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venerdì 30 ottobre 2020

La finestra del soggiorno


Sperando che il momento giusto non arrivi nel momento sbagliato non escludiamola a priori l’idea di un’altra crociata. C’era persino un gobbo all’angolo di via Maffia che rimpiangeva Sarri. La mia nuotata quotidiana era come il negozio monomarca trovato pure all’estero, capace di darti quella sicurezza che neanche un ansiolitico di vecchia generazione. Adesso grazie a Big Country forse riuscirò a canalizzare le benzodiazepine solo per sopportare le difficoltà sotto porta di Cutrone, Vlahovic e Kouame. Un antico proverbio toscano recita che quando ti assuefai agli ansiolitici devi passare alla grappa di Brunello. C’era anche un vecchio striscione ai tempi di Zoff che oggi sarebbe perfetto senza neanche aggravare sui bilanci della curva “Oh Dino e si fa cahare”. Poi mi sono affacciato dalla finestra del soggiorno senza però riuscire a vedere niente, c’è voluta la Rita a farmi presente che stavo guardando dalla parte del lato positivo. E a proposito di donne, ci hanno provato con la transiberiana, con i transatlantici, con la transavanguardia, ma nessun attraversamento suonerà mai epico come quello di una vagina. Mi riferisco all’ecografia transvaginale. C’è anche una certa isteria collettiva che ci porta a lamentarci del tempo perso mentre facciamo le file, questo lockdown mascherato da 3 5 2 ci offusca la mente, e il Bambi stranamente lucido si è chiesto chi ci ridà invece il tempo perso a masticare i finocchi. Forse se voglio vedere il lato positivo non devo più affacciarmi dalla finestra del soggiorno, ma devo guardare dietro l’unicorno rosa.

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