.

.

mercoledì 19 maggio 2021

Nome in codice. Sottotitolo; ma come era bella Scarlett in "Lost in Translation"


Da una ricerca australiana nei cieli del mondo ci sono 50 miliardi di uccelli, dopo le prime due stagioni “ammericane” mi auguro che una buona parte di loro cachino sulle macchine di Rocco e Joe. Bene fisicamente il post vaccino, abbattiato invece per il resto. Anche se devo ammettere che oltre a non capire se Chiesa rimane, non ho mai capito che cazzo sia il free jazz punk inglese. Ho fatto Moderna ma sono ancora legato ai vecchi filmati della Digos allo Stadio, quando indossavo la Belstaff nera. Quella vera col grasso. Poi all’improvviso dietro a un muretto ho intravisto la dirigenza Viola tutta schierata, pronta a fare mercato. E i presupposti ci sono tutti, o meglio le presupposte. Secondo me non servono tranquillanti o terapie, serve fare il tifo per l’Atalanta. Almeno. Adesso c’è il TAR quando sarebbe stato molto meglio un TIR. Fa impressione leggere certe notizie sulla Viola, ma più ancora di leggere un libro in cui nessuno porta la mascherina. Non so voi, ma io non essendomi laureato ho fatto il servizio fotografico per il giorno del vaccino. Dovessi nascondere, o meglio evitare che sia troppo esplicita la situazione di merda della Fiorentina a un figlio per risparmiargli la sofferenza, o anche per evitare l’emorragia della passione, il disinteresse progressivo come una malattia invalidante, la perdita progressiva e inarrestabile dell’entusiasmo, nasconderei tutto su una chiavetta con nome in codice; ginepraio.

Nessun commento:

Posta un commento