca sopra la capra andava vietata da subito. Mentre il divieto alle sagre ha sconvolto Barone, Rocco Invece è soddisfatto di poter continuare a fare gara di rutti con Beppe, basta indossare la mascherina. Se per migliorare il gioco potessimo almeno fare come quando per raddrizzare il quadro incliniamo la testa. Adesso basterà abbinare le conferenze stampa di Conte alla Lotteria Italia e l’esonero di Iachini con il vino del contadino. Miglior gesto tecnico, dopo l’intervento di Caceres, la fuitina del Kun Aguero con la guardalinee. Non me ne vorrà Conte, ma l’unica chiusura sensata sarebbe quella dei difensori Viola per evitare di prendere altri gol a bischero. Ma chi vuoi al posto di Iachini? Ho 58 anni suonati e ancora non so se voglio il parmigiano sul brodo. 

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