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martedì 21 dicembre 2021

Il tubo del 12


Ho recuperato mentalmente la sensazione nel preciso istante in cui Serra è riuscito ad espellere Biraghi con il secondo giallo di due che mostrano evidenti sintomi di demenza senile. In quell’istante ho desiderato tanto quel Natale nel quale in classifica al primo posto non c’era l'Inter ma “Last Christmas” degli Wham, e avevo ancora fiducia nel futuro. Oggi so addirittura di gente che davanti alla richiesta di passera (con il più classico dei “me la dai?”) si sente rispondere, solo se in possesso del Green Pass. Addirittura a Palermo c’era un capannello di persone accalcate intorno a un ambulante che vendeva u pani ca meusa, con uno che gridava di aver fatto tutto quanto gli era stato detto, e adesso non accettava che gli venissero chiesti altri sacrifici, rivendicando di essere uno dei pochi a Palermo ad aver fatto tre vaccini, mentre chi gli si era rivolto si riferiva alla dieta. Senza considerare la nuova Belstaff con lo sportellino a strappo sulla manica, comoda per i richiami. Dico una cosa tecnica sperando che gli esperti non si risentano, domenica ho visto “E’ stata la mano di Dio” e ho capito perché tutti gli uomini hanno osannato l’interpretazione di Luisa Ranieri. Ma più dei tecnici del blog mi fanno paura quelli del gas, luce etc quando arrivano e non hanno niente. E vogliono la scala, e vogliono un panno da mettere sotto, e vogliono un cacciavite, e vogliono un tubo del 12. E mentre voi vi preoccupate per l’impiego di Biraghi, io perché dovrei avere un tubo del 12 in casa? Malgrado certe perplessità su Biraghi che si cerca d’insinuare per minare la serenità delle feste, affronterò questa settimana con la serenità di Peter Sellers in “Hollywood Party”. E sono sicuro che Berardi è caduto spesso non perché soffre di vertigini come dicono i soliti maligni, è stato solo un calo di zuccheri.

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